La galleria Raffaella Cortese apre Aedicula ad Albisola Superiore

È estate ed è tempo di gallerie pop up che seguano appassionati e collezionisti in vacanza. Non è proprio il caso di Raffaella Cortese che in Liguria ha aperto uno spazio di intimità. Una nuova minuscola galleria in un luogo magico

Non si tratta propriamente della “quarta sede della galleria di Raffaella Cortese, bensì di un luogo intimo e raccolto dall’identità ben definita che omaggia la cittadina ligure e la sua storia, offrendo uno spazio di condivisione – ma sempre “a voce bassa” – con gli artisti e il pubblico che vorrà entrare a farne parte. Tutto questo è Aedicula Raffaella Cortese, una vetrina di via Colombo 54 restaurata dai giovani architetti Gaia Calegari e Nicola Clivati ad Albisola Superiore, luogo profondamente caro a Raffaella Cortese, gallerista che da 25 anni si distingue per la sua proposta, tanto da essere diventata una delle più affermate nel panorama milanese. Lontana dal rumore degli eventi artistici e dalla mondanità affollata dei salotti, però, Aedicula si caratterizza per la sua discrezione, ideale per l’incontro dell’altro, dell’arte, del pensiero nella sua forma più essenziale e autentica.

Marcello Maloberti, Amore portami dove sono, 2022, Aedicula Raffaella Cortese

Marcello Maloberti, Amore portami dove sono, 2022, Aedicula Raffaella Cortese

AEDICULA RAFFAELLA CORTESE AD ALBISOLA

Prendendo possesso di questi pochi metri quadrati ad Albisola Superiore ho avvertito il desiderio di permanenza”, racconta la gallerista a proposito del paese il quale ha accolto fin dagli anni Cinquanta grandi artisti come Lucio Fontana, Manzoni, Leoncillo, Asger Jorn, Wilfredo Lam e Sebastián Matta, che in queste fabbriche venivano a produrre opere in ceramica dando vita a un punto nevralgico per l’arte contemporanea. “Nel nostro mondo di eventi spettacolari e transitori, sento la mancanza di intimità e accoglienza; il bisogno di tornare all’arte in modo semplice, in un incontro più profondo e raccolto, a voce bassa. Desideravo anche un pretesto per tornare, ogni tanto, anche solo in giornata, a vedere questo mare e riconciliarmi con l’acqua, elemento così vitale, pericoloso ma anche in pericolo, frequente nell’opera di tanti artisti che ne hanno amato contraddizioni, mutevolezza e meraviglia. Oggi la mia fantasia si è materializzata in questo luogo minuscolo ad Albisola Superiore, con una finestra quadrata rossa sulla parete di fondo che dà sul verde, a due passi dal mare, che è più pensatoio che spazio espositivo”.

Marcello Maloberti, Amore portami dove sono, 2022, Aedicula Raffaella Cortese

Marcello Maloberti, Amore portami dove sono, 2022, Aedicula Raffaella Cortese

MARCELLO MALOBERTI DA AEDICULA RAFFAELLA CORTESE

Il primo progetto a inaugurare Aedicula è di Marcello Maloberti (Codogno, 1966) artista da tempo parte della scuderia di Raffaella Cortese e a lei legato da un lungo rapporto di lavoro e di amicizia. Un’opera semplice, immediata, ma anche intima e intensamente poetica che si pone in continuità con la natura della piccola stanza e con le motivazioni che ne hanno generato la nascita. Amore portami dove sono, 2022, recita la scritta al neon visibile dalla strada: una dichiarazione forte e allo stesso tempo colma di dolcezza, che presenta la calligrafia dell’artista in pieno stile “martellate”, una ricerca di brevi componimenti poetici scritti di getto. “Aprire un tuo spazio ed esporre una mia scritta di luce è come creare una parentesi tra il vento e il mare, tra le macerie di un oggi morto in faccia. Davanti ad un orizzonte orizzontale i tuoi artisti li vorresti tutti fronte mare mentre ti perdi nel chiaroscuro del mare”, scrive Maloberti a Raffaella Cortese. “La voce bassa del mare la senti solo tu dai muri di Albisola, SOLO TU DAL MURO SENTI IL RUMORE DEL MARE. In via Colombo n.54 ci sono solo vetrine meno la tua come dire, il tuo spazio è una vetrina ma con un vetro di meno, come se il corpo dello spazio trattenesse il suo respiro. Gli occhi lasciano parole sui vetri puliti a FESTA. Con le visioni diamo presenza ad un’assenza, DIMENTICATO APPARE. Per i passanti distratti è come un inciampare nei loro stessi occhi. Tu sei il tuo lavoro e il tuo lavoro sei tu, l’arte non accetta confini: l’arte è lo strumento per far accadere esperienze e riaccendere il mondo. Come a dire a tutti AMORE PORTAMI DOVE SONO”.

– Giulia Ronchi

https://aedicula.raffaellacortese.com/

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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