Giovanni Anselmo (Borgofranco d’Ivrea, 1934) è un uomo di poche parole. La sua mostra attualmente in corso all’Accademia di San Luca è stata concepita da lui nei minimi dettagli, senza l’intervento di curatori. Una mostra ricca di tanti piccole sensibilità, che racconta l’evoluzione della ricerca di un artista che ha sempre puntato all’essenziale, riservando la propria attività espositiva alle occasioni necessarie, senza mai strafare.
All’interno di Palazzo Carpegna, nobilitato dagli interventi di Francesco Borromini, la mostra coinvolge le sale espositive, il cortile e la rampa ellittica per concludersi in fondo alle sale del piano nobile, che ospitano la galleria dell’Accademia. Anselmo ha così costruito un itinerario rarefatto ma rigoroso, che permette di seguire agevolmente le diverse tappe del suo percorso. Ecco come descrive, con poche ma incisive parole, la mostra a San Luca.

PAROLA ALL’ARTISTA
“Quando ho ricevuto l’invito dell’Accademia Nazionale di San Luca per una mostra, in seguito all’assegnazione del Premio Presidente della Repubblica, ho chiesto di poter vedere lo spazio di persona per pensare alcune opere e relativa loro installazione. Alcuni lavori sono esposti nell’ingresso e nelle tre sale contigue, mentre ho scelto di collocare ‘Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più’ nel cortile perché esso è uno spazio direttamente aperto verso il cielo e le stelle. La rampa concepita da Borromini è invece una spirale di movimento spaziale idonea a ospitare ‘Interferenza umana nella gravitazione universale’, in cui lo spettatore si muove per vedere l’opera nella sua interezza. ‘Entrare nell’opera’ per vederla e viverla anche dal suo interno, può essere titolo e messaggio della mostra”.
‒ Ludovico Pratesi



































