Francobolli per tutte le stagioni (politiche). Flavio Favelli realizza due murales nel bolognese

Una serie di francobolli di epoca fascista sono il punto di partenza per La Serie Imperiale di Flavio Favelli, due wall-painting realizzati alla Casa del Popolo e alla ex miniCoop di Bazzano, nel bolognese. Due opere per riflettere sulla nostra storia passata e futura…

Raccontare il passato, riportarlo alla luce, reinterpretarlo, può essere un modo per capire il presente. In particolare in un momento storico e politico complesso come quello che stiamo vivendo. È quello che fa Flavio Favelli (Firenze, 1967) con il suo ultimo progetto, Serie Imperiale, due wall painting site specific, realizzate in due luoghi simbolo del centro di Bazzano, nel bolognese, la Casa del Popolo e la ex miniCoop.

IL RIFERIMENTO STORICO

La Serie Imperiale era una raccolta di francobolli, emessa nel Regno d’Italia nel 1929, durante il fascismo, e rimasta poi in uso fino al 1946. Questa serie di largo consumo, con tirature in molti milioni di esemplari, di diverso valore e con varie effigi – tra cui spiccava il volto di Vittorio Emanuele III – all’avvento della Repubblica Sociale Italiana, subì una “sovrastampa” per soddisfare le esigenze postali dell’epoca. Ovvero, durante la Rupubblica di Salò e l’occupazione tedesca vi è stato apposto un timbro che, alterando le sembianze del sovrano, serviva a decretare un diverso stato di emissione del francobollo.

L’OPERA DI FAVELLI

Da questo capitolo della storia d’Italia, parte Favelli per realizzare l’omonima opera murale Serie Imperiale. E lo fa in due luoghi simbolo del centro di Bazzano (dal 2014 nell’orbita del nuovo comune emiliano di Valsamoggia) – la Casa del Popolo e la ex miniCoop – parte di un unico complesso architettonico. A cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi, promossa dall’associazione culturale Nosadella.due su commissione pubblica della Fondazione Rocca dei Bentivoglio (Valsamoggia, Bologna), vincitrice della seconda edizione di Italian Council 2017, Serie Imperiale è un’opera che si compone di tre fasi di realizzazione: pittura, strappo, otturazione. Dopo la riproduzione su muro dell’effige del sovrano come originariamente figurata sui francobolli storici, la fase successiva dello strappo, a cura del Laboratorio di restauro Camillo Tarozzi, consisterà, dopo il 3 giugno (termine ultimo per vedere la mostra e le due opere murali), nel processo di trasposizione su tela dei due dipinti, e nella trasformazione delle due opere in un dittico. L’otturazione, infine, sarà l’ultima fase del processo. Asportati i due quadri dai muri della ex miniCoop e della Casa del Popolo, Favelli si prenderà cura dei due “buchi” generati dalla rimozione dei dipinti “riempiendo” i negativi con nuovo intonaco.

IL SENSO DEL GESTO

Un semplice gesto di stuccatura e rattoppo, che lascerà traccia del processo, rievocando di nuovo la presenza dell’opera. “L’operazione artistica al grado zero dell’otturazione coincide qui con l’origine stessa dell’atto artistico: occuparsi di due buchi”, dice Favelli, “in due luoghi considerati “squallidi”, pone l’accento sul fatto che l’artista ha un punto di vista differente, vede il bello dove di solito il costume del suo tempo non lo vede perché è un bello che passa per il pensiero e quindi diverso”. A completamento di queste tre fasi, un ricco programma di appuntamenti completerà il progetto con visite guidate, percorsi didattici per le scuole, laboratori aperti al pubblico, oltre a incontri con l’artista dedicati all’approfondimento dell’opera, in luogo che racconta la trasformazione in corso non solo di due spazi, ma di un intero tessuto sociale, culturale e commerciale, dove impegno politico, impresa cooperativa e socialità sono chiamati ad interrogarsi sul proprio presente e futuro. I due wall painting di Serie Imperiale saranno documentati tramite una fotografia immersiva (a cura della startup bolognese DeyeVR) che, riproducendoli in realtà virtuale nelle sedi originali, ne diventeranno parte integrante, conservandone per sempre l’esperienza.

-Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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