Donna, anziana, eroina. La mostra di Emma Talbot a Reggio Emilia

Ercole si tramuta in una vecchia donna e le dodici fatiche sono rappresentate dai disastri ecologici e sociali dell’era contemporanea. Emma Talbot interpreta la mitologia in chiave femminista ed ecologista alla Collezione Maramotti

Grandi “teleri” in seta narrano una storia antica e simbolica, che Emma Talbot (Stourbridge, 1969) ha reinterpretato sostituendo l’eroe con una donna anziana e le imprese da affrontare con problematiche che affliggono il mondo contemporaneo. Grazie a una residenza d’artista che l’ha vista ospite a Reggio Emilia della Collezione Maramotti ‒ realtà museale ed espositiva, costola dell’azienda Max Mara ‒, l’artista inglese ha realizzato un’installazione che utilizza vari media per affrontare con una visione del tutto personale lo “Zeitgeist”, lo spirito del tempo, di oggi.

Emma Talbot nel suo studio a Reggio Emilia, 2022. Photo Bruno Cattani – Fotosuperstudio

Emma Talbot nel suo studio a Reggio Emilia, 2022. Photo Bruno Cattani – Fotosuperstudio

EMMA TALBOT ALLA COLLEZIONE MARAMOTTI

Punto di partenza delle ricerche di Talbot è il celebre Le tre età della donna, dipinto da Gustav Klimt nel 1905 e oggi conservato alla Galleria Nazionale di Roma. A ispirare l’artista è stata in particolare l’allegoria dell’età senile, personificata da una donna vecchia, curva, che sembra vergognarsi del suo corpo segnato dal tempo. Il secondo fattore alla base della riflessione dell’artista è la sequenza mitologica delle dodici fatiche di Ercole. Mixando i due ingredienti, cui si aggiungono i principi della permacultura – una “metodologia innovativa volta a creare modi di vita sostenibili e a sviluppare sistemi ecologicamente armonici efficienti e produttivi utilizzabili da chiunque e dovunque”, spiega Laura Smith nel catalogo –, è scaturita un’installazione potente, di grande impatto visivo e capace di mettere a fuoco i grandi temi della contemporaneità: i prodotti farmaceutici, la fertilità, l’immigrazione, la produzione di cibo, i carburanti fossili, i capitali e la creatività, come dichiara la stessa Talbot nella descrizione del progetto presentato al Max Mara Art Price for Women nel 2019.

Emma Talbot, The Age: L'Età, installation view at Collezione Maramotti, Reggio Emilia. Photo Dario Lasagni

Emma Talbot, The Age: L’Età, installation view at Collezione Maramotti, Reggio Emilia. Photo Dario Lasagni

LA MOSTRA A REGGIO EMILIA

Sulle seriche tele dipinte sospese al centro dello spazio della Collezione scorrono in sequenza gli episodi che vedono protagonista l’anziana donna, con la sua fluente chioma grigia, quasi come in un affresco pre-rinascimentale in cui i riquadri, accostati l’uno all’altro, delineano una storia comprensibile a tutti, ulteriormente chiarita da dei “baloon” con frasi poetiche. La rugosa eroina è audace e coraggiosa come Ercole, ma affronta le “fatiche” con infinita saggezza e perseguendo non più l’obiettivo della sopraffazione, della morte, della soluzione immediata che non tiene conto degli effetti a lungo termine. Ecco allora che l’elemento femminile rispetta la Terra e le altre creature, trova modi gentili per convivere, si impegna per non distruggere, per recuperare una perduta armonia tra esseri umani e il pianeta Terra. Propone, in sostanza, modalità alternative di esistenza, ribaltando le consuetudini e imponendo una nuova lettura sia del genere dell’eroe sia dell’età umana.
Durante la residenza presso una delle industrie tessili più celebri di Italia, Emma Talbot ha inoltre avuto modo di fare esperienze dirette tra le nuove forme di produzione dei filati e dei tessuti – in parte ha utilizzato sete riciclate –, scoprendo metodi di produzione che le hanno consentito di realizzare anche una grande “scultura” fatta di fili, di stoffe tinte nei colori che sono caratteristici della sua ricerca. La mostra si completa con l’esposizione di una serie di disegni su carta, bozzetti dell’opera finale, e di un’animazione video che restituisce il movimento dei già “movimentati” dipinti autografi.
 
Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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