Arriva Musja. Il laboratorio del collezionista Ovidio Jacorossi diventa un Museo per la Capitale

Intervista a Ovidio Jacorossi e Danilo Eccher (curatore della prima mostra, su Musja il nuovo museo della Capitale nato intorno ad una vasta collezione privata. Ecco la storia

MUSJA Christian Boltanski, Personnes Monumenta Gran Palais, Paris 2010 Courtesy: ADAJP Paris 2018, Photo by Dider Plowy
MUSJA Christian Boltanski, Personnes Monumenta Gran Palais, Paris 2010 Courtesy: ADAJP Paris 2018, Photo by Dider Plowy

Avevamo annunciato la nascita di Musia (con la i) con questa lunga intervista a Ovidio Jacorossi, poi avevamo ripreso all’inaugurazione le fila del discorso qui, anticipando l’apertura del 1 dicembre 2017. Oggi si può dire che la fase “beta” di Musia (che prende ora il nome di Musja, dove la “j” sta per il cognome del suo fondatore) sia terminata, lasciando dal prossimo autunno campo libero alla nascita di un Museo per la Capitale attorno ad una nutrita collezione privata di opere del Novecento, attorno le quali non mancheranno presentazioni ed attività legale al contemporaneo. I numeri ve li avevamo già dati all’epoca: 1000 mq, sale dedicate all’esposizione, ma anche wine bar, ristorante e così via, negli spazi di Via Chiavari riallestiti dall’architetto Carlo Iacoponi. Un progetto che prosegue una bella storia di famiglia, in una Capitale nella quale, nonostante tutto, non sono mancati i lieti eventi, con la nascita ad esempio di Palazzo Merulana oppure di Rhinoceros. Il 23 luglio 2019 assurge invece a data di battesimo di Musja, che si presenta con una mostra a cura di Danilo Eccher, The Dark Side. E proprio con Eccher e con Jacorossi abbiamo parlato di cosa accade e cosa accadrà.

Musja, cortile
Musja, cortile

Quasi due anni di Musia: Quale bilancio può fare ad oggi di questa avventura?
Ovidio Jacorossi: Dopo il primo anno di vita come laboratorio di sperimentazione multidisciplinare, “Musia” diventa “Musja” (Museo Jacorossi) e in autunno cambia pelle, trasformandosi in museo privato, per offrire al pubblico un articolato programma artistico e culturale, all’interno di uno spazio che sarà interamente dedicato all’arte contemporanea.

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Quale futuro prevede per lo spazio e le sue attività?
O J: Il nuovo Museo raccoglie e custodisce, sin dalla rinnovata denominazione, l’eredità culturale e la mia collezione, le cui opere saranno esposte a rotazione in occasione di mostre dedicate o nell’ambito di progetti espositivi inediti, con uno sguardo sempre attento alle tendenze più innovative del panorama contemporaneo internazionale.
Con la nascita di Musja, la famiglia Jacorossi dona un nuovo Museo alla città di Roma e a tutto il Paese, mettendo a disposizione della collettività una collezione d’arte che rappresenta il risultato di una lunga storia umana e imprenditoriale, segnata dalla centralità del valore della persona e dal riconoscimento dell’importanza della creatività nello sviluppo del potenziale di ogni individuo.

Come evolverà il concept del museo nei prossimi anni?
O J: Musja si propone di essere un punto di riferimento per il pubblico locale, nazionale e internazionale, promuovendo un approccio culturale dinamico che valorizzi il ruolo dell’arte come strumento fondamentale per la crescita del singolo e della società.

Ci racconti la mostra che stai per inaugurare?
Danilo Eccher: The Dark Side rappresenta il ‘lato oscuro’ che è in ognuno di noi, gli inciampi reali o presunti della vita che impongono una pausa, una riflessione, che fanno battere il cuore ma, allo stesso tempo, accendono nuove possibilità, nuovi pensieri, nuove prospettive. Si tratta di accedere ad una dimensione buia e oscura che si cerca inutilmente di evitare o nascondere, ma che invece reclama una forte presenza, esige uno sguardo coraggioso. La paura va così domata, controllata, resa partecipe e amica della propria avventura umana, il lato oscuro non va negato o abbandonato, deve essere invece riconosciuto, accettato, coinvolto, vissuto. Il complesso ambito tematico del progetto è organizzato in tre momenti espositivi, distribuiti nell’arco di tre anni, e rispettivamente dedicati alla: “Paura del Buio”, “Paura della Solitudine”, “Paura del Tempo”. Il primo appuntamento è dedicato alla “Paura del Buio”.

MUSJA Hermann Nitsch Exhibition view: Hermann Nitsch, 2018, Massimo de Carlo, London GB Photo: © Massimo de Carlo
MUSJA Hermann Nitsch Exhibition view: Hermann Nitsch, 2018, Massimo de Carlo, London GB Photo: © Massimo de Carlo

Come hai lavorato con gli spazi e la storia della collezione di Musja?
D E:
Dal primo momento del mio ingresso nello spazio di Via dei Chiavari 7 sono stato molto colpito dalla suggestione e dalla particolarità di questi ambienti densi di storia e di caratteristiche architettoniche uniche, che mi sono subito apparse ideali per accogliere un progetto espositivo speciale.

Quali saranno gli artisti e come si svilupperà il percorso espositivo?
D E: La mostra The Dark Side – Chi ha paura del buio? coinvolge tredici tra i più importanti artisti internazionali con grandi installazioni site-specific e opere di grandi dimensioni: da maestri e riconosciuti in tutto il mondo, come Gregor Schneider, Robert Longo, Hermann Nitsch, Tony Oursler, Christian Boltanski, James Lee Byars sino ai nuovi protagonisti della scena artistica contemporanea come Monster Chetwind, Sheela Gowda, Shiota Chiharu.

Italiani?
D E: Ci saranno opere e installazioni di Gino De Dominicis, Gianni Dessì, Flavio Favelli, Monica Bonvicini. Durante l’inaugurazione della mostra e con cadenza mensile nelle sale del museo si svolge tra il pubblico una inattesa performance del gruppo “Differenziale Femminile” composto da quattro attrici romane. La maggior parte delle opere “site specific” sono prodotte per la mostra mentre alcune provengono da istituzioni, gallerie, oltre che dalla collezione Jacorossi. Sono state selezionate per creare una suggestione e una riflessione dedicata al tema e, allo stesso tempo, per introdurre alcuni aspetti essenziali sulle più attuali ricerche artistiche contemporanee. Il pubblico potrà vivere in prima persona ed analizzare le proprie reazioni di fronte ad esperienze sensoriali e tattili, visioni teatrali e magiche, rituali e ambientazioni, ansie che prendono forme diverse e inattese per poi dissolversi.

Santa Nastro

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Nome eventoThe Dark Side. Chi ha paura del buio?
Vernissage08/10/2019
Duratadal 08/10/2019 al 01/03/2020
CuratoreDanilo Eccher
Generiarte contemporanea, inaugurazione
Spazio espositivoMUSEO MUSJA
IndirizzoVia dei Chiavari 7 - Roma - Lazio
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Santa Nastro
Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è caporedattore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e della Fondazione Pino Pascali. Collabora con Fondazione Pianoterra Onlus a Roma. È stata inoltre autore per il progetto arTVision – a live art channel, ha collaborato con l’American Academy in Rome. Dal 2011 al 2021 ha collaborato con Demanio Marittimo.KM-278 diretto da Pippo Ciorra e Cristiana Colli. Dal 2006 al 2011 è stata Segreteria Scientifica del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza, diretto da Angela Vettese, Carlos Basualdo e Pier Luigi Sacco. Dal 2005 al 2011 ha collaborato con la testata Exibart nelle sue versioni online e onpaper. Ha pubblicato per Maxim e Fashion Trend, mentre dal 2005 ad oggi ha pubblicato su Il Corriere della Sera, Arte, Alfabeta2, Il Giornale dell'Arte, minima et moralia e saggi testi critici su numerosi cataloghi e pubblicazioni. È autore del saggio Come vivono gli artisti? edito da Castelvecchi (2022) nella collana Fuoriuscita.