Arte e tecnologie nelle due mostre della Fondazione Modena Arti Visive

Luca Pozzi e il gruppo auroraMeccanica riflettono sulle modalità con cui arte e tecnologia entrano in contatto. Spaziando dal Rinascimento al tempo presente.

Con il suo giardino Zen crossmediale, l’artista visivo e mediatore interdisciplinare Luca Pozzi (Milano, 1983) suggerisce una nuova concezione di umanesimo in cui arte, fisica quantistica, cosmologia convergono e in cui al centro non troviamo più l’uomo, ma l’informazione e il suo flusso.
Oltrepassando la tenda nera che separa l’imponente scalinata di Palazzo Santa Margherita da Hyperinascimento, la sensazione è quella di iniziare a fluttuare nel buio in bilico tra artificiale e analogico. L’invito è a esplorare l’ambiente, saltare tra le sue stratificazioni con lo stesso spirito con cui si visiterebbe un giardino zen giapponese. “Una pratica iniziatica”, spiega Pozzi, “in cui non vi è un maestro a insegnare ma una fenomenologia che può essere esperita per rivelare qualcosa che è già dentro di noi”.
Il terreno di gioco è un immenso tappeto serigrafato, The Grandmother Platform, che riporta iconografie che spaziano dall’arte rinascimentale e la fisica alle missioni spaziali messe in relazione con sette buchi neri su cui levitano sfere di neodimio. Il tempo è sospeso in attesa di una imminente esplosione o implosione, in cui tutto può espandersi all’infinito o comprimersi in un unico punto.

Luca Pozzi, Arkanian Shenron. Photo © Michele Alberto Sereni

Luca Pozzi, Arkanian Shenron. Photo © Michele Alberto Sereni

ARTE E TECNOLOGIA SECONDO LUCA POZZI

Il progetto di realtà virtuale Rosetta Mission 2020, ispirato all’omonima missione dell’E.S.A., permette di esplorare una geografia astrale da cui emergono cinque diversi contributi di scienziati, fisici e matematici (come la straniante conversione dei numeri primi di The Music of Primes in suoni simili alla musica da camera) e due artistici, Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e uno di Pozzi stesso.
Ci si sposta poi verso la scultura animista Arkanian Shenron, in grado di twittare Haiku composti di 16 parole pescate da specifici campi semantici.
L’opera, che a prima vista pare la riproduzione del personaggio Shenron ispirato al manga Dragon Ball, incorpora simboli ed elementi interdisciplinari da analizzare e scoprire.
Al piano superiore il viaggio si conclude con Third Eye Prophecy Markers. Inquadrando con lo smartphone i marker analogici sulle pareti, appaiono una serie di sculture digitali in realtà aumentata che Pozzi ha geolocalizzato nella Cappella Sistina dei Musei Vaticani durante il primo lockdown a Pasqua 2020.

auroraMeccanica, Figura, 2021, dettaglio. Photo © Rolando Paolo Guerzoni

auroraMeccanica, Figura, 2021, dettaglio. Photo © Rolando Paolo Guerzoni

IL MUSEO DELLA FIGURINA E LA COLLABORAZIONE CON AURORAMECCANICA

Figura è l’installazione multimediale realizzata da auroraMeccanica, gruppo di artisti e progettisti multimediali che ha analizzato il legame tra le figurine della collezione del museo e quello che oggi è considerato il più grande propagatore di immagini al mondo: Instagram.
Mediante un algoritmo l’installazione si rigenera ogni giorno andando a raccogliere le nuove immagini pubblicate dagli utenti in base a una serie di hashtag selezionati dagli artisti. Due galassie composte da migliaia di miniature di immagini indistinguibili l’una dall’altra ingaggiano un’interazione con lo spettatore, che in base ai suoi spostamenti nello spazio potrà far ingrandire e rimpicciolire le immagini, perdersi tra di esse, lasciarsi confondere o analizzarle.

Irene Tondelli

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