Da Gerusalemme a Bologna la mostra sulle Avanguardie con opere della collezione di Schwarz

Tornano in Italia, e più precisamente a Bologna, le opere della collezione Schwarz donate all’Israel Museum. Più di 200 pezzi tra quadri, ready-made, collage e sculture dei primi decenni del Novecento. Tra questi anche la famosa Gioconda con i baffi di Duchamp…

Marcel Duchamp LHOOQ 1919
Marcel Duchamp LHOOQ 1919

Un titolo altisonante “Duchamp, Magritte, Dalì. I rivoluzionari dell ‘900” per la mostra che dal 17 ottobre sarà ospitata a Palazzo Albergati a Bologna. Oltre duecento le opere in mostra, provenienti tutte dall’Israel Museum di Gerusalemme, dedicata alle Avanguardie storiche. Con una particolarità importante: quasi tutte le opere fanno parte della collezione di Arturo Schwarz e tornano in Italia dopo essere state donate ad Israele.

LA MOSTRA

Un percorso espositivo pensato nel segno della continuità nell’intento di dimostrare come il Surrealismo sia il naturale proseguimento del Dadaismo e il forte legame esistente tra gli artisti delle due correnti. La mostra, curata da Adina Kamien-Kazhdan, curatrice dell’Israel Museum di Gerusalemme, e David Rockefeller, è prodotta ed organizzata da Arthemisia in collaborazione con l’Israel Museum di Gerusalemme, è organizzata in sezioni tematiche e conta più di duecento opere. Tra queste anche opere iconiche come Le Chateau de Pyrenees del 1959 di Magritte, la famosa Gioconda L.H.O.O.Q. (1919/1964) di Duchamp e Surrealist Essay (1934) di Salvador Dalí, Main Ray, celebre scultura di Man Ray. Il Waistcoat for Benjamin Peret di Duchamp introduce idealmente la seconda parte del percorso espositivo con le opere Mirò, Dalì, Ernst, Picabia, Tanguy.

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LA LUNGA STORIA DELLA COLLEZIONE

Una parte consistente dei pezzi in mostra arrivano dal fondo Arturo Schwarz (Alessandria d’Egitto, 3 febbraio 1924), storico dell’arte, scrittore e poeta, titolare della più importante biblioteca al mondo sulle avanguardie del Novecento, in particolare Surrealismo e Dadaismo e di una consistente collezione d’arte. La storia della donazione della collezione Schwarz allo Stato Italiano è molto complessa. Solo in seguito ad una trafila burocratica lunghissima, durata diversi anni, parte del cospicuo corpus, 500 opere, che il mercante ed intellettuale voleva destinare alla città di Milano, andò alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Per i libri, invece, lo Stato non riuscì a proprio a trovare una collezione adeguata e Schwarz preferì donarli all’istituzione felicissima e lungimirante dell’Israel Museum di Gerusalemme (che aveva inoltre ricevuto nel 1998 una donazione di 700 opere), rifiutando un’offerta pluri-milionaria del Getty Museum. In una intervista firmata da Antonio Gnoli e rilasciata a La Repubblica nel 2014, aveva commentato: “Non fu per niente facile. Si giunse al paradosso che ero io che dovevo giustificare il lascito e non lo Stato italiano quello di fornire le garanzie per la gestione.  La cosa più comica accadde con la mia biblioteca di testi dada e surrealisti che era compresa nella donazione. E che gli specialisti consideravano un pezzo unico. Fu rifiutata perché qualcuno allora insinuò che era robaccia pornografica! Il Getty Museum aveva offerto due milioni di dollari. Alla fine la donai a Israele”.

I PRECEDENTI

Quello della collezione Schwarz non è l’unico caso di grande raccolta d’arte che vola, almeno parzialmente, all’estero. Il caso più clamoroso è quello della collezione del conte Giuseppe Panza di Biumo tra le più importanti al mondo di Minimal Art, Arte Concettuale e Postminimal donate in gran parte al MoCa di Los Angeles, al Guggenheim di New York e al Museo Cantonale di Lugano e in parte vendute al Getty Museum, dopo che per ben due volte erano state rifiutate dall’Italia. Solo una contenuta, ma importantissima parte di queste opere sono esposte in Italia, nella bellissima Villa Menafoglio Litta Panza a Biumo, donata nel ‘96 al Fai.

– Mariacristina Ferraioli
Duchamp, Magritte, Dalì. I rivoluzionari del ‘900
Dal 16 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018
Bologna, Palazzo Albergati
via Saragozza 28 – Bologna

Dati correlati
AutoriMarcel Duchamp, Renè Magritte, Salvador Dalì, Man Ray
Spazio espositivoPALAZZO ALBERGATI
IndirizzoVia Saragozza 28 - Bologna - Emilia-Romagna
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Mariacristina Ferraioli
Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3). Ha conseguito il Master in Organizzazione e Comunicazione delle Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha vinto la Residenza per Curatori della Dena Foundation for Contemporary Art presso il Centre International d’Accueil et d’Echanges des Récollets di Parigi. Ha lavorato al Centre Pompidou collaborando alla realizzazione della mostra “Traces du Sacré” e ha pubblicato un testo critico sul catalogo della mostra. Ha coordinato l’ufficio Master dell’Accademia di Belle Arti di Brera e ha curato mostre sia in Italia che all’estero. Redattrice di Artribune, collabora stabilmente con Cosmopolitan Italia, Marie Claire Maison, Le Quotidien de l'Art. Ha conseguito un dottorato in Comunicazione e mercati: Economia, Marketing e Creatività presso l’Università Iulm di Milano, è docente a contratto presso diverse istituzioni e fa parte del team curatoriale di ArtLine, progetto d’arte pubblica del Comune di Milano nel parco di CityLife.