Pittura in mostra. Adriano Annino a Roma

Casa Vuota, Roma ‒ fino al 3 giugno 2018. La mostra “Termoclino Guidarello”, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, presenta numerose suggestioni visive in uno spazio artistico promettente.

Casa Vuota è un luogo piuttosto curioso, dove si respira un’aria familiare e accogliente. L’ambiente si discosta dal white cube e fa di questa differenza un prezioso valore aggiunto. Gli artisti chiamati a esporre devono essere malleabili e costruire la loro proposta partendo dalle pareti su cui vanno a intervenire, in una sorta di stratificazione che sposi la particolarità della carta da parati, romanticamente scrostata. Ocra in una stanza, rosea di fiori di ciliegio nell’altra. Partendo dal nome della mostra, una sorta di rebus o di gioco verbale, entriamo in contatto con un clima pastorale. Termoclino, termine scientifico che indica quel limen per il quale l’acqua marina si suddivide in porzione superficiale, colpita dagli influssi meteorologici e in continua trasformazione, e profondità oceaniche, con temperatura costante e condizioni di luminosità persistenti. Guidarello è la pecora castrata che guida il gregge, dall’incedere lento e cadenzato dal suono del campanaccio. Questo elemento torna infatti nell’installazione audio che fonde stornelli campagnoli, metal e sonorità rupestri.

Adriano Annino, Termoclino Otto Dix. Alla bellezza, 2017

Adriano Annino, Termoclino Otto Dix. Alla bellezza, 2017

PITTURA E CONFRONTI

Adriano Annino (Napoli, 1983) si muove con la sua pittura tra le ambiguità dell’essere umano, in perenne conflitto tra ego e galateo sociale, inconscio e razionalità, desiderio e castrazione. La materia grumosa si distribuisce a onde sulla tela, le tonalità acide su un fondale cupo trasfigurano l’arte di genere dei caravaggeschi, rivolgendosi ad autori come van Baburen, esagitano ed inaspriscono le tenebre di Géricault. Annino supera la prova quando le sue fruste cromatiche sferzano la fantasia dell’incredibile espressionista tedesco Otto Dix. In Loth e le sue figlie il cielo si infiamma in corpose nuvole scarlatte, mentre il riverbero delle fronde sull’acqua esalta il verde smeraldo della veste e rimbalza nel complementare delle rosse gote paterne, inebriate dal vino. Il fervore e la ridondanza delle pennellate serpentine si asciuga in Alla bellezza, quasi salutando “la maniera” alla volta della compattezza visiva. I ghigni che tagliano la bocca dei personaggi, alla Joker, sembrano interrogare il breve intervallo tra sanità mentale e psicopatia. Irresistibili anche concettualmente i disegni digitali, realizzati con il cellulare e resi opera d’arte a stampa unica. Il tratto naif e gli abbozzi di linee della grafite e dei pastelli su carta rappresentano un campo di forze aperte e intriganti, tra esecuzioni capitali, violenze carnali, mandrie al pascolo, pastori e pastorelle sino alla rilettura di due delle famosissime stampe erotiche di Giulio Romano che accompagnavano i Sonetti lussuriosi dell’Aretino.

Giorgia Basili

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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