L’arte, la medicina, la vita. Le stanze della memoria di Roberto Gramiccia

L’ultimo romanzo del medico, scrittore e critico d’arte romano racconta la storia della sua generazione a partire dalla rievocazione di episodi di vita vissuta. Tra militanza, rapporti sentimentali, riflessioni sull’arte e sulla vita

Nel solco di una tradizione che fa dell’elemento memoriale il perno di una riflessione sull’io e sul mondo, Roberto Gramiccia pubblica La notte più buia. Cronache di una generazione, un’opera densa e viscerale, fatta di bagliori e ombre, in cui il discorso sulle radici (intime, famigliari, collettive) diviene occasione e stimolo per commenti allargati alla condizione umana, alle trasformazioni sociali di questi nostri tempi. Tre le lenti adottate per riattraversare un tempo sospeso tra rimemorazione e cronaca, dove i dati fattuali si saldano al contributo dell’immaginazione creativa configurando l’opera come “autobiografia sognata”, secondo una definizione di Gerard Genette che si affianca al concetto di “denarrazione” rivitalizzato da Vanni Scheiwiller alla fine degli Anni Sessanta, quando la rottura del filo-logico temporale diviene, nel congegno narrativo, un mezzo per evocare e amplificare le “scene”.

Roberto Gramiccia ‒ La notte più buia. Cronache di una generazione (Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni 2022)

Roberto Gramiccia ‒ La notte più buia. Cronache di una generazione (Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni 2022)

IL NUOVO ROMANZO DI ROBERTO GRAMICCIA

Tre lenti, dunque, corrispondenti al percorso intellettuale e umano di Gramiccia, che con la medicina, l’arte e la politica ha una lunga pratica consolidata, rievocata nel testo mediante episodi legati a nomi, luoghi, oggetti e incontri di cui si è tentati, a volte, di operare una precisa catalogazione. Il filtro dell’ironia, disposto lungo l’intero arco narrativo, contribuisce a creare un collegamento ideale tra figure ed emozioni altrimenti distanti nel tempo, poiché l’autore procede per flash, seguendo un tracciato che molto ha a che fare con l’istinto, con la passionalità che intesse tutto il racconto. In questa prospettiva, Gramiccia disattende il presupposto della linearità, della sequenza “piana”, e come nella fotografia di Marina Ballo Charmet regala istantanee decentrate, in cui il fuoco ondivago del ricordo restituisce, dal margine, l’analisi di una lunga storia italiana, quella del dopoguerra e degli anni della contestazione, delle sere in sezione e delle minacce dei fascisti, degli studi di Medicina e dei successi professionali, laddove l’anamnesi – e qui sta il polisenso della letteratura – è sia raccolta della storia clinica che collezione di memorie.

Jannis Kounellis. Senza titolo, 1985 95. Comodato dell’Associazione Amici del Museo Pecci. Courtesy Centro Pecci

Jannis Kounellis. Senza titolo, 1985 95. Comodato dell’Associazione Amici del Museo Pecci. Courtesy Centro Pecci

GRAMICCIA TRA AUTOBIOGRAFIA E ARTE

Tutto converge in quest’autobiografia che, per dirla con Pierre Lejeune, è soggetta alle “costrizioni” del romanzo di formazione, di famiglia, di educazione sentimentale. Il rapporto di Gramiccia con il femminile che tanto spazio ha nel testo risponde, in tal senso, a un desiderio ancestrale di conoscenza che salda dati di prima mano a suggestioni cinematografiche (Fellini, la commedia all’italiana di Monicelli e Scola, i guizzi sorrentiniani) e, se è concesso, ad acquisizioni junghiane sulla sensualità come porta d’accesso al reale, sul corpo quale strumento di crescita e svelamento misterico. Così, con la stessa intensità umorale, l’autore ragiona dell’arte a partire dal singolo incontro, dal racconto tattile dei luoghi in cui nasce e si sviluppa la relazione con figure del calibro di Jannis Kounellis, Ennio Calabria, Renato Mambor. Nel mezzo, a dimostrazione di come ogni libro sia anche il tassello di un’opera potenzialmente interminabile, sta il discorso già affrontato da Gramiccia in Se tutto è arte… (Mimesis, 2019), ovvero la critica al sistema odierno, alla costruzione di idoli posticci, all’incrocio tra morbo capitalistico e vacuità da show business.
Questo è La notte più buia: memoir, riflessione antropologica, indagine sull’arte e riflessione sulla vita. Un’opera che ancora una volta rivela come il meglio della letteratura risieda in territori di confine, in quelle zone praticate da Pavese e Vittorini, da Natalia Ginzburg e Fabrizia Ramondino, in un intenso viaggio intertestuale fra storia e memoria.

Ginevra Amadio

Roberto Gramiccia ‒ La notte più buia. Cronache di una generazione
Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni 2022
Pagg. 290, € 22
ISBN 9788857584164
https://www.mimesisedizioni.it/

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Ginevra Amadio

Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992, vive a Roma e Venezia. Si è laureata in Filologia Moderna con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli Anni Settanta. È giornalista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente…

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