Momenti della verità. La mostra di Giulio Paolini a Brescia

È la quintessenza di Paolini quella che va in mostra nella galleria di Massimo Minini a Brescia, rinsaldando il legame decennale tra l’artista genovese e il gallerista

Con Momenti della verità si registra per la settima volta la presenza di Giulio Paolini (Genova, 1940) nello spazio di Massimo Minini a Brescia. Questo ulteriore appuntamento, che corona e suggella una collaborazione e un’amicizia che dura da quasi mezzo secolo, vuole essere, secondo quanto dichiarato nel comunicato, “non una mostra nella Galleria di Massimo, ma la mostra della Galleria”: un’esposizione che riflette su se stessa dunque, avendo come tema lo spazio in cui si svolge. Essa si sviluppa attraverso le quattro stanze della galleria come se fossero, in senso ritmico e metrico, le stanze di una canzone che nel suo procedere si biforchi e si sdoppi per echeggiamenti e rifrazioni tematiche. Ma le stanze rappresentano anche uno spazio fisico e sentimentale di esperienze convissute e che si intreccia pertanto con la vita stessa. In quanto tale, esso non viene attivato come di consueto in Paolini tramite fotografie, calchi, simulacri o frammenti materici, ma colto attraverso tracce e risonanze, attraverso lo svelamento di una sua aura segreta, riattivando in esso un’eredità di incontri e di destini, di atti e di sguardi perduti. È come se questa settima mostra trascinasse con sé, candeggiato e distillato, il lascito di tutte le altre mostre passate.

Giulio Paolini, Momenti della verità, installation view at Galleria Massimo Minini, Brescia, November 2022 – January 2023. Courtesy the artist and Galleria Massimo Minini. Photo Petrò Gilberti

Giulio Paolini, Momenti della verità, installation view at Galleria Massimo Minini, Brescia, November 2022 – January 2023. Courtesy the artist and Galleria Massimo Minini. Photo Petrò Gilberti

GIULIO PAOLINI IN MOSTRA BRESCIA

Il metodo d’indagine di Paolini appare qui ridotto alla sua quintessenza, presentandoci non un corredo di immagini ma una trasparenza di ombre, una musica di echi, un’albedo di alchimie combinatorie. All’entrata ecco un parallelepipedo di plexiglas che riproduce in scala la volumetria della stanza stessa al cui centro si trova, mentre sulla parete di fronte appare una silhouette vuota di una figura di spalle, raffigurante l’autore-spettatore, la parte superiore tracciata a matita su un foglio bianco, quella inferiore che continua sul muro. Nelle altre tre sale questa combinazione segnica si sdoppia e si frammenta, sempre tramite un’algebra di risonanze: si direbbe che la traccia a matita sul bianco del foglio o della parete non tanto disegni il contorno di una sagoma umana con lo sguardo rivolto davanti a sé quanto evochi piuttosto l’atto disincarnato di una visione proiettata verso l’infinito.

Alberto Mugnaini

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini, storico dell’arte e artista, si è laureato e ha conseguito il Dottorato di Ricerca all’Università di Pisa. Dal 1994 al 1999 ha vissuto a New York, dove è stato tra i fondatori del laboratorio di design “New York…

Scopri di più