Donna e società nell’arte di Rosemarie Trockel. A Malmö

Moderna Museet, Malmö ‒ fino al 3 marzo 2019. Artista “travolgente” che alterna molteplici tecniche e materiali, Rosemarie Trockel ha smosso ruoli e stereotipi di genere, ed è stata fra le pioniere del femminismo artistico nell’Europa settentrionale. Una retrospettiva ne racconta, in quaranta opere, trent’anni di carriera.

L’opera di Rosemarie Trockel (Schwerte, 1952) è complessa, sovversiva, umoristica e sottilmente ambigua, esteticamente legata al mondo della produzione industriale e artigianale, attraverso la quale compiere un incessante riesame della società e delle sue dinamiche di genere. Un linguaggio estetico ibrido, fra Pop, Informale, Astrattismo e Pittura Analitica, che apre una profonda riflessione di carattere socio-antropologico. Oggetti, concetti, forme, colori, tutto assemblato con poetica distorsione per ridefinire la realtà inserendovi con discrezione la donna come protagonista.

LA POETICA FEMMINISTA

Nella seconda metà degli Anni Ottanta, il femminismo nel mondo dell’arte era una realtà ormai assodata negli Stati Uniti d’America, ma nella Germania ancora divisa dalla Guerra Fredda il clima artistico non era particolarmente vivace. Con femminile determinazione sottilmente pungente, Trockel (che con Pia Stadtbäumer costituì l’avanguardia artistica tedesca di quel decennio) attacca il complesso militare-industriale per tramite di opere dal sapore “domestico”, dove i tradizionali lavori femminili a maglia vengono reinterpretati sotto forma di pitture e acquisiscono una differente prospettiva, superando la tradizionale barriera della casa come spazio deputato all’attività femminile: vicine alla Pittura Analitica, opere come Yellow Mood o South Window sono la metafora delle rivendicazioni che la donna inizia a esprimere sul finire degli Anni Settanta, inserendosi nel mondo del lavoro e venendo meno al ruolo di “angelo del focolare”.

Rosemarie Trockel, Double Jesus, 1989 © Rosemarie Trockel. Courtesy Sprüth Magers Bildupphovsrätt 2018

Rosemarie Trockel, Double Jesus, 1989 © Rosemarie Trockel. Courtesy Sprüth Magers Bildupphovsrätt 2018

RIFLESSIONE CONCETTUALE SULLA SOCIETÀ

Nell’arte di Trockel entrano anche oggetti d’uso quotidiano come piastre per riscaldare vivande, stoviglie e altri esempi della produzione consumistica di massa. Si tratta di costanti riferimenti agli usi e costumi della cultura popolare contemporanea, quella “spicciola” di ogni giorno che è la vera origine delle dinamiche sociali. Ognuno di questi oggetti viene rielaborato e sradicato dal contesto originario, intriso di colore fino a somigliare alle macchie di Rorschach; implicazioni psicologiche per rimarcare la necessità di un superamento di ruoli, confini e pregiudizi, che ancora oggi purtroppo sussistono nei rapporti di genere.
L’indagine di Trockel continua con il rapporto fra l’individuo e il tempo, una dinamica affascinante e ossessionante insieme, che condiziona in profondità, almeno in Occidente, il ritmo dell’esistenza contemporanea. Fra reminiscenze pop e impronte radicali, opere quali Question of Time (2012) e Time is Irresistible (2017) raccontano con una sfumatura d’ironia il controverso rapporto fra l’individuo e il tempo: orpello, ostacolo, ricchezza, elemento di discontinuità.

Niccolò Lucarelli

Malmö // fino al 3 marzo 2019
Rosemarie Trockel. The same different
MODERNA MUSEET
Ola Billgrens plats 2-4
www.modernamuseet.se

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più