Paesaggi e pittura nella mostra di Andrea Barzaghi a Roma

La sorprendente attualità del paesaggio con figura nelle opere pittoriche di un artista insieme lirico e analitico. Negli spazi di Francesca Antonini a Roma la poetica di Andrea Barzaghi

Andrea Barzaghi (Monza, 1988) dipinge un idillio naturale interminabile, in cui la figura umana, pur presente, quasi non si distingue tra creste frondose, stagni, fogliame.
Si tratta di un topos senza tempo (il “paesaggio con figura” risale a Giorgione prima che al “doganiere” Rousseau), ricco di richiami mitici e metafisici, oggi attualissimo in epoca di transizione ecologica e istanze neo-naturiste.

Andrea Barzaghi, Curioso, 2022, olio su carta, 28 x 35,5 cm. Photo credit Daniele Molajoli

Andrea Barzaghi, Curioso, 2022, olio su carta, 28 x 35,5 cm. Photo credit Daniele Molajoli

LA MOSTRA DI ANDREA BARZAGHI A ROMA

L’artista è abile nel trasporlo in pattern paesaggistici dalle sembianze pop, nei quali il lirismo serpeggia anziché dichiararsi. Sono lavori che, mentre ostentano analiticità, vibrano di note stranianti (le piante rosa o gialle) che sono psichedelia pura. Anche il modo di dipingere, strutturato per campiture piatte ma mosso, a ben guardare ricorda l’ultimo de Chirico.
La mostra si compone di due grandi dipinti, più tre carte. Si direbbe più consona al lavoro dell’artista la qualità spugnosa della tela che non la liscia saldezza della carta.

Pericle Guaglianone

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