Giorno della memoria: Firenze ricorda, nel segno dei linguaggi contemporanei

Al centro del vasto progetto di “lettura rigenerativa” del quadrante di centro storico fiorentino che gravita attorno alla Basilica di Santa Maria Novella, il Museo Novecento è capofila delle iniziative promosse nel capoluogo toscano per il Giorno della Memoria. Tra i protagonisti, Fabio Mauri.

Sono trascorsi quasi cinquant’anni dall’esordio della performance Ebrea | 1971 di Fabio Mauri, un intervento – divenuto storico – con cui l’artista romano, scomparso nel 2009, scelse di ricompiere “con pazienza, con le mie mani, l’esperienza del turpe”, come lui stesso raccontò. Mezzo secolo dopo, è il Museo Novecento – Firenze a misurarsi con l’inenarrabile ferocia di una delle pagine più drammatiche del XX secolo, riproponendo, nei propri spazi, quella stessa performance. L’occasione è il Giorno della Memoria, che il capoluogo toscano si appresta a vivere puntando sulla cultura, sull’educazione, sull’ascolto. E su Fabio Mauri, al quale oltre a Ebrea (in replica il 24 e 27 gennaio, ore 18.30) il Museo Novecento dedica il quinto appuntamento del ciclo espositivo Solo, riunendo insieme – fino al 30 aprile 2020– una selezione di disegni e dipinti in un percorso curato da Giovanni Iovane e dal direttore artistico Sergio Risaliti. Nel segno di Mauri si colloca anche la monumentale installazione Il Muro Occidentale o del Pianto, che debuttò alla Biennale di Venezia del 1993. La moltitudine di valigie, borse da viaggio e memorie che la compongono resterà esposta, dal 27 gennaio al 23 febbraio, nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio. Per Risaliti, le opere di Mauri sono “una delle più alte testimonianze artistiche del nostro tempo, avendo assunto il compito di testimoniare quanto dolore generano il potere e le ideologie al servizio del male: un testimone che non esaurisce il suo compito perché tutta la sua arte è rivolta a un presente di conflitti e di riscatto che non ha mai tregua”.

ALLA RICERCA DI UN PAESE INNOCENTE

Perseguendo, in forma parallela all’indagine sull’arte del Novecento, in un’incessante azione di ricerca delle voci emergenti nel panorama italiano, il Museo Novecento ospita inoltre l’installazione Chinese Whispers. Anch’essa promossa in concomitanza con il Giorno della Memoria, è esito del lavoro corale degli artisti trentenni Simona Andrioletti e Riccardo Rudi. A “misurarsi” con il ritmo rassicurante dell’architettura rinascimentale del loggiato del Museo sono nove stendardi, sui quali è stata impressa la medesima frase, estratta dalla poesia Girovago di Giuseppe Ungaretti: Cerco un paese innocente. A recitarla, dotando l’opera di una identità anche sonora, sono nove persone di altrettante nazionalità, che incarnano la sensazione di “appartenere a nessuna parte di terra”, come hanno precisato i due artisti. Non casuale è la collocazione dell’intervento all’esterno dell’edificio museale, a diretto contatto con una delle più frequentate (e iconiche) piazza di Firenze: “Chinese Whispers è una traccia che deve essere diffusa e non importa come: con un megafono tra la gente in piazza, da un altoparlante, dall’impianto di diffusione audio in metropolitana… Più persone la potranno ascoltare, più persone la potranno capire” e “Chinese Whispers è chiunque sente un nodo alla gola leggendo o ascoltando quelle parole”, hanno affermato a riguardo Andrioletti e Rudi.

VISITE GRATUITE AL MEMORIALE ITALIANO DI AUSCHWITZ

Dopo l’intervento di restauro supervisionato dall’Opificio delle Pietre Dure, dallo scorso mese di maggio il Memoriale italiano di Auschwitz è stato riallestito negli spazi del centro Ex3 di Gavinana, a Firenze. A partire dal 25 gennaio e fino all’1 febbraio, sarà possibile visitare e percorrere questa monumentale opera, che fu progettata dallo studio di architettura BBPR – Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers, da Mario “Pupino” Samonà, Nelo Risi, Luigi Nono e Primo Levi; originariamente era collocata nel Blocco 21 di Auschwitz. Un’opportunità in più, come ha voluto ricordare l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, “per ricordare che non dobbiamo in nessun modo abbassare la guardia contro nazismo, fascismo, xenofobia e antisemitismo. Coltivare la memoria è dovere democratico e civico perché l’odio non dia nuovi frutti. Proprio di ieri è la notizia che la senatrice Liliana Segre, per limiti di età, sospenderà gli incontri nelle scuole. Siamo certi che il suo impegno e il suo esempio non verranno mai meno e da Firenze, dove le abbiamo conferito la cittadinanza onoraria, le inviamo un abbraccio con la speranza di vederla presto affinché possa ritirare personalmente l’onorificenza”.

– Valentina Silvestrini

http://www.museonovecento.it

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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