Dormire in una camera d’albergo dipinta da Edward Hopper. Al Virginia Museum of Fine Arts

Il museo statunitense, nell’ambito della mostra dedicata al padre del Realismo americano, ricostruisce una camera d’albergo dipinta nel 1957 da Hopper in cui far pernottare il pubblico

Western Motel, 1957, Edward Hopper (American, 1882–1967), oil on canvas. Yale University Art Gallery, New Haven, Bequest of Stephen C. Clark, B.A., 1903. © 2019 Heirs of Josephine N. Hopper / Artists Rights Society (ARS), NY
Western Motel, 1957, Edward Hopper (American, 1882–1967), oil on canvas. Yale University Art Gallery, New Haven, Bequest of Stephen C. Clark, B.A., 1903. © 2019 Heirs of Josephine N. Hopper / Artists Rights Society (ARS), NY

Vi siete mai immaginati, almeno per una volta, di trovarvi all’interno di una delle scene dipinte da Edward Hopper (Nyack, 1882 – New York, 1967)? Camere d’albergo solitarie, bar semideserti, interni domestici dall’atmosfera misteriosa, le tele dipinte dal padre del Realismo americano sono diventate un cult della storia dell’arte contemporanea, ridefinendone canoni stilistici ed estetici. Alla particolare predilezione che Hopper ebbe per uno dei soggetti più dipinti, ovvero gli hotel, è dedicata la mostra Edward Hopper and the American Hotel, che inaugurerà il prossimo 26 ottobre al Virginia Museum of Fine Arts di Richmond, negli Stati Uniti. Ma non si tratta di una semplice mostra: i visitatori infatti potranno entrare per davvero all’interno di un quadro di Hopper, per la precisione Western Motel, pernottando all’interno della camera d’albergo che l’artista dipinse nel 1957.

Hotel Lobby, 1943, Edward Hopper (American, 1882–1967), oil on canvas. Indianapolis Museum of Art at Newfields, William Ray Adams Memorial Collection, 47.4 © 2019 Heirs of Josephine N. Hopper / Artists Rights Society (ARS), NY
Hotel Lobby, 1943, Edward Hopper (American, 1882–1967), oil on canvas. Indianapolis Museum of Art at Newfields, William Ray Adams Memorial Collection, 47.4 © 2019 Heirs of Josephine N. Hopper / Artists Rights Society (ARS), NY

LA “HOPPER HOTEL EXPERIENCE”

Nell’ambito della mostra, il Virginia Museum of Fine Arts ricreerà quindi il Western Motel, una delle opere più note di Hopper: una sorta di riproduzione tridimensionale della camera dipinta dall’artista, in cui i visitatori avranno la possibilità di entrare e non solo. Con la Hopper Hotel Experience infatti gli ospiti avranno la possibilità di pernottare al museo dentro la stanza ispirata al Western Motel. L’istituzione metterà a disposizione diversi pacchetti, tra cui alcuni comprendono una cena al ristorante del museo Amuse, o una visita guidata condotta dal curatore e un catalogo della mostra. Entro la fine del mese, il Virginia Museum of Fine Arts renderà noti i dettagli su come prenotarsi per partecipare alla Hopper Hotel Experience.

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Room in New York, 1932, Edward Hopper (American, 1882– 1967), oil on canvas, Sheldon Museum of Art, University of Nebraska-Lincoln, Anna R. and Frank M. Hall Charitable Trust, H-166. Photo © Sheldon Museum of Art © 2019 Heirs of Josephine N. Hopper / Artists Rights Society (ARS), NY
Room in New York, 1932, Edward Hopper (American, 1882– 1967), oil on canvas, Sheldon Museum of Art, University of Nebraska-Lincoln, Anna R. and Frank M. Hall Charitable Trust, H-166. Photo © Sheldon Museum of Art © 2019 Heirs of Josephine N. Hopper / Artists Rights Society (ARS), NY

LA MOSTRA DI EDWARD HOPPER AL VIRGINIA MUSEUM OF FINE ARTS

Edward Hopper and the American Hotel presenterà al pubblico oltre 60 opere, tra dipinti, disegni, acquerelli e illustrazioni di Hopper, rappresentando così la prima indagine mai condotta sul tema degli hotel nella ricerca dell’artista. sulle immagini canoniche dell’artista di hotel, motel e altri ambienti di ospitalità, ampliando così i termini di alienazione e frammentazione in cui viene spesso discussa l’arte di Hopper. Sono incluse anche 35 opere di artisti americani che esplorano la cultura visiva degli hotel e dei viaggi dagli inizi del XX secolo ad oggi, tra cui Richard Caton Woodville, John Singer Sargent, Charles Demuth, Reginald Marsh, Edward Ruscha e Cindy Sherman. Ma la chicca sono senza dubbio i diari scritti da Josephine, moglie e collega di Hopper, che raccontano i viaggi fatti dalla coppia e i luoghi in cui hanno vissuto.

– Desirée Maida

Richmond // dal 26 ottobre 2019 al 23 febbraio 2020
Edward Hopper and the American Hotel
Virginia Museum of Fine Arts
200 N. Arthur Ashe Boulevard
www.vmfa.museum

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Desirée Maida
Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi sulla pittura del Tardo Manierismo meridionale (approfonditi durante un periodo di ricerche presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis) e sull’architettura medievale siciliana. Ha scritto per testate siciliane e di settore, collaborato con gallerie d’arte e curato mostre di artisti emergenti presso lo Spazio Cannatella di Palermo. Oggi fa parte dello staff di direzione di Artribune e cura per realtà private la comunicazione di progetti artistici e culturali.