Conquistando luce (III)

Prende le mosse dal valore dell’autenticità e dal coraggio di sperimentare il nuovo capitolo della serie di Christian Caliandro. Incentrato sul lavoro di Anna Capolupo.

Montelupo Fiorentino, 14 settembre 2019. Anna sta facendo qui e ora qualcosa di fantastico: sta modificando, ha modificato il suo stile in profondità, stravolgendo e trasformando le sue opere, “uscendo dal quadro” come dice lei. In modo non traumatico, ma naturale e improvviso. Si è buttata, con coraggio e determinazione (: è proprio una sorta di TUFFO, un tuffo nell’ignoto e nell’imprevisto, un abbandonare spontaneamente ciò che si conosce e un lanciarsi a capofitto, con voluttà e senza paura, nel nuovo, nel non-ancora-conosciuto, senza rete per giunta, senza alcuna garanzia di successo. Qualcosa ‒ una capacità, un’attitudine, una disposizione d’animo ‒ che oggi è davvero necessario, più che in altre epoche probabilmente, per non farsi risucchiare e per non rimanere fermi, paralizzati. Questo è dovuto soprattutto, secondo me, al principio femminile: solo le donne riescono infatti ad avere questo tipo di coraggio spericolato, pieno di energia vitale, questo slancio positivo e costruttivo; se ce l’abbiamo noi, è sempre uno slancio distruttivo, un movimento veloce e brutale verso la dissipazione di sé, il declino, il degrado e in definitiva la morte. Non è che le donne non siano disperate: ma nella loro disperazione c’è sempre comunque il germe di un nuovo inizio, un seme luminoso, mentre nella nostra c’è qualcosa che finisce, e che continua a finire.)

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Montelupo Fiorentino, 15 settembre 2019. Il mio riflesso sulle finestre del Bistrot di Facto, mentre alle sette e mezza di mattina vado veloce in bicicletta nel corso tornando dal lungofiume.
In the morning of my winters / when my eyes are still asleep / a dragonfly lady in a coat of snow / I’ll send to kiss your heart for me” (Nico, Evening of Light, 1968).

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Anna Capolupo, Un motivo costante, residenza artistica FACTO, Montelupo Fiorentino (agosto settembre 2019), photo Elena Janniello

Anna Capolupo, Un motivo costante, residenza artistica FACTO, Montelupo Fiorentino (agosto settembre 2019), photo Elena Janniello

Montelupo Fiorentino, 17 settembre 2019. Il motivo costante, il leit motiv di Anna è quello della: pittura / figura / figurazione / quadro / oggetto-quadro / oggetto-che-esce-dal-quadro. (È questa l’ossessione, il tarlo, il rimosso e il represso che ritorna.) Emersione, Isolamento, Immersione: IL TUFFO.
La guardo mentre dipinge – mentre spruzza con la bomboletta spray (la mascherina bianca sul volto) – mentre si alza in piedi e considera la tela con IL PRIMO vaso di fiori dipinto nella sua vita adulta, oppure il materasso puzzolente per terra, l’ultimo arrivato. La osservo mentre considera il nuovo, lo sfacelo, la disintegrazione e la reintegrazione, la riarticolazione sorprendente dei frammenti, sparsi fino a un momento fa. Sorride.
I leave you with photographs, pictures of trickery / stains on the carpet and stains on the memory / songs about happiness murmured in dreams / when we both of us knew how the end always is / how the end always is” (The Cure, Disintegration, 1989).

E, al fondo, il tema della finzione da evitare in ogni modo. Il rifiuto (categorico) di fare qualcosa che rispetti e replichi un modello, di ridurre la propria opera a un’imitazione squallida di se stessa – e la ricerca invece del rischio e dell’esplorazione. La ricerca della ricerca, costi quel che costi, e ben sapendo che questa è la via più dura e difficile. E che non c’è alcun premio ad attenderti.

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Anna Capolupo, Un motivo costante, residenza artistica FACTO, Montelupo Fiorentino (agosto settembre 2019)

Anna Capolupo, Un motivo costante, residenza artistica FACTO, Montelupo Fiorentino (agosto settembre 2019)

Montelupo Fiorentino, 20 settembre 2019. Come nella musica: opere, mostre, progetti e testi fatti di rumore bianco ‒ Sunn O))) ‒, cioè di quello che normalmente non c’è, che si scarta; di spazi vuoti, di pause e momenti non-narrativi, non-finzionali.
Essere dentro la cosa, dentro se stessi, dentro l’opera e dentro la situazione.
Essere dentro (la propria esistenza).
Allontanarsi progressivamente dal territorio della rappresentazione, con i suoi codici le sue regole le sue restrizioni; allargare ed espandere i momenti comuni, di vita quotidiana, i silenzi, le pause, le riflessioni. Fare racconto con il tempo che non si racconta più, o non ancora.
Un’opera, una scrittura composta solo di RUMORE, silenzi, divagazioni, meditazioni, viaggi fisici e mentali, salti, riflessioni narrative, considerazioni sul presente, ricordi, frammenti emotivi e umorali, la tua visione del mondo.

Christian Caliandro

[Questo articolo è parte del testo che accompagna la mostra “Un motivo costante” di Anna Capolupo, residenza artistica svolta presso FACTO a Montelupo Fiorentino (FI)]

LE PUNTATE PRECEDENTI

Conquistando luce (I)
Conquistando luce (II)

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Christian Caliandro

Christian Caliandro

Christian Caliandro (1979), storico dell’arte contemporanea, studioso di storia culturale ed esperto di politiche culturali, insegna storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. È membro del comitato scientifico di Symbola Fondazione per le Qualità italiane. Ha pubblicato “La…

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