In Trentino l’arte contemporanea entra nei forti: quei forti che già da prima della Grande Guerra servivano per la difesa e per il controllo del territorio, allora austriaco, e che grazie anche al recente centenario della Prima Guerra Mondiale sono stati in buona parte restaurati e riqualificati. Oltre a essere tra i promotori di una biennale – Arteforte, appunto – lo Studio d’Arte Raffaelli organizza altre iniziative che fondono le possenti architetture militari con l’arte contemporanea. In questo contesto, Parallel stories distribuisce in due forti – il primo, quello di Cadine, sul monte Bondone a pochi chilometri dal centro di Trento e il secondo sui monti Lessini veronesi – le installazioni di quattro artisti.
Il forte di Cadine ospita Willi Bester, sudafricano, i cui “assemblaggi” coloratissimi dialogano con le tavole pirografate e le ceramiche dal forte accento popolare degli slovacchi Jarmila Mitríková e Dávid Demjanovič, mentre al forte Tesoro i protagonisti sono un altro sudafricano, Jackson Nkumanda – con le sue tavole ispirate al quotidiano delle township del Sudafrica – e l’italiano, nonché trentino, Pietro Weber, anch’egli autore di ceramiche che ricordano degli idoli antichi (ma con il titolo Sentinelle si adattano perfettamente alle origini militari del luogo).
‒ Marta Santacatterina