La giostra di Ragnar Kjartansson al Metropolitan di New York

The Met Fifth Avenue, New York – fino al 2 settembre 2019. L’artista islandese Ragnar Kjartansson incanta la Grande Mela con una videoproiezione su sette schermi. Dove due coppie di gemelli danzano in un enorme campo di lava.

Il cortile dell’ala Lehman del Met di New York dallo scorso maggio è uno spazio chiuso da sette grandi schermi disposti in cerchio.

GEMELLI DANZANTI

Passa da uno schermo all’altro la proiezione di due giovani coppie che si muovono lentamente, cantando una ballata d’amore tra alte erbe verdi sotto un cielo grigio pallido. Ogni coppia è vestita in modo leggermente diverso, ma tutti indossano maglioni e sciarpe, calze spesse e stivali robusti: con note di rosa, panna e carta da zucchero che staccano sullo sfondo verde. Le differenze suggeriscono identità separate, ma i due uomini barbuti e le donne dai capelli scuri che li accompagnano – ora accarezzandoli, ora allontanandosi – si assomigliano in modo misterioso.
Le coppie sono difatti formate da set di gemelli identici: Kristín Anna e Gyða Valtýsdóttir, entrambi membri fondatori del gruppo islandese Múm; e Aaron e Bryce Dessner della band alt-rock The National. I gemelli Dessner hanno già collaborato con Ragnar Kjartansson (Reykjavík, 1976), l’autore dell’opera, che prima di diventare una star dell’arte è stato a sua volta il frontman dei Trabant, una band post-punk electro-pop: è questo che rende il coinvolgimento dei suoi lavori con la musica e i musicisti una scelta naturale.

Ragnar Kjartansson, Death Is Elsewhere, 2019. Courtesy The Met, New York

Ragnar Kjartansson, Death Is Elsewhere, 2019, il set. Courtesy The Met, New York

UN CAMPO DI LAVA COME PISTA DA BALLO

Sugli schermi le interazioni tra uomo donna si ripetono senza sosta, mentre l’erba e i capelli delle coppie sono mossi nel vento, una presenza debole ma costante che possiamo ascoltare dietro il canto, dove si intendono frasi come “al mare“, “al buio“, “amore mio” e “la morte è altrove!”.
Death Is Elsewhere (2019) è stato girato alle due del mattino durante il solstizio d’estate, vicino a Eldhraun, il più grande campo di lava rappresa dell’intero pianeta: uno dei più grandi disastri naturali della storia. Kjartansson ha filmato una giostra lenta che gira e rigira, senza arrivare da nessuna parte: lo ha fatto con sette videocamere, poste al centro e rivolte verso l’esterno; ogni fotocamera era accompagnata da tre microfoni, che catturavano il suono prodotto da voce e chitarra. Non che succeda molto, ma il tutto è ipnotico.

Jacob van Ruisdael, Campi di grano, 1670 ca.

Jacob van Ruisdael, Campi di grano, 1670 ca.

RIFERIMENTI E FELICI COINCIDENZE

Kjartansson è islandese, ma l’Islanda non possiede un patrimonio artistico a cui fare riferimento. Le immagini di Death Is Elsewhere richiamano forse dipinti romantici del XIX secolo, ad esempio di John Constable e Caspar David Friedrich. E quasi certamente dipinti olandesi e fiamminghi del XVII secolo. In una felice coincidenza, il Campo di grano di Jacob van Ruisdael (1670 ca.), che mostra un paesaggio piatto, bruno e verde chiaro, si trova nelle vicinanze, nella contemporanea mostra In praise of painting. Ducht masterpieces at the Met.

– Aldo Premoli

New York // fino al 2 settembre 2019
Ragnar Kjartansson – Death Is Elsewhere
THE MET FIFTH AVENUE
1000 Fifth Avenue
www.metmuseum.org

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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