Alla scoperta dell’arte contemporanea al Cairo

Non solo Piramidi. La capitale dell'Egitto è piena di gallerie, spazi creativi e contemporaneità. Ecco un reportage con gli indirizzi da segnarsi. E c'è di mezzo anche una gallerista italiana

L’immensa città del Cairo, nonostante il suo smodato traffico, lo smog e i quasi 22 milioni di abitanti, resta tra le venti mete turistiche più ambite nel 2023. Ma se il caos frenetico di questa metropoli – dove i secondi vengono scanditi a suon di clacson – rappresenta parte del suo fascino, a richiamare turisti da tutto il mondo sono da sempre le piramidi e i loro inestimabili tesori. Alle testimonianze dell’antica civiltà egizia si accompagna la bellezza dei luoghi del culto islamico, nonché le atmosfere tipicamente orientali dei bazar. In questo suggestivo scenario, dove si colloca l’arte contemporanea? Per scoprirlo abbiamo esplorato la scena artistica del Cairo e parlato con i suoi protagonisti.

Ubuntu Art Gallery, mostra in corso Cavemen, 15 marzo – 11 aprile 2023 Foto © Ahmed Fouad, Courtesy Ubuntu Art Gallery

Ubuntu Art Gallery, mostra in corso Cavemen, 15 marzo – 11 aprile 2023 Foto © Ahmed Fouad, Courtesy Ubuntu Art Gallery

NON SOLO PIRAMIDI E GEROGLIFICI. ALLA SCOPERTA DEL CAIRO CONTEMPORANEO

Seppur celati all’ombra delle grandi piramidi di Giza e Saqqara, gli spazi del contemporaneo al Cairo offrono un’alternativa, da non sottovalutare, ai percorsi turistici tradizionali. Principale polo dell’arte, Zamalek è il quartiere chic sull’isola di Gezira che, circondata dalle acque del Nilo e al riparo dal caos cittadino, propone un valido itinerario alla scoperta degli artisti cairoti. Oggi Zamalek conta più di venti gallerie che dagli Anni Novanta continuano a proliferare in questo angolo della città. Da non perdere la Ubuntu Art Gallery, con la personale Cavemen dedicata all’artista egiziana Doaa Fakher, e la Zamalek Art Gallery, che fino al 15 aprile presenta The Nile con i lavori del maestro Farghali Abdel Hafiz e una selezione di giovani artisti locali.
Sulla sponda opposta del Nilo l’itinerario prosegue nel cuore del Cairo, a Downtown, con la Mashrabia Gallery e con la storica Townhouse. Quest’ultima, vittima dell’Autorità per la censura egiziana, a seguito di un’ispezione nel 2015 viene costretta alla chiusura; solo dopo un lungo silenzio fonda Access, un nuovo spazio indipendente che fino al 7 maggio ospita la doppia personale di Agnes Michalczyk e Fatma Abo Doma.

Doaa Fakher, senza titolo 2023, inchiostro su carta cm 50 X 35, Foto © Emad Abd Elhady, Courtesy Ubuntu Art Gallery

Doaa Fakher, senza titolo 2023, inchiostro su carta cm 50 X 35, Foto © Emad Abd Elhady, Courtesy Ubuntu Art Gallery

IL VELO DI MAYA SULL’ARTE CONTEMPORANEA AL CAIRO

Gli artisti e i progetti espositivi promossi dalle gallerie di Zamalek e Downtown rivelano una tensione costante tra l’eredità culturale – la civiltà egizia, la tradizione copta, la cultura islamica – e l’esigenza pulsante di affrontare i tabù che limitano la progressione del Paese: politica, sesso e religione.
Questa scena artistica in grande fermento è, per ovvie ragioni, tenuta lontana dai riflettori, si apparta silenziosa e fatica a valicare i confini del Paese. Nel 2020 un tentativo, seppur timido, è stato affrontato con Art Cairo. Promossa dal Ministero del Turismo e delle Antichità, Art Cairo è l’Egypt International Art Fair che lo scorso 11 febbraio è giunta alla sua quarta edizione, ospitata per la prima volta nelle sale del GEM ‒ il nuovo Grand Egyptian Museum. Questa iniziativa rappresenta un significativo passo in avanti, seppur non ancora sufficiente a rimuovere il velo di Maya sull’arte contemporanea egiziana.
A confermarlo è la gallerista Stefania Angarano, che da trent’anni opera nel settore del contemporaneo al Cairo.

Abdel El Siwi, Face III 2022, tecnica mista su tela cm 120 X 100, Foto © Bishory Nabil, Courtesy Mashrabia Gallery of Contemporary Art

Abdel El Siwi, Face III 2022, tecnica mista su tela cm 120 X 100, Foto © Bishory Nabil, Courtesy Mashrabia Gallery of Contemporary Art

UN’ITALIANA AL CAIRO. LA MISSIONE DELLA MASHRABIA GALLERY

Pronta a fronteggiare una realtà culturale inibita dalle censure del regime e a sfidare un collezionismo estremamente conservatore, nel 1990 l’italiana Stefania Angarano, giunta al Cairo con una borsa di studio in arabistica, rileva la storica Mashrabia Gallery.
Situata in pieno centro, a pochi passi dalla Piazza Tahrir, la nuova Mashrabia diventa il punto nevralgico di una mediazione tra il versante occidentale del Mediterraneo e la cultura araba, nonché trampolino di lancio per molti artisti egiziani di controtendenza. Tra i nomi della scuderia ritroviamo Essam Alaa con i tabù onirici e Xavier Puigmartí, egiziano di adozione, che con i suoi geroglifici contemporanei è il protagonista della mostra Memories are not for sale, visibile fino al 20 aprile 2023.
Angarano ci svela le difficoltà, a lei ben note, con cui il sistema dell’arte in Egitto è costretto a fare i conti: le censure, l’assenza di finanziamenti, il nepotismo e l’instabilità politica. Tuttavia, malgrado gli ostacoli, la Mashrabia Gallery da anni porta avanti la propria missione al Cairo. Tra gli obiettivi della galleria, sottolinea Angarano, “il nostro principale proposito è quello di educare il pubblico cairota a un’arte svincolata dai dettami accademici ancora incalzanti, un’arte che abbia il coraggio di esprimersi liberamente sulle tematiche più attuali”.
E prosegue: “La grande sfida: spingere l’arte egiziana fuori dai confini del Paese. Da sempre, infatti, partecipiamo alle fiere internazionali d’arte; l’ultima, poche settimane fa, è stata la Investec Cape Town Art Fair”.

Gemma Gulisano

http://www.mashrabiagallery.com/
https://artcairo.com/

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