Liberty is a long process: la copertina di Kadir Nelson per il nuovo numero del New Yorker

Una bambina afroamericana stringe tra le mani una piccola bandiera a stelle e strisce: è la celebrazione della nuova aria di cambiamento nella temperatura politica e sociale degli Stati Uniti, avvenuta dopo l’entrata di Kamala Harris alla Casa Bianca.

Per la prima volta qualcuno nato da immigrati, per la prima qualcuno cresciuto da una ragazza madre, per la prima volta una donna di origine afro e asiatica che non solo è stata candidata alla vice presidenza degli Stati Uniti, ma è stata anche eletta. Il Paese, sempre molto attento alla demografia sociale e alla sua evoluzione, dalla prima notte dell’elezione di Kamala Harris ha giustamente acceso i suoi riflettori su questo evento. Il 2020 non è ancora finito, ma è già diventato un anno spartiacque per l’intero pianeta. Durante questo anno pandemico, l’attenzione pubblica dell’America è tornata sui ghetti e sul malessere di chi ci vive dentro. Asce da guerra pronte a essere dissotterrate, così molti dei giovani che li abitano nelle settimane precedenti alle elezioni hanno espresso la loro sofferenza pacificamente e non, anche sfidando i distretti di polizia locali.

Sweet Liberty work in progress by Kadir nelson. Source twitter Kadir Nelson

Sweet Liberty work in progress by Kadir nelson. Source twitter Kadir Nelson

POLITICA E POTERE MEDIATICO NEGLI USA

Un politico è un’ispirazione sempre e comunque. Il suo linguaggio ha un inevitabile punto forza, di influenza e di riferimento. Non sappiamo se dopo questa sconfitta, la maniera di comunicare sempre aggressiva e a tratti becera dell’ex presidente Donald Trump comincerà a passare definitivamente di moda, oppure dopo una pausa di quattro anni tornerà a farsi sentire. Quello che sappiamo è che gli Stati Uniti e il mondo hanno trovato una nuova icona. Kamala Harris, sorridente in tuta e da Atlanta, la città afroamericana simbolo degli USA, ha cominciato così la sua avventura mediatica da vice-presidente.

photo di @jungmiwna

photo di @jungmiwna

LA NUOVA COVER DI KADIR NELSON PER IL NEW YORKER

I can’t breath” sono state le parole commosse menzionate in tv dal commentatore afroamericano Van Jones. CNN in testa, tutti i media del Paese a stelle e strisce sono convinti che Kamala Harris sarà la grande ispirazione per milioni di bambine, ragazze e donne di tutto il mondo. A questo argomento è dedicata la copertina del New Yorker per il numero uscito il 23 novembre, edizione storica che ospita il dipinto Sweet Liberty dell’artista Kadir Nelson (1974, Silver Spring, Maryland). L’artista raffigura una bambina afroamericana che stringe tra le mani con orgoglio una bandierina americana. Anche lei, d’ora in poi, sarà concretamente rappresentata da una figura politica al vertice delle istituzioni. C’è da scommetterci sul fatto che altri artisti si uniranno a Kadir Nelson e ingloberanno nella loro arte l’elezione di Kamala Harris e la sua eco inclusiva. Nel frattempo, le prossime generazioni degli USA, soprattutto se provenienti da famiglie disfunzionali, se figli e figlie di immigrati, se afroamericane, asiatiche o provenienti da altre minoranze etniche, da questo 2020 vedranno un riflesso di sé alla Casa Bianca. Cinquantacinque anni dopo che il Voting Rights Act rimosse le barriere che (soprattutto nel Sud) ostacolavano il voto degli afroamericani, la pandemia ha messo a nudo la realtà dei ghetti e delle loro sofferenze. E un nuovo capitolo della storia resta ora da scrivere.

– Alessandro Berni

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Alessandro Berni

Alessandro Berni

Alessandro Berni, scrittore. Vive la critica d’arte come un genere letterario dentro il quale l’emozione anticipa e determina il senso dell’informare.

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