Vent’anni di Art Park La Court, il parco artistico fra i vigneti del Monferrato

Tutta la storia del più esteso museo a cielo aperto in vigna, connubio tra Land art, paesaggio e vino. E presto un nuovo progetto coinvolgerà un grande artista piemontese

Era l’estate 2003: sulle colline di Castelnuovo Calcea (Asti) inaugurava l’Art Park La Court, che oggi festeggia vent’anni ricordando la lungimiranza del progetto voluto da Michele Chiarlo (classe 1935), fondatore di una delle più note aziende vinicole piemontesi. L’idea di far dialogare l’arte e i vigneti da cui nascono le etichette del Nizza Docg e Barbera d’Asti Doc maturò tra la fine degli Anni Novanta e i primi del nuovo millennio: nel 1995, dopo una lunga trattativa, Chiarlo era riuscito ad acquisire la tenuta La Court, un corpo unico di oltre 20 ettari disposti ad anfiteatro sotto il paese di Castelnuovo Calcea. I terreni erano appartenuti dall’Ottocento alla famiglia di origine toscana Aluffi, che aveva abbellito la cima di quelle colline con dei cipressi, quasi a richiamare i paesaggi dell’Italia centrale.

Vista aerea della Tenuta La Court, Asti

Vista aerea della Tenuta La Court, Asti

L’ART PARK LA COURT SULLE COLLINE DEL MONFERRATO

A guidare la trasformazione dei vigneti in un cantiere artistico fu chiamato Giancarlo Ferraris (San Marzano Oliveto, 1950), un pittore di Nizza Monferrato, nonché insegnante al Liceo Artistico di Torino. Con lui Chiarlo aveva un lungo sodalizio: gli aveva affidato, anche in quel caso con lucida visione sulle tendenze future, la creazione di nuove etichette per le sue bottiglie di vino. Un passo decisivo per rinnovare la tradizione, fino agli Anni Ottanta legata a caratteri goticheggianti e stemmi di famiglia.
Poi l’Art Park: “Fu un’impresa titanica, forse la più divertente della mia vita” racconta Ferraris ripensando a quell’esperienza “Chiamai a raccolta una decina di artisti, amici e artigiani di altissimo livello a lavorare insieme. C’erano ceramisti, fabbri, scultori, pittori, mosaicisti. Le competenze di ciascuno completavano quelle degli altri e i progetti diventavano più interessanti perché condivisi: fu una sorta di factory warholiana a Castelnuovo Calcea”.

Emanuele Luzzati, Personaggi disegnati sull'aia della Cascina La Court, Art Park La Court, Asti. Photo © Photo Dario Bragaglia

Emanuele Luzzati, Personaggi disegnati sull’aia della Cascina La Court, Art Park La Court, Asti. Photo © Photo Dario Bragaglia

GLI ARTISTI ALL’ART PARK LA COURT

Fra tutti gli artisti chiamati alla corte di Michele Chiarlo, spicca Emanuele Luzzati (Genova, 1921 – 2007), autore delle installazioni più importanti. Sulla salita che porta all’aia della cascina La Court si trova Madre natura, opera monumentale dell’artista e scenografo genovese allestita nel parco nel 2014, diversi anni dopo la sua morte. A introdurre la visita, sull’aia della cascina ci sono i personaggi che hanno reso famoso Luzzati come illustratore e autore di film di animazione: la regina, il re, il menestrello, il drago. Qui sono stati realizzati in legno, ad altezza d’uomo.
Sulla sinistra dell’edificio, all’imbocco della salita che conduce alla prima delle colline è collocato il Sito dell’acqua, una sirena di terracotta ideata da Luzzati e realizzata dal ceramista Marcello Mannuzza. Fa da sfondo una parete di piastrelle in vetro di Fabio Cavanna (Nizza Monferrato, 1976) e ceramica Raku di Dedo Roggero Fossati (Nizza Monferrato, 1948). Ai piedi della sirena, c’è una piramide di vetro di Peppino Campanella: l’opera, pensata come una fontana, dove l’acqua discende sfruttando il naturale dislivello del terreno, è stata recentemente restaurata per farle ritrovare l’originale brillantezza. L’erto pendio raggiunge il Sito del fuoco, realizzato da Luzzati sempre in collaborazione con Fabio Cavanna: il grande sole di Luzzati posto all’interno di un astrolabio che richiama simboli alchemici è affiancato dalle fiamme colorate realizzate da Cavanna con la tecnica della vetrofusione.
Con leggere ondulazioni del percorso ci si avvia in salita verso la parte più alta del parco artistico. Qui i filari delle viti sono caratterizzati dalle Teste segnapalo di Balthasar Brennenstuhl (Zurigo, 1956) e Dedo Fossati, a richiamare l’antica abitudine che si adottava sperando di proteggere le vigne dalle malattie. Più in alto si ritroveranno anche le Teste segnapalo di Ronaldo Carbone.

Sito dell'aria, Art Park La Court, Asti. © Photo Dario Bragaglia

Sito dell’aria, Art Park La Court, Asti. © Photo Dario Bragaglia

LA QUOTIDIANITÀ DELL’ARTE ALL’ART PARK

L’area della Cascina Castello è invece preceduta da La Porta sul vigneto, il grande arco metallico realizzato da Ugo Nespolo (Mosso, 1941) nel 2013, anno del decennale del parco e della nascita del Nizza Docg Riserva La Court Vigna Veja, le cui etichette sono state disegnate dal maestro torinese. Ripensando a quell’opera a distanza di dieci anni, Nespolo racconta che “l’intento era quello di realizzare una porta simbolica sulle colline. Una scultura che fungesse da rito di passaggio, ingresso in un mondo nuovo, ma anche cornice da cui ammirare il paesaggio circostante. Ciò che davvero mi affascinava, però, era la commistione tra arte e vita. Sotto la porta sarebbero passati i visitatori del parco e i trattori, i vignaioli e gli amanti del vino. Non c’è cultura alta e bassa, l’arte appartiene alla vita di tutti i giorni, al lavoro e alla bellezza.
Grappoli, bicchieri, foglie di vite, il sole e la luna danno il benvenuto nella cascina dove è conservato l’Archivio Multimediale Permanente dedicato ai Piemontesi illustri. Un omaggio ad alcuni personaggi e creazioni che hanno reso grande il Piemonte nel mondo: da Giacomo Balla a Giacomo Morra (da un grande nome del Futurismo all’ “inventore” del tartufo bianco d’Alba), dalla Fiat 500 a Umberto Eco. E proprio allo scrittore alessandrino scomparso nel 2016, Giancarlo Ferraris ha dedicato un quadro che si trova en plein air, accanto alla panchina gigante di Chris Bangle (Ravenna, Ohio, 1956).
Nel punto più alto del percorso – approdo finale arrivando dal basso o sito iniziale se si desidera scoprire il parco in senso inverso (l’accesso è libero durante la giornata) – si scopre il Sito dell’aria. La grande voliera metallica immaginata da Luzzati contiene uccelli in ceramica che sembrano volteggiare liberi interagendo con lo splendido scenario monferrino, riconosciuto come Patrimonio mondiale dell’UNESCO, che si apre da questo punto di osservazione.

Ugo Nespolo, La Porta sul vigneto, Art Park La Court, Asti. © Photo Dario Bragaglia

Ugo Nespolo, La Porta sul vigneto, Art Park La Court, Asti. © Photo Dario Bragaglia

DALL’ART PARK AL CANNUBI PATH

L’Art Park La Court è il più esteso museo a cielo aperto in vigna, monumento in continuo aggiornamento dove arte, paesaggio e vino dialogano ininterrottamente, offrendo ai visitatori una delle esperienze di land art più interessanti nel panorama enologico“, spiega Stefano Chiarlo, il figlio di Michele, che assieme al fratello Alberto guida oggi l’azienda piemontese.
Il legame della famiglia Chiarlo con l’arte non si ferma solo all’Art Park La Court. A La Morra, nelle Langhe, all’interno di uno dei cru più prestigiosi del Barolo, nascerà (fra qualche mese) un nuovo percorso artistico ideato da Ugo Nespolo. “La passeggiata – il Cannubi Path – sarà accompagnata da opere d’arte che, di stazione in stazione, giungeranno fino al guardia-vigna centrale, in piemontese conosciuto come ciabot, un piccolo edificio novecentesco che sarà restaurato per l’occasione“, anticipa l’artista torinese. Qui nascerà uno spazio di meditazione, un luogo ricco di simboli legati al vino e alla vigna che inviterà alla sosta: un modo per riappropriarsi del paesaggio con lo sguardo e lo spirito.

Dario Bragaglia
 
www.michelechiarlo.it

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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