Biennale dell’immagine di Chiasso. 5 mostre da vedere

Una carrellata di mostre da non perdere nell’ambito della Biennale dell’immagine di Chiasso, in programma fino al 14 novembre. Con un occhio di riguardo per le piccole gallerie private.

La Biennale dell’immagine è una rassegna di fotografia e video nata nel 1996. Anche questa 12esima edizione, in programma fino al 14 novembre, si può considerare un esperimento riuscito. Perché parlare di “esperimento” dopo tanti anni? Perché lo staff di organizzatori è nuovissimo e molto giovane. Il tema scelto, FAKE. Visual distortion, propone difatti un’angolazione revisionista rispetto al passato. “È un avvertimento quello che lancia questa edizione… prendendosi il rischio di mettere in dubbio la verità e la plausibilità dell’immagine della quale ha indagato con passione, edizione dopo edizione, le diverse manifestazioni e sfaccettature, sia nel campo della fotografia che, in misura più contenuta, del video”, si legge nel testo introduttivo. Come dimostrano molti studi psicologici, la struttura della nostra mente ci porta per lo più a selezionare e accettare informazioni in accordo con quello che già pensiamo e ad accogliere solo quello che ci rafforza nelle nostre credenze… Parafrasando un celebre aforisma di Montaigne, possiamo dire che l’immagine è per metà di chi la crea e per metà di chi la guarda”.
Nuova anche l’idea di aprire a piccole gallerie private per fare da satelliti alle mostre centrali. C’è un ultimo elemento da non sottovalutare: Chiasso. Una cittadina di frontiera di poco più di 7000 abitanti attraversata da una crisi identitaria profonda, ma che sul fronte della cultura non demorde: accanto al piccolo ma vivacissimo m.a.x. museo, sviluppa ora questa manifestazione che unisce all’aspetto culturale quello del recupero urbanistico (gli spazi messi a disposizione per le gallerie private sono in realtà negozi del centro sfitti ma mai abbandonati, pronti a essere riutilizzati alla prima occasione) e sociale (l’Associazione Frequenze, che ha per scopo ultimo quello del reinserimento sociale, utilizza volontari sostenuti economicamente dal Comune per tutte le attività di guardiania dell’intera manifestazione).

Aldo Premoli

www.biennaleimmagine.ch

JOAN FONTCUBERTA PHOTOGRAPHY: CRISIS OF HISTORY

Pagine interne del libro d'artista Trepat (2014) di Joan Fontcuberta (Editions Bessard, Parigi)

Pagine interne del libro d’artista Trepat (2014) di Joan Fontcuberta (Editions Bessard, Parigi)

Venticinque anni di lavoro in questa straordinaria mostra che comprende tre diversi progetti, i quali, nelle intenzioni del suo curatore, Joan Fontcuberta, mettono in discussione le idee convenzionali sulla storia e l’arte. The Artist and the Photograph (1994-98) presenta schizzi fotografici di Picasso, Miró e Dalí. Trepat (2014) raccoglie i risultati di un progetto del 1930, creato per documentare la produzione della fabbrica spagnola di attrezzi agricoli di Josep Galceran Trepat, che chiamò a fotografarli artisti del calibro di Walker Evans, Albert Renger-Patzsch, Moholy-Nagy, Charles Sheeler e Man Ray. X. B., infine, espone l’opera di Ximo Berenguer, giovane reporter prematuramente scomparso e sconosciuto sino al recupero della sua memoria da parte di Fontcuberta. Nel suo lavoro si avverte con chiarezza l’esplosione di vitalità avvenuta in Spagna alla fine dell’era franchista. In particolare quella presente nel locale notturno El Molino di Barcellona. I suoi nudi en travesti sprigionano un’energia e una sensualità davvero straordinarie.

Chiasso // fino al 14 novembre 2021
Joan Fontcuberta Photography: Crisis of history
Spazio Officina
Via Dante Alighieri 4
https://www.biennaleimmagine.ch/joan-fontcuberta

FEROX. THE FORGOTTEN ARCHIVES 1976-2010

Nicolas Polli, IEMS Gravity Test, Bruxelles, 1982

Nicolas Polli, IEMS Gravity Test, Bruxelles, 1982

Mai stati in un rifugio antiatomico? In Svizzera ce ne sono a bizzeffe e a Chiasso, centralissimo, ce ne è pure uno collettivo. In questo luogo dall’atmosfera sinistra è ambientata la bella mostra che Nicolas Polli, fotografo e graphic designer, presentata come sua prima personale in Ticino, curata in collaborazione con Camille Mathilde Kröner. Polli documenta l’attività di IEMS ‒ The International Exploration for the Mars Surroundings, un programma di ricerca spaziale e civile. A questa ricerca sino al 2010 hanno lavorato scienziati di tutta Europa per determinare la presenza di acqua su Ferox, terza luna di Marte. L’acqua non fu mai trovata e la missione fu quindi cancellata. Polli ha riportato in vita materiali top secret rimasti celati al pubblico, tra cui un meteorite caduto (da Ferox) proprio in Svizzera senza che l’evento fosse mai fosse rivelato al pubblico. Camille Mathilde Kröner è una ricercatrice attiva a Bruxelles. Presso lo IEMS si è dedicata per anni alla ricerca nell’ambito della separazione molecolare degli elementi organici presenti sui meteoriti di feroxite.

Chiasso // fino al 14 novembre 2021
Ferox. The Forgotten Archives 1976-2010
RIFUGIO PUBBLICO
Via Serafino Balestra 3

L’ECLISSE E L’IPERBOLE

Karen Amanda Moser, This could be a moment of common interest, 2021

Karen Amanda Moser, This could be a moment of common interest, 2021

L’Associazione Visarte Ticino, che ha realizzato questa mostra, si presenta come luogo di raccolta di artisti e architetti ticinesi non necessariamente inseriti nei circuiti ufficiali dell’arte contemporanea. Visarte risulta il luogo ideale per esplorare quanto di nuovo appare su questo territorio: prende posizione su quel che riguarda cultura e consultazioni politiche e i suoi principi ispiratori fanno rifermento a tolleranza e solidarietà. Difficile però capire il filo conduttore delle opere degli artisti esposti: Gabriel Flückiger, Lisa Lurati, Karen Amanda Moser, il duo Taiyo Onorato & Nico Krebs, Bianca Pedrina, Alexandra Pfammatter e Nicolas Polli. Vengono accostate nature morte che sono in realtà dettagli di immagini di appartamenti, pubblicate da agenzie immobiliari. File cancellati dalla memoria di uno smartphone, ma anche immagini riprodotte su supporti tessili a volte decisamente estesi. Non all’insieme ma alle singole opere, dunque, è consigliato accostarsi con attenzione.

Chiasso // fino al 14 novembre 2021
L’eclisse e l’iperbole
SALA DIEGO CHIESA
Via Francesco Soave
www.visarte-ticino.ch

GLI SPAZI INDIPENDENTI IN VIA VELA

Federico Baronello, EUR_Libya, 2010 12, serie fotografica, stampe giclée su carta cotone su dibond, dimensioni varie

Federico Baronello, EUR_Libya, 2010 12, serie fotografica, stampe giclée su carta cotone su dibond, dimensioni varie

Sono tredici in tutto le gallerie satellite che hanno aderito alla manifestazione. Tra queste è da segnalare la Galleria Ramo che propone l’installazione di Alice Paltrinieri composta da due batterie d’auto, LED numerici e sensori di movimento. L’interazione tra sensori e individui crea una raccolta dati registrata in un server che può essere seguita in diretta, scansionando un codice QR. La Cernobbina Art Studio presenta invece tre artisti siciliani: una videomaker, Giovanna Brogna Sonnino, e due fotografi, Federico Baronello e Davide Bramante.
Il video prodotto da Brogna Sonnino affronta il concetto di mascheramento d’identità. Nel video, questo tema perde il suo significato negativo per acquisirne piuttosto uno poetico. Le cinque immagini di Baronello sono lo spin off di una più ampia serie di scatti intitolata Eur (quello di Roma), effettuati nella Libia del dopo Gheddafi, dove il realismo del reportage è solo il pretesto per una rielaborazione sofisticatissima delle immagini di partenza che riflette gli imperialismi di ieri e di oggi. Mentre i sovrascatti di Bramante e i suoi successivi interventi pittorici sono proposti in un allestimento concettuale e minimal: il contrasto denso tra l’aspetto decorativo e quello installativo sono tipici di Bramante.

OLIVIER BOERG & CHRISTINE BAX

Oliver Boberg, Parkplatz, 1998, c print laminata, 78.8 x 178 cm

Oliver Boberg, Parkplatz, 1998, c print laminata, 78.8 x 178 cm

La Fondazione Rolla propone il lavoro del tedesco Olivier Boerg con due set di opere molto diverse tra loro (Parkplatz e Himmel) ma altrettanto interessanti. Il primo prevede l’individuazione di uno spazio industriale, la sua ricostruzione in un modellino e quindi la riproduzione fotografica. Boerg non è nuovo a questo procedimento e il risultato appare spiazzante. Esattamente come accade osservando il secondo set di fotografie esposte: nuvole sullo sfondo di un cielo azzurro in realtà create in studio con cotone idrofilo. In un periodo di lavoro di tre mesi invece Christine Bax ha manomesso codici che controllano il funzionamento dei semafori. In occasione di questa esposizione a Chiasso presenta 100 Traffic Lights, installazione che unisce video, stampe serigrafiche. La fakeness qui è costituita da una serie di gag-immagini che utilizza il linguaggio ipnotico delle macchine luminose a cui tutti siamo sottoposti interrompendone la routine.

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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