Dominique White vince il Max Mara Art Prize for Women 2022-2024

Classe 1993, l’artista inglese è la più giovane vincitrice nella storia del premio biennale dedicato alle artiste emergenti attive nel Regno Unito. Ora la residenza alla Collezione Maramotti, per sviluppare la sua ricerca sulle oppressioni subite dalla Blackness

Con cadenza biennale, il Max Mara Art Prize for Women premia il talento di un’artista emergente attiva nel Regno Unito (che non abbia ancora esposto le sue opere in un’antologica). Il riconoscimento, assegnato dal 2005, è promosso da Max Mara con la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, in collaborazione con la Whitechapel Gallery di Londra (l’idea si deve a Iwona Blazwick, ex direttrice della galleria) e si prefigge l’obiettivo di sostenere e promuovere artiste in una fase cruciale della loro carriera, offrendo loro un’opportunità per sviluppare il proprio potenziale.

Dominique White, Flag of Nowhere, 2017. Courtesy: the artist

Dominique White, Flag of Nowhere, 2017. Courtesy: the artist

IL MAX MARA ART PRIZE FOR WOMEN

Alla vincitrice è infatti offerto un periodo di residenza in Italia della durata di sei mesi, organizzata su misura in base all’artista e alla proposta presentata per il Premio: nel corso della residenza, organizzata dalla Collezione Maramotti, l’artista ha l’opportunità di realizzare un nuovo progetto, poi esposto nell’ambito di due mostre personali (nel corso del 2024) alla Whitechapel Gallery di Londra e alla Collezione Maramotti, che in ultima istanza acquisisce l’opera. Ad aggiudicarsi il premio per l’edizione 2022-2024 è Dominique White (1993), proclamata vincitrice in occasione della cerimonia celebrata il 28 marzo alla Whitechapel Gallery.

Dominique White © Photo Bernice Mulenga Courtesy: the artist, Whitechapel Gallery

Dominique White © Photo Bernice Mulenga Courtesy: the artist, Whitechapel Gallery

CHI È DOMINIQUE WHITE

White vive e lavora tra Marsiglia e l’Essex, e utilizza scultura e installazione per creare nuovi mondi influenzati dal concetto di “Blackness”, traendo ispirazione dalla forza rigenerante del mare. Le sue opere, non a caso, sono spesso composte da residui nautici evocativi, come vecchie vele, alberi, frammenti di mogano bruciato, catene, corde, e materiali come l’argilla di caolino e il ferro grezzo, ma dal mare sono mutuati anche miti nautici particolarmente rilevanti per la Diaspora Nera. In questo contesto, White ridefinisce il termine “shipwreck(ed)” (naufragio/naufrago) come un verbo riflessivo e uno stato dell’essere per incarnarne l’abolizione: le sue sculture, come fossero fari, evocano mondi marini che profetizzano l’affermazione degli individui apolidi nella società contemporanea. Ed è un nuovo gruppo di opere dal titolo Deadweight (titolo derivato dall’espressione “tonnellaggio di portata lorda”, termine ufficiale usato nell’industria marittima per calcolare quanto peso una nave possa sopportare prima che affondi) a esserle valso il Max Mara Art Prize for Women, in una rosa di cinque finaliste che l’ha vista confrontarsi con Rebecca Bellantoni, Bhajan Hunjan, Onyeka Igwe e Zinzi Minott. A stabilire l’esito, una giuria composta dalla gallerista Rozsa Farkas, dall’artista Claudette Johnson, dalla scrittrice Derica Shields e dalla collezionista Maria Sukkar, e presieduta (per la prima volta) dalla curatrice ospite del Premio, Bina von Stauffenberg, in collaborazione con Gilane Tawadros, nuova direttrice di Whitechapel Gallery.

Dominique White, Redemption, 2022. Photo: Aurélien Mole Courtesy: Triangle Astérides, VEDA Firenze and the artist

Dominique White, Redemption, 2022. Photo: Aurélien Mole Courtesy: Triangle Astérides, VEDA Firenze and the artist

LA RESIDENZA DI DOMINIQUE WHITE IN ITALIA

Nel corso della sua residenza, White avrà la possibilità di esplorare e interrogare il significato storico e contemporaneo e lo sfruttamento del “deadweight tonnage”, connettendo la sua ricerca al tema della tratta degli schiavi, inquadrato anche nella sua accezione contemporanea, per riflettere sugli avvenimenti tristemente noti che insanguinano le acque del Mediterraneo. L’artista dunque lavorerà con storici e giornalisti, e visiterà siti significativi per la sua indagine, nell’Italia del Sud, oltre a musei, archivi e collezioni nautiche, ma anche cantieri (e cimiteri) navali, per raccogliere materiale e collaborare con operatori metallurgici. Proprio nell’ambito dello sviluppo creativo di Deadweight, White immergerà nelle acque del Tirreno, lungo la costa occidentale italiana, alcuni elementi dell’opera finale, che diventeranno il fulcro della mostra personale prevista per il 2024. Ricevendo il Premio, White si è detta onorata e soddisfatta per l’opportunità unica “di sviluppare abilità apparentemente irraggiungibili e aree di ricerca ambiziose”. “Pur essendo l’artista più giovane tra le finaliste (e anche la più giovane mai insignita del premio, ndr), Dominique ha presentato una proposta che, per maturità, rigore e coerenza nell’approccio creativo, risulta totalmente in linea con le finalità del Premio” sottolinea Gilane Tawadros “vale a dire consentire ad artiste di sviluppare e creare progetti capaci di parlare del e al mondo circostante”. White ha recentemente ricevuto il Foundwork Artist Prize edizione 2022 (US), oltre a riconoscimenti da parte di Artangel (UK), Henry Moore Foundation (UK) nel 2020 e Roger Pailhas Prize (Art-O-Rama, FR) in concomitanza con la personale organizzata con VEDA nel 2019. Tra le collettive recenti cui ha preso parte si segnala, in Italia, Afterimage al MAXXI L’Aquila (2022-2023).

Livia Montagnoli

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