Arte e calcio. I calciatori dell’A.S. Velasca di Milano creano le opere d’arte della squadra

La squadra di calcio che ogni anno chiama artisti a disegnare le maglie, con la pandemia ha coinvolto direttamente i calciatori nella produzione artistica. Dalle figurine alla mascherina megafono per l’allenatore, ecco le immagini delle loro nuove creazioni

Biliardino
Biliardino

C’è una squadra di calcio in Italia che da anni è sotto i riflettori non tanto per le sue gesta sul campo quanto per il suo coté artistico. Stiamo parlando dell’Associazione Sportiva Velasca – dal nome di una delle prime torri meneghine -, un progetto interdisciplinare, creato nel 2015 a Milano da un gruppo eterogeneo di artisti, registi, fotografi, designer provenienti da tutto il mondo per parlare in modo intelligente di sport, arte e cultura. Rifiutando i tanti sponsor, ad eccezione del fornitore francese di attrezzature Le Coq Sportif, AS Velasca chiama ogni anno un artista diverso, come il cinese Jiang Li, lo street artist italiano Opiemme, il sudafricano Kendell Geers, o il camerunense Pascale Marthine Tayou per il design delle sue maglie e dei biglietti d’ingresso. È da un anno, però, in coincidenza con l’inizio della pandemia, che oltre alle collaborazioni con artisti provenienti dal mondo intero, il Velasca coinvolge tutti i suoi tesserati, inglobando anche gli stessi calciatori nella produzione artistica del club grazie alla loro immaginazione. “Con i musei e stadi chiusi, ho chiesto per la prima volta ai miei giocatori di partecipare al lato artistico del Velasca. Da ormai un anno sono parte integrante della creazione”, spiega ad Artribune l’artista italo-francese e presidente della squadra Wolfgang Natlacen. “C’è una dimensione “art brut” anche se come dice scherzosamente uno degli artisti del Velasca, Thomas Watebbled, a proposito del biliardino fatto dai ragazzi: ‘la barra metallica ci mette al riparo dall’Art Brut’. Mi piace anche come Kendell Geers abbia definito il progetto una scultura sociale’”. Tra maglie, “objets utiles”, animazioni, filmati, la mascherina con le espressioni intercambiabili per i calciatori e la maschera megafono per l’allenatore, ecco le immagini delle nuove creazioni… 

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud
Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. Dal 2011 fa parte dello Staff di Direzione di Artribune (www.artribune.com ), è Caporedattore Musica e cura, per il magazine cartaceo, la rubrica "Art Music" dedicata a tutti quei progetti dove il linguaggio musicale si interseca con quello delle arti visive. E’ stata Caporedattore Eventi presso Exibart (www.exibart.com). Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione (Ufficio stampa "Castello di Rivoli", "Palazzo Bricherasio", "Emanuela Bernascone") ed in particolare ha lavorato come addetto stampa presso la società di consulenza per l'arte contemporanea "Cantiere48" di Torino. Ha svolto attività di redazione quali coordinamento editoriale, realizzazione e relativa impaginazione degli articoli per l’agenzia di stampa specializzata in italiani all’estero “News Italia Press” di Torino. Ha scritto articoli e approfondimenti per diverse testate specializzate e non (SkyArte, Gambero Rosso, Art Weekly Report e Art Report di Monte dei Paschi di Siena, Exibart, Teknemedia, Graphicus, Espoarte, Corriere dell’Arte, La Piazza, Pagina).