Dama. La non-fiera di Torino cambia sede e raddoppia in due palazzi barocchi del centro

Palazzo Coardi di Carpeneto, aperto per la prima volta al pubblico, e Palazzo Birago di Borgaro, tra le prime opere di Filippo Juvarra, sono le nuove sedi del format fieristico indipendente ideato da Giorgio Galotti

Nuova sede per Dama, anzi due. La fiera non fiera torinese, o meglio, “un progetto collaborativo indipendente” fondato nel 2016 dal gallerista Giorgio Galotti e dal curatore Domenico de Chirico raddoppia i propri spazi, scegliendo le sale storiche di due palazzi barocchi del centro, distanti a pochi minuti l’uno dall’altro: Palazzo Coardi di Carpeneto, aperto per la prima volta al pubblico dopo una recente ristrutturazione, e Palazzo Birago di Borgaro, sede della Camera di Commercio di Torino. “Dopo tre anni a Palazzo Saluzzo di Paesana, per questa quarta edizione di Dama abbiamo deciso di cambiare sede per una questione di riposizionamento”, spiega Giorgio Galotti.

Palazzo Birago di Borgaro

Palazzo Birago di Borgaro

IL NUOVO PERCORSO DI DAMA

Si è concluso un percorso per ricominciarne un altro, sempre all’insegna delle nostre linee guida, ovvero: un progetto di dimensioni contenute, inserito in un contesto storico, con la prospettiva di instaurare un maggior dialogo con le istituzioni del territorio”. Divisa tra questi due edifici, nella zona di Torino compresa tra piazza Carlina e piazza Carignano, questa edizione – in programma nei giorni di Artissima, dal 30 ottobre al 3 novembre 2019 – mira infatti ad offrire ancora più spazio alle relazioni tra galleristi, artisti e pubblico, riducendo sensibilmente il numero degli espositori e ampliando ulteriormente lo spazio dedicato al Live Programme. “L’obiettivo è mettere in relazione la parte storica della città”, interviene Domenico de Chirico, “con il linguaggio contemporaneo di gallerie internazionali non ancora inflazionate dal punto di vista del mercato”. Palazzo Coardi di Carpeneto, la sede principale di Dama, ne ospiterà undici provenienti da Australia, Belgio, Canada, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Svizzera e Italia che presenteranno altrettanti artisti emergenti con opere site-specific in uno spazio di 500 mq molto connotato, tra affreschi settecenteschi e soffitti con stucchi.

IL PROGRAMMA

All’interno di Palazzo Birago di Borgaro prenderà, invece, forma il Live Programme grazie alla partnership iniziata nel 2018 con la Camera di Commercio di Torino e al supporto della Wilde Gallery di Basilea. Elise Lammer, curatrice svizzera presso SALTS a Basilea e fondatrice della piattaforma di ricerca sulla performance Alpina Huus, è stata invitata a ideare il progetto di video e performance all’interno delle sale, sui concetti di potere e resilienza. Confermata la sezione Corte, all’esterno delle sale, occupata quest’anno dalla galleria Giorgio Galotti di Torino, mentre sarà un’assoluta novità The Wall, dedicata a opere murali di piccolo formato. Infine, una nuova grafica e nuovo premio: da questa edizione la cura dell’immagine coordinata è affidata all’agenzia Siliqoon, la quale invita di volta in volta un artista diverso a reinterpretare il logo (quest’anno l’autore è Andrea Magnani); e sempre da questa edizione la Fondazione Rivoli 2 di Milano assegnerà l’EyAR2 a un artista emergente che verrà sostenuto da un premio acquisto del valore di 3500 euro.

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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