Torna a Milano miart, la fiera di arte moderna e contemporanea con solide note di design che si svolge fino a domenica 15 aprile negli spazi di Fieramilanocity. È appena finita la preview per stampa e collezionisti e miart (e sta incominciando l’inaugurazione ad invito), diretta per il secondo anno da Alessandro Rabottini, che la fiera ha già mostrato i muscoli. I collezionisti, c’erano tutti o quasi. Si sono avvistati i grandi padri di Transavanguardia e Arte Povera Achille Bonito Oliva e Germano Celant, e non sono mancati gli esponenti delle arte fiere italiane come curatori più giovani e artisti emergenti, impegnati a pieno titolo negli stand con le proprie opere o meno. Saltano agli occhi grandi spazi, importanti opere e già tanto pubblico, con tanto di code ai guardaroba, nonostante il maltempo che sta flagellando da giorni la regione. Clima che non sta facendo diminuire l’entusiasmo nemmeno per le iniziative collaterali che mai come quest’anno affollano il calendario delll’art week milanese, in un programma che fa invidia quasi ai colossi internazionali. Nei prossimi giorni pubblicheremo le nostre attesissime classifiche del meglio e del peggio della settimana dell’arte, accompagnandovi anche tra i tanti eventi, nel frattempo, beccatevi le prime immagini.
Girando per Miart notiamo sostanzialmente il fascino del reperto archeologico: la scultura figurativa sgarupata, la maceria, il reperto, il giovane che propone il gusto del vintage, la pittura come rifugio sicuro. Sempre e solo Giovani Indiana Jones, per artisti abbandonati dalla critica che si devono far accettare da un paese e un collezionismo per vecchi.
Oltre ai valori del 900 e anni 90 (Jeremy Deller ad Art City è OK) dopo il 2001 assistiamo ad una crisi imbarazzante dell’artista che non riesce a cogliere e fermare una realtà molto più complessa.
Il curatore-organizzatore di eventi è stato importante per gestire questi 17 anni di crisi, ma inizia a scricchiolare anche questo ruolo, che diventa sempre di più una forma di “PR da discoteca” per promuovere il brand pubblico o privato di turno. Tipo la Paride Vitale Agency che se vuoi ti fa un evento ogni 34 secondi mischiando starlette, l’amaro dello sponsor, chef stellati, cattelan e cotiion.