Gli scatti della grande fotografa Margaret Bourke-White sono in mostra a Torino

Con 150 scatti della celebre reporter di Life Magazine, una grande mostra da Camera esplora la vita e l'opera di un'autrice imprescindibile della fotografia del secolo scorso. Dall'America all'India, passando per l'URSS

Molti la ricordano accucciata in cima a un gargoyle del Chrysler building di New York, ancora in costruzione, altri che lavorò per Life Magazine per una vita intera. Sono già meno quelli che, pensando a Margaret Bourke-White (New York, 1904 – Stamford, 1971) ricordano che è stata la prima fotografa straniera autorizzata a scattare foto dell’industria sovietica, o la prima fotoreporter di guerra americana, o che il primo numero di Life, nel novembre del ’36, aveva proprio una sua copertina, quella della diga di Fort Peck. Sembra aver vissuto cento vite la fotografa statunitense, ora in mostra da Camera Torino.

La mostra di Margaret Bourke-White da Camera

Dopo il successo delle mostre dedicate alle pioniere della Eve Arnold e Dorothea Lange, Camera prosegue così con le retrospettive delle grandi donne della fotografia. Aperto dal 14 giugno al 6 ottobre 2024, il percorso espositivo Margaret Bourke-White. L’opera 1930-1960, curato da Monica Poggi e dotato di opere visivo-tattili e audiodescrizioni, si snoda attraverso circa 150 scatti illustrando la grande carriera di Bourke-White, dalle prime esperienze su Fortune fino al fondamentale libro You have seen their faces sulla povertà e la segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti.

Margaret Bourke-White Mohandas Karamchand Gandhi mentre legge vicino a un arcolaio nella sua casa di Pune Pune, Maharashtra, India, 1946 Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Collection/Shutterstock
Margaret Bourke-White Mohandas Karamchand Gandhi mentre legge vicino a un arcolaio nella sua casa di Pune Pune, Maharashtra, India, 1946 Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Collection/Shutterstock

Gli scatti più iconici di Margaret Bourke-White in mostra a Torino

Iconici i suoi ritratti a Stalin e a Gandhi, giustapposti qui ai reportage da manuale sulle industrie statunitensi e sovietiche, che si concentravano ora su architetture e spazi, spesso laconici e severi, ora sulla società e le sue lotte (ma sempre da una certa distanza). Dall’ingresso delle truppe americane a Berlino ai campi di concentramento, quello dell’autrice è un viaggio nello stravolgimento del Novecento, e nella sua rinascita, visto anche attraverso alcuni dei suoi lavori meno noti.

Anche Paolo Novelli in mostra da Camera

Contemporaneamente a questa esposizione, la Project Room di Camera ospita la mostra Paolo Novelli. Il giorno dopo la notte, che accosta due cicli di lavori analogici del fotografo bresciano, realizzati fra 2011 e 2018, entrambi in bianco e nero. Le due serie presentano sostanzialmente un unico soggetto, le finestre, ritratte in una sequenza di notturni e diurni in cui dialogano rispettivamente con la luce dei lampioni e con i giochi di luce del sole.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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