Ristoranti che puntano sull’arte. Il caso di Immorale a Milano

Nei suoi due locali milanesi, Luca Leone Zampa ha scelto di valorizzare l’arte contemporanea dando spazio a giovani artisti emergenti. Così il ristorante diventa spazio stimolante di incontro e confronto

Era l’autunno 2019 quando a Milano, nello spazio che fu del Forno Collettivo in via Lecco, apriva i battenti il nuovo progetto di Luca Leone Zampa, sotto l’insegna Immorale (la scelta del nome si deve alle Ricette Immorali di Manuel Vazquez Montalban). Un’idea di ristorazione svincolata da schemi ed etichette troppo stringenti, espressione più naturale dell’approccio al cibo del suo fautore, formazione da agronomo, chef e diverse originali esperienze imprenditoriali alle spalle, dal ristorante vegetariano aperto in tempi non sospetti nella sua Fano all’esperimento sul kebab all’italiana di Babek, a Milano. All’inizio del 2020, il percorso appena intrapreso da Immorale sarebbe stato interrotto bruscamente dalla pandemia. Tra alti e bassi, però, l’insegna ha trovato modo di resistere, e anzi ha raddoppiato l’impegno con l’inaugurazione di Immorale Osé, non troppo distante dal primo locale, poco più di due anni dopo dal debutto della casa madre. Un microcircuito gastronomico che non è solo tale, in virtù dell’interesse spiccato per l’arte del suo patron.

L’ARTE NEI LOCALI DI LUCA LEONE ZAMPA

Con l’intenzione di valorizzare i giovani artisti emergenti, infatti, Zampa ha scelto di ospitare nei suoi ristoranti una serie di opere selezionate attraverso un’operazione di scouting condotta in prima persona, anche con il sostegno di gallerie stimate, come quella di Renata Fabbri a Milano. Proprio dalla galleria di via Stoppani arriva in prestito il dipinto in acrilico e matita su tela di Andrea Martinucci (Roma, classe 1991), esposto in sala da Immorale Osé. Nel locale trovano spazio anche i due pannelli fonoassorbenti decorati su commissione da Oliviero Fiorenzi, che ha scelto di ispirarsi all’estetica dei murales. Al giovane artista di Osimo (classe 1992), particolarmente sensibile alla fascinazione della street art, sono riconducibili anche le due colorate sculture in poliuretano espanso, opere apprezzate in mostra da Zampa, che ha scelto di portarle nel suo locale. Da Immorale la rosa si amplia con le opere di Andrea Q e Cristiano Rizzo. Il primo, illustratore milanese molto apprezzato, ha realizzato per l’occasione due pannelli grafici in bianco e nero; Rizzo (Borgomanero, 1993), invece, firma i teli in tessuto non tessuto dipinti. “La volontà di sostenere la giovane arte contemporanea è figlia innanzitutto di un interesse personale di lungo corso. Mi sono sempre considerato una persona eclettica, mi sono avvicinato al mondo dell’arte e dell’architettura da autodidatta, più di recente i social network mi hanno aperto gli occhi su nuove estetiche e orizzonti”. Ma sulla curiosità di Zampa per l’arte influiscono anche frequentazioni e tangenze con il mondo delle gallerie: “A Fano sono sempre stato vicino alla galleria Zucca, a Milano, oltre a Renata Fabbri, mi interfaccio con Tommaso Calabro. E poi mi informo, visito mostre, non escludo nel prossimo futuro di intraprendere collaborazioni lavorative con realtà d’arte. In vista c’è un progetto nel Montefeltro, centrato sulle residenze d’artista. Questo perché sono legato alla bellezza, oltre che alla bontà, mi interessa creare connessioni e offrire anche ai clienti dei miei ristoranti un ambiente stimolante”.

-Livia Montagnoli

https://immorale.org/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati