Estate 2022 a Copenhagen: le mostre da vedere in città

Nuovo itinerario all’insegna delle mostre da non perdere nelle principali capitali d’Europa. Stavolta vi portiamo a Copenhagen. Guida alle mostre da non perdere

In centro città, il rinnovato Designmuseum ha riaperto al pubblico lo scorso giugno, dopo una lunga operazione di rinnovamento, e ora è tra le destinazioni da non mancare per chi visita Copenhagen. Ricca la programmazione di mostre, che si concentra soprattutto sulle sfide del futuro e sul ruolo del design in tal senso. A proposito di attivismo, il centro per l’arte contemporanea GL Strand ospita fino all’inizio di settembre la personale della fotografa sudafricana Zanele Muholi; mentre la Glyptotek guarda al passato, fiera di mostrare una nuova acquisizione a firma Gauguin, ora nel corpus di opere realizzate dall’artista durante il suo soggiorno danese, tra il 1884 e l’85. Si prosegue tra le scenografiche installazioni frutto del movimento Light and Space, e poi fuori città, tra Arken e il Lousiana Museum for Modern Art. Ecco la nostra guida.

Livia Montagnoli

IL “NUOVO” DESIGNMUSEUM E LE SUE MOSTRE

Dopo un restyling che si è protratto per due anni, approfittando delle chiusure imposte dalla pandemia, il Designmuseum di Copenhagen ha riaperto i battenti lo scorso giugno. Dallo spazio immaginato negli Anni Venti da Kaare Klint, OEO Studio ha trovato modo di trarre ispirazione senza tradire le origini del luogo, recuperando pezzi disegnati dal celebre designer danese, ma proponendo allestimenti più funzionali agli odierni percorsi di visita, che al momento si articolano tra otto esposizioni, alcune delle quali destinate a restare allestite fino al 2025. Indaga sul design del futuro la mostra The Future is Present (fino a giugno 2023), che si interroga sul ruolo della progettazione di interni nella ricerca di soluzioni sostenibili che migliorino il nostro vivere in società e il relazionarci con il Pianeta. Molteplici sono le sfide che abbiamo davanti: il cambiamento climatico, l’emergenza migratoria, la salute pubblica, la sicurezza sociale e ambientale. Che tipo di mondo vogliamo? Al cospetto di molti interrogativi, si prospettano altrettante opportunità. Il percorso esplora le risorse messe in campo dal design, individuando tre macrotemi: Umanità, Società e Pianeta. Una sezione finale riunisce invece le utopie e i progetti visionari del passato e del presente.
The Magic of Form ci invita invece a viaggiare nella storia del design danese, assurto agli onori delle cronache nel corso del Novecento. Si parte dunque dai primi anni del secolo per seguire l’avvento di uno stile che deve il suo successo alla tangenza con il pensiero modernista che caratterizzerà architettura e design su scala internazionale.

Copenhagen // fino al 1° giugno e al 20 agosto 2023
The Future is Present
The Magic of Form
DESIGNMUSEUM
Bredgade 68
https://designmuseum.dk/en/

The Future is present, exhibition view at Design Museum Copenaghen. Ph. Christian Hoyer

The Future is present, exhibition view at Design Museum Copenaghen. Ph. Christian Hoyer

PAUL GAUGUIN ALLA GLYPTOTEK

L’ultima acquisizione della Glyptotek di Copenhagen è un dipinto che Paul Gauguin (Parigi, 1848 – Atuona, 1903) realizzò proprio durante la sua permanenza in città (al seguito della moglie danese Mette, per rimediare a una crisi economica e lavorativa prostrante), nel 1884, immortalando una ben poco esotica nevicata, considerando il contesto, però certo un soggetto piuttosto insolito per chi è abituato ad avere negli occhi le atmosfere tropicali del Gauguin polinesiano. La neige à Copenhague è in realtà solo il primo dei paesaggi che hanno ispirato il pittore francese nel periodo trascorso nella capitale danese, dal novembre del 1884 al maggio dell’anno successivo. All’epoca l’artista condivideva con la sua famiglia un appartamento al pian terreno nella zona di Frederiksberg, e dalle grandi finestre sul retro dell’edificio apprezzò la nevicata copiosa e i bambini che giocavano all’aperto. Il quadro, come altri dipinti di quei mesi già presenti nella collezione del museo, testimonia l’adesione di Gauguin a stilemi impressionisti che ben si prestano per descrivere gli scenari del Nord e i panorami invernali. Fino al 28 agosto l’opera si apprezza in mostra sul percorso dedicato a Paul Gauguin and the Danish Connection, che, presentando il corpus firmato dall’autore custodito dal museo, ripercorre anche la carriera di Mette, a sua volta artista, oltre che capace impresaria d’arte. L’esposizione anticipa i futuri allestimenti temporanei del Piccolo Salone, d’ora in avanti destinato ad accogliere mostre dedicate all’arte francese.

Copenhagen // fino al 28 agosto 2022
Paul Gauguin and the Danish Connection
GLYPTOTEK
Dantes Plads 7
https://www.glyptoteket.com/

Paul Gauguin, La Neige à Copenhague, 1884, Olie på lærred. © Ny Carlsberg Glyptotek

Paul Gauguin, La Neige à Copenhague, 1884, Olie på lærred. © Ny Carlsberg Glyptotek

L’ATTIVISMO DI ZANELE MUHOLI AL GL STRAND

Tra i progetti d’arte presentati annualmente dal centro per l’arte moderna e contemporanea GL Strand, ospitato all’interno di uno storico edificio settecentesco lungo Gammel Strand, l’estate 2022 è dedicata all’opera di Zanele Muholi (Umlazi, 1972), fotografa, artista e attivista impegnata nella lotta al razzismo e alle discriminazioni di genere (si veda la monografia fotografica Zanele Muholi. Somnyama Ngonyama – Ave, Leonessa Nera, curata dalla stessa autrice, edita nel 2021 da 24 Ore Cultura). L’arte di Muholi, testimone diretta dell’Apartheid, non può prescindere dall’attivismo sui temi della blackness e dei diritti LGBTQIA: nella mostra di Copenhagen questo impegno si esprime in oltre cento scatti, spaziando dai primi lavori (Only Half The Picture – 2002-2006 – e la comunità queer sudafricana; Brave Beauties sull’universo trans…) alla serie ancora work in progress Somnyama Ngonyama. Una sfida aperta all’intolleranza, alla violenza, al pregiudizio. La mostra si visita fino al 4 settembre, ma il 31 agosto Muholi sarà presente in città per parlare di attivismo e fotografia sul palco dell’International Photographers’ Stage.

Copenhagen // fino al 4 settembre 2022
Zanele Muholi
GL STRAND
Gammel Strand, 48
https://glstrand.dk/en/

Zanele Muholi Ntozakhe II, Parktown 2016

Zanele Muholi Ntozakhe II, Parktown 2016

LIGHT AND SPACE A COPENHAGEN CONTEMPORARY

Su cinquemila metri quadrati di superficie a disposizione, Copenhagen Contemporary riunisce un’ampia gamma di lavori e progetti riconducibili al movimento americano Light and Space, fiorito nella California degli Anni Sessanta come costola del Minimalismo e dell’Astrazione geometrica che andavano consolidandosi in tutto il Paese. Per oltre un decennio, la corrente coinvolgerà artisti più o meno celebri, da Robert Irwin e James Turrell a Peter Alexander, Craig Kauffman, Larry Bell, Bruce Nauman e Mary Corse, focalizzati sull’alterazione della percezione spaziale veicolata da luci al neon, installazioni luminose, totem e sculture realizzati in materiali riflettenti (plastiche, resina, vetro) o capaci di assorbire la luce, creando effetti sempre diversi. Nel’ ’71, in occasione della mostra all’UCLA University Art Gallery, intitolata Transparency, Reflection, Light, Space: Four Artists, l’espressione che definirà questa sensibilità artistica (battezzata anche Minimalismo californiano) viene usata per la prima volta. A Copenhagen l’esposizione ripercorre le origini e le opere più celebri del movimento, accostandole però ai lavori della generazione contemporanea ispirata in Europa dai pionieri della corrente Light and Space. Si spazia così da installazioni degli Anni Sessanta a progetti firmati da Anish Kapoor, Olafur Eliasson, Jeppe Hein. Il percorso di visita termina nel laboratorio interattivo per sperimentare di persona gli effetti di luce e colori nello spazio (immancabili i mattoncini Lego, adattati al tema). Aspettatevi grandi e scenografiche messe in scena.

Copenhagen // fino al 4 settembre 2022
Light and Space
COPENHAGEN CONTEMPORARY
Refshalevej, 173A
https://copenhagencontemporary.org/

Robert Irwin, Light and Space, 2007. Collection Museum of Contemporary Art San Diego. © Robert Irwin, Artists Rights Society ARS, New York

Robert Irwin, Light and Space, 2007. Collection Museum of Contemporary Art San Diego. © Robert Irwin, Artists Rights Society ARS, New York

DOROTHY IANNONE AL LOUISIANA MUSEUM OF MODERN ART

Alle porte della città, 35 chilometri a nord di Copenhagen, il Louisiana Museum of Modern Art è facilmente raggiungibile con i trasporti pubblici. A Dorothy Iannone (Boston, 1933) è dedicata la personale visitabile fino all’inizio di settembre, per approfondire l’arte e la vita – inscindibili nel caso dell’artista americana – di un’autrice prolifica nel rappresentare l’amore, la sessualità e l’erotismo con grande libertà espressiva, dipingendo, scrivendo, producendo film. L’armonia estatica è il tema centrale della sua ricerca, e si esprime in pittura attraverso colorati e psichedelici universi (con riferimenti visivi e simbolici a saghe epiche e mitologiche), frequentemente assimilabili all’andamento di una graphic novel, sempre intrisa di sarcasmo e voglia di non prendersi troppo sul serio.

Humlebæk // fino all’11 settembre 2022
Dorothy Iannone
LOUSIANA MUSEUM OF MODERN ART
Gl Strandvej 13
https://louisiana.dk/

Dorothy Iannone Ph. Frédéric Paul, 2019

Dorothy Iannone Ph. Frédéric Paul, 2019

LA RETROSPETTIVA SU ELSE ALFELT AD ARKEN

Paesaggi spigolosi illuminati dalla luna, ma anche immaginari astratti, che catalizzano l’attenzione con spirali colorate e macchie luminose, a evocare scenari celesti e mondi lontani. È questo lo sconfinato orizzonte in cui si muove l’opera di Else Kirsten Tove Alfelt (1910-1974), emersa come artista poco prima della deflagrazione della Seconda Guerra Mondiale, e strenuamente convinta del potenziale politico e rivoluzionario dell’arte. Attraverso i suoi “paesaggi” Alfelt, cui è dedicata la retrospettiva di Arken, cercava di suggerire una strada per l’armonia contro il caos della realtà, senza rinunciare per questo al dinamismo compositivo. Nel suo lavoro, le montagne trovano spesso spazio in quanto elemento di congiunzione tra terra e cielo, reale e immaginario: un luogo dove l’artista si riscopriva in pace col mondo.
Intanto, fino al 25 settembre, negli spazi espositivi all’aperto di Arken, per la serie Art in Sunlight, Silas Inoue e Nina Nowak duettano in una riflessione sul valore delle risorse naturali, che ispira il progetto From the Earth. Come possiamo rispettare il Pianeta, se nella realtà quotidiana il nostro sfruttamento di risorse danneggia gli ecosistemi? Sull’Art Island del museo di Ishoj si incontrano così una grande moneta di bronzo conficcata nel terreno (Silas Inoue, Pla¥, 2020) e due sculture in sabbia plasmate dall’acqua, protagoniste dell’installazione site specific di Nina Nowak.

Ishøj // fino al 18 e al 25 settembre 2022
Else Alfelt
From the Earth
ARKEN MUSEUM OF MODERN ART
Skovvej 100
https://uk.arken.dk/

Else Alfelt, Full Moon, 1956. Carl Henning Pedersen & Else Alfelts Museum

Else Alfelt, Full Moon, 1956. Carl Henning Pedersen & Else Alfelts Museum

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