Firenze: sei artisti per “La Cura”, nuova residenza della Manifattura Tabacchi

Da settembre 2018 a gennaio 2019, sei giovani artisti hanno lavorato sul concetto di cura nell’ex polo produttivo. Una mostra appena inaugurata riunisce le 15 opere, individuali e collettive, realizzate in questi mesi di residenza e segna il cambio di passo della Manifattura, sempre più soggetto protagonista della produzione culturale fiorentina

Anche il giorno in cui il progetto di riqualificazione dell’area della Manifattura Tabacchi sarà ultimato, Gioele Pomante, Matteo Coluccia, Stefano Giuri, Lori Lako, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi e Tatiana Stropkaiová potranno raccontare di essere stati i primi artisti ad aver vissuto, lavorato ed esposto nel dismesso complesso industriale fiorentino. Con la conclusione del primo ciclo del progetto interdisciplinare e triennale delle residenze d’artista, ideato e curato da Sergio Risaliti, la “seconda vita” di un luogo simbolo della produzione e del lavoro del capoluogo toscano inizia ad acquisire una dimensione più compiuta, tangibile e rilevante in un’ottica, forse, non solo cittadina. Nell’arco dell’ultimo anno abbiamo raccontato le prime fasi della riattivazione di questo enorme sito, esteso su sette ettari: dalla presenza di alcuni laboratori del Polimoda, in parallelo con l’avvio dei primi cantieri; dalle aperture in occasione di specifici eventi, legati ad esempio all’Estate Fiorentina, fino al debutto del format Toast Project Space. È tuttavia con l’inaugurazione della collettiva La cura, visitabile gratuitamente fino al 19 maggio prossimo e distribuita su 700mq, che la Manifattura dimostra di cambiare passo. L’obiettivo, del resto, è poter essere progressivamente identificata come “nuovo polo di produzione contemporanea a Firenze, complementare allo straordinario centro storico e capace di conferire alla città un’ulteriore dimensione internazionale”, secondo quanto dichiarato da Michelangelo Giombini, head of product development MTDM – Manifattura Tabacchi Development Management, società responsabile della riqualificazione. Ad ampliare l’orizzonte, inserendo questa operazione nel quadro degli interventi intrapresi in città nell’ultimo quinquennio, è il direttore artistico del Museo Novecento. “Con il progetto delle Residenze d’artista alla Manifattura Tabacchi, oggi, si ricrea la vera officina neo-rinascimentale. Un progetto di fondamentale importanza si aggiunge a quanto fatto in questi ultimi cinque anni per rendere la città luogo creativo: dalle mostre al Forte Belvedere, agli interventi in Piazza Signoria, alle esposizioni in Palazzo Vecchio e Museo Bardini, fino all’attività di Museo Novecento che è diventato in questo ultimo anno punto di riferimento culturale della città contemporanea finalmente riconosciuto anche a livello nazionale e internazionale”, ha sottolineato Risaliti in occasione dell’apertura di La Cura. Di seguito, uno ad uno, vi raccontiamo gli esiti di questa esperienza, anticipando l’orizzonte dell’operazione nei prossimi mesi.

– Valentina Silvestrini

www.manifatturatabacchi.com

TATIANA STROPKAIOVÁ – VENEZIAN

Firenze, Manifattura Tabacchi –Tatiana Stropkaiovà, Venezian, 2018/2019 - ph.OKNOstudio

Firenze, Manifattura Tabacchi –Tatiana Stropkaiovà, Venezian, 2018/2019 – ph.OKNOstudio

La pittura è viva. Se fosse necessario produrre un’ulteriore prova, la poderosa produzione dell’artista slovacca – classe 1993 – potrebbe rappresentare una testimonianza utile. Laureata in Arti Visive a Košice, nel suo Paese d’origine, e attualmente studentessa del Biennio di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila, Stropkaiová è instancabile nel coltivare, sviluppare e maneggiare la sua ossessione per l’opera Venetian girl, dipinta da Frank Duveneck nel 1880. Ne offre una promettente prova alla Manifattura Tabacchi, con la serie di dipinti di varie dimensioni in cui replica, rielabora, annulla, silenzia, esalta ma mai tradisce questa sua “immagine guida”. Il gesto della ripetizione, su tele di formati eterogenei, finisce così per acquisire centralità nel processo artistico e “permette all’artista di liberarsi da concetti precostituiti sulla sua pittura e, nello stesso tempo, la unisce all’immagine ripetuta, instaurando una sorta di fedeltà ad essa”.

LORI LAKO – SCHWIMMFLÜGEL

Firenze, Manifattura Tabacchi – Lori Lako, Schwimmfügel- I Haven't Dreamed of Flying for a While, 2019 - ph.OKNOstudio

Firenze, Manifattura Tabacchi – Lori Lako, Schwimmflügel – I Haven’t Dreamed of Flying for a While, 2019 – ph.OKNOstudio

Con la realizzazione di Schwimmflügel- I Haven’t Dreamed of Flying for a While, l’artista originaria dell’Albania, formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e al Kunstakademie a Monaco di Baviera, prosegue il proprio percorso di ricerca sulla “condizione dell’uomo post-moderno surclassato da immagini e messaggi che ostacolano la decodifica del mondo, la memoria storica e l’ascolto del sé”. L’installazione, di 550 x 250 cm, include due braccioli gonfiabili e un fondale pvc, sulla cui superficie sono state tradotte digitalmente le undici tonalità di blu identificate dal mineralogista tedesco Abraham Gottlob Werner nel volume La Nomenclatura dei colori, del 1814. Il risultato è una sorta di “quinta scenica”, in cui le tonalità “si fondano tra loro, sfumando l’una nell’altra”, mentre i braccioli da mare – il cui nome tedesco è schwimmfügel, letteralmente, in italiano, “ali da nuoto” – evocano un fallimentare tentativo di spiccare il volo nel blu.

MOHSEN BAGHERNEJAD MOGHANJOOGHI – DAMA

Firenze, Manifattura Tabacchi –Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Dama, 2019 - ph.OKNOstudio

Firenze, Manifattura Tabacchi –Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Dama, 2019 – ph.OKNOstudio

Nato 31 anni fa nella capitale iraniana, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi ha eroso e grattato porzioni delle pareti della Manifattura Tabacchi. Lo ha fatto spinto da una inequivocabile riflessione: lui e gli altri artisti in residenza sono stati le ultime persone ad aver visto e vissuto l’aspetto originale di questo luogo, operando al suo interno prima dell’imminente trasformazione. Una condizione che lo ha convinto a usare l’intonaco del muro, “materiale filtro” tra l’interno e l’esterno di ogni luogo. Mischiato con cemento e solfato di rame, questo materiale è stato impiegato per la creazione delle piante artificiali. Annaffiate ogni giorno, cambieranno aspetto proprio come accadrà alla Manifattura.

STEFANO GIURI – ASSHOLE

Firenze, Manifattura Tabacchi – Stefano Giuri, Asshole, 2019 - ph.OKNOstudio

Firenze, Manifattura Tabacchi – Stefano Giuri, Asshole, 2019 – ph.OKNOstudio

Il concetto di cura, declinato nella capacità di porsi in ascolto dell’identità storica della Manifattura Tabacchi, assume in Asshole di Stefano Giuri un ruolo e un “peso fisico” non trascurabili. Come esito della residenza, l’artista nato a Neviano (Lecce) nel 1991 e di base a Firenze, dove si è laureato all’Accademia di Belle Arti, ha concepito una serie di sculture in bronzo lucidato a specchio derivate da calchi di fori di proiettili. Si tratta dei colpi sparati durante l’occupazione tedesca di Firenze, ancora visibili nelle pareti degli edifici del dismesso polo produttivo. Tutto il suo lavoro, del resto, si colloca nel solco della ricerca delle connessioni tra i concetti dello spazio pubblico e privato, tra la memoria collettiva e individuale, e si sostanzia in particolare nei linguaggi della performance e della scultura.

MATTEO COLUCCIA – PROXIMA CENTAURI

Firenze, Manifattura Tabacchi – Matteo Coluccia, Proxima Centauri, 2019 - ph.OKNOstudio

Firenze, Manifattura Tabacchi – Matteo Coluccia, Proxima Centauri, 2019 – ph.OKNOstudio

È immediato stabilire un’affinità visiva tra la monumentale cornice portafotografie, all’interno della quale Coluccia ha collocato la scritta “FESTA”, e la sua versione low-cost e mini in vendita da IKEA. Classe 1992 e un percorso di formazione all’Accademia di Belle Arti di Firenze in corso, affiancato da percorsi progettuali e pedagogici sulla performance e nello spazio pubblico, l’artista punta con questo lavoro a incoraggiare nell’osservatore “una riflessione sul continuo procedere degli eventi”, in un più ampio percorso di contemplazione della vita e della morte.

GIOELE POMANTE – FACES

Firenze, Manifattura Tabacchi – Gioele Pomante, Faces, 2019 - ph.OKNOstudio

Firenze, Manifattura Tabacchi – Gioele Pomante, Faces, 2019 – ph.OKNOstudio

È un lavoro da osservare con lentezza e senza luce artificiale quello presentato da Pomante al termine dei mesi in residenza. Originario di Pescara, dove è nato nel 1993, e iscritto all’ultimo anno all’Accademia di Belle Arti di l’Aquila, l’artista ha lavorato sulle potenzialità della materia e sul suo potere evocativo. Provate ad avvicinarvi ai suoi calchi in gesso e dipinti a spray: finire per immaginare – o, forse, anche per visualizzare – “luoghi vissuti o paesaggi lontani e solitari, territori sconosciuti dove poter immaginare o sperare nuovi inizi”.

LA CURA LA MERAVIGLIA L’ARMONIA

Firenze, Manifattura Tabacchi – Opera collettiva, Love Is Theft, 2019 - ph.OKNOstudio

Firenze, Manifattura Tabacchi – Opera collettiva, Love Is Theft, 2019 – ph.OKNOstudio

Nei mesi di questa prima residenza d’artista, gli autori selezionati sono stati seguiti dai tutor Paolo Parisi e Robert Pettena, docenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Hanno inoltre avuto l’opportunità di confrontarsi e di lavorare con i visiting artist Mario Airò, Vedovamazzei, Antoni Muntadas, Luca Vitone, Giuseppe Gabellone e Diego Perrone, Remo Salvadori, Marzia Migliora e critici e storici dell’arte Giorgio Verzotti e Giovanni Iovane. Workshop e lezioni culminati nell’ideazione di una serie di opere collettive sono alcune delle attività previste. ll progetto proseguirà – da settembre 2019 – nel segno di una nuova parola guida: dopo La Cura, sarà la volta de La Meraviglia, “intesa nel senso più ampio, da quello dei materiali, delle tecnologie, delle immagini a quello dei genomi naturali, della produzione industriale e artigianale, di quella artistica e poetica”. Nel 2020, infine, l’analisi si concentrerà sul terreno d’indagine de L’Armonia, in nome di “una possibile riconquista dell’equilibrio natura-uomo, uomo- ambiente, dell’uomo con il fare e il pensare, con il suo io profondo e nelle relazioni con gli altri e i diversi”.

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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