Chiuso il Museo di Villa Croce a Genova. Mancano i visitatori e le mostre

A sorpresa il Museo d'arte contemporanea Villa Croce di Genova non riapre al pubblico. La società che gestisce i servizi lamenta costi troppo elevati e pochi visitatori. L'assessore alla cultura prova allora a riaprire il museo da sola. In ogni caso, a dispetto delle parole spese dal neo-direttore Carlo Antonelli nell’intervista che ci ha rilasciato pochi giorni fa, scopriamo che Villa Croce è tutt’altro che un’isola felice…

In un momento più che positivo per i musei italiani che, secondo i dati emessi dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, registrano un boom di visitatori ed incassi record in seguito alla riforma del 2014 voluta dal ministro Franceschini, c’è un’istituzione (non afferente al Ministero ne allo Stato) che naviga in cattive acque. È il Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova che ha annunciato la chiusura a causa dello scarso numero di visitatori e di costi di gestione troppo alti rispetto agli incassi. E a pochi mesi dall’individuazione del nuovo direttore Carlo Antonelli, che ad onor del vero si è insediato ufficialmente solo il primo giorno del 2018 ed è dunque vittima e non artefice di quanto sta capitando, il futuro del museo è più che mai incerto.

I COSTI DI GESTIONE

A lanciare l’allarme sulla condizione disastrosa in cui riversa Villa Croce è Open S.r.l., società concessionaria che di fatto gestisce tutti i servizi del museo. La società, una start-up fondata da Elena Piazza, Paola Inconis e Alessia Morglia, ha vinto nel 2016 il bando promosso da Fondazione Garrone (con il Comune di Genova e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura) con un piano di gestione che prevedeva attività e progetti fino al 2020. In base al bando la società gestisce il servizio di accoglienza, biglietteria e information desk, di assistenza alla visita e controllo nelle sale, servizi complementari, anche di tipo commerciale, di mediazione, marketing, comunicazione, didattica. Costi non più sostenibili a causa dello scarsissimo numero di visitatori e di biglietti emessi. Da qui la decisione, giovedì 18 gennaio, di non aprire le porte del museo al pubblico fino a data da destinarsi.

UN MUSEO SENZA MOSTRE E COLLEZIONE PERMANENTE

A rendere ancora più complessa la situazione si aggiunge uno sacarno programma espositivo. Basta semplicemente navigare sul sito del museo per accorgersi che l’unica mostra in corso, una bella personale di Stefano Arienti, avrebbe dovuto chiudere al pubblico il prossimo 28 gennaio. La successiva prevista avrebbe aperto al pubblico solo il 20 febbraio, con un gap significativo per la programmazione di uno spazio con una forte connotazione territoriale. Non solo, ma anche sul fronte della collezione permanente le cose non vanno meglio dato che una parte più che consistente è in prestito al MAN di Nuoro. Un museo vuoto, dunque, che non può chiaramente accogliere nessuno.

IL NUOVO DIRETTORE

Solo un paio di settimane fa, il neo-direttore Carlo Antonelli, intervistato da Artribune, aveva illustrato il programma e gli intenti del prossimo biennio. Un futuro che, letto attraverso le parole di Antonelli, sembrava più che positivo con Villa Croce destinata ad essere, almeno negli intenti del suo direttore, un museo in pieno sviluppo. Va detto che Antonelli, la cui nomina ha scatenato molte critiche, ha a disposizione 70.000 euro per le mostre, un budget semplicemente inesistente per costruire un programma culturale adeguato a rendere competitivo il museo. Mancano i fondi, mancano i visitatori. Tutti fattori che hanno contribuito allo stallo attuale che conferma la crisi d’identità di Genova. Forse, tra le grandi aree urbane italiane, quella in maggiore difficoltà in questa fase.

IL TENTATIVO DI RIAPERTURA

Dopo solo un giorno di chiusura, l’assessore alla Cultura del Comune di Genova, Elisa Serafini, ha riaperto il museo provando ad occuparsi in prima persona della gestione. Museo gratis oggi per i visitatori con l’assessore impegnata a staccare i biglietti. Abbiamo contattato più volte il museo senza riuscire ad avere riscontri. Impossibile parlare con qualcuno. “Tutti gli uffici sono vuoti”, ci ha risposto una giovane studentessa in stage dall’altra parte del telefono. Un vuoto che non lascia presagire nulla di buono.

– Mariacristina Ferraioli

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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