Giuseppe Penone dona oltre 200 opere su carta e una grande installazione al Castello di Rivoli

Il corpus di opere donato dall’esponente dell’Arte Povera sarà al centro di una mostra che il Museo organizzerà nel 2022. Tra le opere donate è anche “Svolgere la propria pelle – finestra”, installazione presentata da Penone a documenta 5 a Kassel nel 1972

Sono oltre 200 le opere che Giuseppe Penone (Garessio, CN, 1947), tra i maggiori autori della corrente dell’Arte Povera, ha donato al Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, per un corpus che comprende opere su carta e materiali d’archivio, oltre a Svolgere la propria pelle – finestra (1970-2019), versione dell’opera allestita dall’artista nel 1972 in occasione di documenta 5 a Kassel. Continua così la serie di donazioni che l’artista ha effettuato dal 2020, a partire da quella al Philadelphia Museum of Art (che ha ricevuto 309 opere su carta e 5 libri d’artista in edizione limitata) e al Centre Pompidou di Parigi (con 350 opere su carta): una linea, questa, che segue il pensiero di Penone in merito all’importanza di donare i propri disegni a un museo che si trova nello stesso luogo in cui concepisce e realizza le sue opere, come lo stesso artista spiega attraverso le parole scritte su un foglio di carta tra quelli donati al Castello di Rivoli: “la prima intuizione, la prima idea di un’opera annotata su un foglio testimonia il fluttuare dell’immaginazione prima di irrigidirsi nella forma. È bello pensare di posare le idee nei luoghi in cui sono apparse fluttuanti”. Per celebrare le importanti donazioni, nel 2022 il Castello di Rivoli, il Philadelphia Museum of Art e il Centre Pompidou organizzeranno mostre con i materiali ricevuti dall’artista. Per l’occasione, il CRRI – Castello di Rivoli Research Institute, guidato dal Responsabile e Curatore Andrea Viliani (che conserverà le opere donate da Penone) pubblicherà un volume concepito in collaborazione con l’artista che documenterà tutte le sue opere pubbliche collocate all’aperto, con particolare attenzione a quelle donate al Museo. “Significa qualcosa quando uno tra i più grandi artisti del mondo decide di donare un eccezionale corpus di opere a tre grandi musei pubblici”, spiega Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli. “È un’investitura e un atto di fiducia nella capacità delle istituzioni pubbliche di reggere alle crisi momentanee e alle intemperie, e pertanto di durare nel tempo – un tempo molto più lungo di quello di una sola vita. Si tratta di trasmettere ai posteri dei semi che sono la propria arte, fiduciosi che essi potranno germinare in un futuro oggi ancora inimmaginabile. Il Castello di Rivoli è lieto di ricevere questo dono, e grato della fiducia che l’artista ripone nel Museo”.

Giuseppe Penone, Giardino delle sculture fluide - schizzi e note di lavoro ©Archivio_Penone

Giuseppe Penone, Giardino delle sculture fluide – schizzi e note di lavoro ©Archivio_Penone

GIUSEPPE PENONE E IL CASTELLO DI RIVOLI

Tra gli artisti più rappresentativi dell’Arte Povera, Giuseppe Penone fin dalla fine degli anni Sessanta concentra la sua ricerca sul rapporto e l’interazione tra le sue azioni e la natura, sullo studio delle analogie tra forme culturali e naturali. L’albero è un elemento centrale nel lavoro di Penone, “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, come lo ha definito l’artista, e parte integrante di una visione che considera i diversi elementi – minerali, vegetali, animali e umani – di cui si compone il mondo fluidi e interconnessi. “L’arte di Giuseppe Penone esplora i fondamenti della scultura quale modo di conoscere e comprendere empiricamente il mondo”, continua Carolyn Christov-Bakargiev. “La sua arte si basa sul principio di incarnare una consapevolezza fisica, tattile-visiva, di tutti gli organismi viventi e delle loro trasformazioni. Penone percepisce il mondo e la vita in modo scultoreo, toccandone e accarezzandone le parti costitutive, senza mai distinguere tra natura e cultura o, piuttosto, senza pretendere alcuna superiorità dell’essere umano rispetto al resto del mondo naturale. Si tratta di un incontro e, quindi, di relazioni tra l’umano e la materia, tra l’umano e il non umano, questioni di pelle e di toccarsi, elementi conoscitivi a cui i disegni su carta donati puntualmente ci introducono”. A Giuseppe Penone – che dal 2017 è membro del Comitato Consultivo del Museo – il Castello di Rivoli ha dedicato una prima personale nel 1991, seguita poi da Incidenze del Vuoto del 2019 presso il Museo e il Complesso Monumentale di San Francesco di Cuneo. Il Museo già conserva nella sua collezione permanente, cinque opere dell’artista che coprono l’intero arco della sua produzione, dal 1969 al 2003, quattro delle quali in comodato dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT: Albero di 5 metri (1969-1970); Albero di 11 metri (1969- 1989); Respirare l’ombra (1999) e Pelle di foglie (Sguardo a terra) (2003). L’opera Soffio di creta H (1978) è stata donata al Museo proveniente dalla Fondazione Marco Rivetti.

Giuseppe Penone, In limine - schizzi e note di lavoro ©Archivio Penone

Giuseppe Penone, In limine – schizzi e note di lavoro ©Archivio Penone

LA DONAZIONE DI GIUSEPPE PENONE AL CASTELLO DI RIVOLI

Le opere su carta donate da Penone al Castello di Rivoli comprendono disegni, note di lavoro autografe, riflessioni manoscritte e schizzi progettuali, rendering architettonici, fotografie realizzate dall’artista, fotografie annotate, tutti materiali che documentano e permettono di ricostruire il processo creativo dell’artista. Il corpus di carte donate al Museo si riferisce a tutte le principali opere concepite e realizzate da Penone per essere collocate nello spazio all’aperto del territorio dove è nato e vive, ovvero quello piemontese: l’area del cuneese dove nel 1968 Penone ha compiuto i suoi  primi passi artistici realizzando interazioni con gli elementi naturali nei boschi intorno a Garessio (Alpi Marittime, 1968); l’intervento nello spazio urbano di Torino al Passante Ferroviario (Albero giardino, 1998); l’intervento scultoreo di fronte alla GAM-Torino (In limine, 2008); la grande opera- giardino nel Parco Basso della Venaria Reale (Il Giardino delle sculture fluide, 2003-2007 e la successiva Anafora, 2016, 2019); l’imponente doppio albero in alluminio, bronzo e specchio “piantato” nel 2019 di fronte al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Identità, 2017). Altra opera donata al Museo è Svolgere la propria pelle – finestra (1970-2019), composta da 19 impronte del proprio corpo riportate fotograficamente su pellicola sui pannelli di vetro del Fridericianum di Kassel nel 1972, che sarà allestita presso la Manica Lunga, nella sala della Biblioteca prospicente l’ingresso del CRRI. L’opera, realizzata in una prima versione nel 1970 e presentata in occasione della mostra documenta 5, ha acquisito la sua forma attuale proprio al Castello di Rivoli in occasione della mostra Harald Szeemann. Museum of Obsessions / Museo delle ossessioni, tenutasi nel 2019.

– Desirée Maida

www.castellodirivoli.org 

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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