Tempo di vivere. Le fotografie di Mario Giacomelli in mostra a Roma

Alla Galleria Gilda Lavia, nel quartiere di San Lorenzo a Roma, sono esposti 66 scatti di Mario Giacomelli. Curata dalla nipote dell'artista, Katiuscia Biondi Giacomelli, direttrice dell'Archivio Mario Giacomelli, la mostra evidenzia il ruolo della fotografia come atto rituale e antropologico nel rapporto fra uomo e natura, realismo e lirismo, segno e materia

Prende forma nelle fotografie potenti di Mario Giacomelli (Senigallia, 1915-2000) la consapevolezza che il tempo scorre e che tutto inesorabilmente volge verso una fine.
I paesaggi e i campi arati appaiono come lande desolate e sembrano incidere aspramente non solo le geografie e i luoghi noti al fotografo, ma soprattutto lacerano l’anima, che diventa metamorfosi della terra. In questo flusso apparentemente immobile lo scenario è disarmante: l’uomo è indagato visivamente nella propria parabola di crisi con un realismo estremo e accecante, abbandonato al tempo che scandisce gli ultimi drammatici istanti.

Mario Giacomelli, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Courtesy Archivio Mario Giacomelli

Mario Giacomelli, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Courtesy Archivio Mario Giacomelli

IL NEOREALISMO DI MARIO GIACOMELLI

Da qui si sviluppa tutta la serie incentrata sugli anziani negli ospizi, sulla solitudine, sulla degenza e sulla morte, riprendendo quei temi di natura sociale già elaborati in pittura agli inizi del Novecento da Angelo Morbelli nella serie dedicata ai vecchi del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Cinquant’anni più avanti, però, Giacomelli ribalterà completamente l’angolazione, introducendo attraverso la fotografia di matrice neorealista, una nuova visione lirica, onirica e drammatica.
Il fotografo marchigiano sembra muoversi come un regista fra gli spazi e gli scenari guardati attraverso un bianco e nero pungente, un filtro tutto personale in cui il rapporto fra uomo e natura si dilata nel tempo ancestrale della memoria che è ecce veritas. Lo scatto dei due giovani sull’altalena racchiude il senso di questa mostra: il tempo non torna mai indietro, non è eterno e immutabile, esso continua a scorrere attorno alla giostra della vita. Conclude la mostra un contributo audio, trasmesso in loop, in cui le parole di Giacomelli riportano l’attenzione ai suoi pensieri, alla sua creatività, alla sua visione della fotografia fra realismo e poesia che appare un atto rituale e antropologico per indagare il mondo esterno.

– Fabio Petrelli

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Fabio Petrelli

Fabio Petrelli

Nato nel 1984 ad Acquaviva delle Fonti, è uno storico dell’arte. Laureato nel 2006 presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con una tesi in storia dell’arte (Storie notturne di donne. La rappresentazione perturbante della donna dal XV secolo ad…

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