La vera storia della foto del bacio di Alfred Eisenstaedt è in mostra a Torino

Una mostra piena di aneddoti e retroscena del fotografo tedesco naturalizzato americano, uno dei padri del fotogiornalismo, che ha attraversato il Novecento realizzando oltre 2mila reportage e più di 90 copertine per la rivista Life

Il bacio tra un marinaio e un’infermiera è il suo scatto simbolo. Ora, a 80 anni da quella foto inconfondibile, a 30 anni dalla sua morte e a 25 anni dalla sua ultima mostra in Italia, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia dedica ad Alfred Eisenstaedt (Dirschau, 1898 – Oak Bluffs, 1995) una grande monografica che durerà tutta l’estate, fino al 21 settembre 2025. Una mostra piena di aneddoti e retroscena del fotografo tedesco naturalizzato americano, uno dei padri del fotogiornalismo, che ha attraversato il Novecento realizzando oltre 2mila reportage e più di 90 copertine per la rivista Life.

L’allestimento della mostra di Alfred Eisenstaedt da Camera

Durante tutta la mia vita professionale ho fotografato persone: re e dittatori, musicisti e star di cinema, contadini e lavoratori, uomini e donne, giovani e anziani”, raccontava Alfred Eisenstaedt in un’intervista nel 1969. “I miei incarichi mi hanno messo in contatto con un numero incredibile e variegato di esseri umani. Quando guardo indietro tra i miei file, mi sento stupito: ho davvero incontrato tutte quelle persone e scattato tutte quelle foto?”. È successo veramente e ce ne rendiamo conto girando di sala in sala: l’allestimento, composto da dettagli estrapolati dai suoi scatti più naturalistici (una sua grande passione) segue una logica più geografica che cronologica, per sottolineare proprio l’influenza sul suo stile dei suoi viaggi e dei territori che ha attraversato, facendogli conoscere tantissime persone e culture diverse.

I tanti personaggi raccontati nelle foto di Eisenstaedt

Fin dai primi anni, Eisenstaedt ritrae personaggi politici – potente il ritratto del Ministro della Cultura del regime nazista Joseph Goebbels del 1933, che guarda in macchina con un’espressione truce e inquietante, e il primo storico incontro fra Mussolini e Hitler a Venezia nel 1934 – e celebrità del mondo dello spettacolo e della cultura. Fra queste ci sono Sophia Loren, Marilyn Monroe ed Ernest Hemingway. Ma anche ritratti diventati iconici di personaggi del mondo della scienza come Albert Einstein e J. Robert Oppenheimer. In particolare, il fisico americano inventore della bomba atomica viene raffigurato due volte: nel 1947 e successivamente nel 1963 quando, invecchiato e meno baldanzoso nell’espressione, si definisce “distruttore di mondi”, schiacciato dal peso delle conseguenze delle sue ricerche. Eisenstaedt è, infatti, interessato non tanto a raccontare il fatto in sé, come poteva essere la guerra negli scatti della sua collega in Life Margaret Bourke-White, ma il prima e il dopo delle cose e le sue logiche e collegamenti.

Alfred Eisenstaedt, Vittoria sul Giappone. New York City, 14 agosto 1945 © Alfred Eisenstaedt The LIFE Picture Collection Shutterstock
Alfred Eisenstaedt, Vittoria sul Giappone. New York City, 14 agosto 1945 © Alfred Eisenstaedt The LIFE Picture Collection Shutterstock

I retroscena della foto del bacio: icona della fotografia mondiale

Un posto di rilievo nella mostra è dato alla sua foto iconica V-J Day in Times Square, che si inserisce nel servizio su Life del 1941, dedicato ai baci d’addio fra i militari in partenza e le proprie fidanzate: il fotografo racconta con questo taglio originale direttamente da New York l’ingresso in guerra degli Stati Uniti. Il bacio più noto è però, appunto, quello immortalato il 14 agosto 1945 a Times Square, che ha come protagonisti un’igienista dentale e un marinaio, durante i festeggiamenti per la resa del Giappone, dopo il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki da parte degli Stati Uniti. Leggendo i testi di sala si scoprono i retroscena e le circostanze non proprio festose di quella foto simbolo della fotografia mondiale, rivelate dalla stessa protagonista dello scatto, Greta Zimmer Friedman, in un’intervista rilasciata nel 2016 alla Library of Congress “Quell’uomo era molto forte. Io non lo stavo baciando. Fu lui a baciare me”.

Claudia Giraud

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

Scopri di più