L’opera del periodo d’oro di Gustav Klimt esposta in Austria dopo sessant’anni di oblio

Sembrava essersi perso tra confische e compravendite e invece, dopo una lunga assenza, uno dei capolavori del pittore austriaco torna al Belvedere di Vienna in occasione di una grande mostra

Klimt. Inspired by Van Gogh, Rodin, Matisse così s’intitola il nuovo progetto espositivo del Belvedere Museum di Vienna, a cura di Markus Fellinger. La mostra, aperta fino al 29 maggio, è il risultato di una stretta collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam e raggruppa una selezione di circa 90 opere che mettono a confronto i precursori di Gustav Klimt, e i suoi contemporanei. “Klimt è spesso considerato un genio solitario” spiega il curatore, “la cui creatività è emersa dall’interno ed è stata modellata dalle circostanze che hanno prevalso nel suo ambiente immediato a Vienna intorno al 1900. (…) Attraverso una serie di chiari confronti, illustriamo come Klimt è stato in grado di assimilare le conquiste artistiche del tempo nello sviluppo del proprio lavoro con infallibile istinto”. Fra i diversi capolavori in mostra spicca Serpenti d’acqua II, opera completata nel 1907 e risalente al periodo oro del pittore austriaco; sconosciuta al grande pubblico.

SERPENTI D’ACQUA II DI GUSTAV KLIMT: LA STORIA

Nel 1903, dopo aver visitato un paio di volte Ravenna, Gustav Klimt rimase talmente affascinato dallo scintillio dei grandi mosaici bizantini che ebbe inizio il cosiddetto “periodo oro”. Questa fase di ricerca coincideva con la sua maturità creativa, come si evince dall’opera Giuditta realizzata nel 1901. A differenza di altri noti capolavori, Serpenti d’acqua II risulta essere sconosciuto al grande pubblico a causa di una serie di vicissitudini. Infatti l’olio su tela era di proprietà di una coppia di collezionisti austriaci e, successivamente, venne confiscata dai nazisti dopo l’annessione del Paese da parte del Reich, nel 1938. In seguito, venne “acquistata da un figlio illegittimo dell’artista”, il regista Gustav Ucicky ed esposto raramente a Vienna. L’opera finì nel dimenticatoio fino al 2013, quando la vedova di Ucicky decise di vendere il quadro per 112 milioni di dollari al presidente dell’AS Monaco, l’oligarca russo Dmitri Rybolovlev (che lo cederà due anni dopo). Ad oggi, il quadro è parte della collezione HomeArte – fondata da Rosaline Wong ad Hong Kong – e torna ad essere fruibile al grande pubblico grazie al Belvedere Museum di Vienna, il quale ha offerto perizia e restauro dell’opera in cambio del suo cospicuo premio assicurativo.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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