Primavera al Palazzo Collicola di Spoleto

Nonostante i drammatici terremoti che hanno colpito l’Umbria, il museo spoletino continua a rinnovare la sua offerta espositiva. Tra progetti di residenza e dialoghi con le gallerie.

Per l’apertura delle mostre di primavera, in sincrono con l’energia e la potenza rigeneratrice che accompagna il risveglio della natura, Palazzo Collicola Arti Visive vibra di bellezza, energia e creatività. Oltre all’intensa emozione estetica derivante dalla visita al Centro d’arte contemporanea spoletino – che inizia dalle sale del piano terra con le collezioni, passando per Collicola Residence, fino al secondo piano dedicato alle mostre temporanee – emergono la complessità e il senso del progetto d’insieme. Una strategia connettiva tra varie piattaforme che Gianluca Marziani, direttore dal 2010, sta facendo dialogare in modo sempre più incisivo all’interno del museo e con il territorio.                                                                     Neppure i recenti terremoti in Umbria hanno fermato le attività di una delle sedi museali più dinamiche e inventive della scena contemporanea italiana, dal respiro internazionale. Grazie a un rilancio importante, con una quantità di nuove proposte e programmi mirati, a conferma “che solo l’azione viva sul territorio può rialzare le energie e l’ottimismo collettivo”, assicura Marziani. È l’innesco positivo di “scosse culturali in libera e sciamante circolazione che il direttore aveva annunciato in occasione del lancio, a febbraio, di Collicoland, metaprogetto contenitore di idee, azioni, confronti, performance e tanto altro.
Un segnale dal forte accento simbolico di come sia possibile trasformare il “danno” in valore costruttivo, Marziani lo aveva dato – ispirandosi alla pratica giapponese kintsugi – incaricando Vincenzo Pennacchi di intervenire ad arte sulle crepe che solcano il museo in forma “superficiale ma evidente”. L’installazione, inaugurata nel dicembre scorso, è tuttora visibile, accanto ad opere di artisti quali Sol LeWitt e Pino Pascali.

ARTISTI E RESIDENZE

Non a caso tra gli opening di primavera spicca Destruction for creation di Soichiro Shimizu, in mostra nel piano nobile del Palazzo. “L’artista viene dal Giapponecommenta Marziani –, “Paese che sulla cultura antisismica ha costruito un pilastro etico (e architettonico) della propria civiltà”. L’autore, attraverso quadri che riproducono una sorta di visione aerea stratificata, si interroga sui binomi: natura artificio, vita morte, caos armonia, in dialogo serrato con i dipinti e gli arredi d’epoca. La mostra di Shimizu rappresenta il punto apicale di un percorso di residenza variegato e sinergico, il terzo Residence Collicola dopo Rob Sherwood, in collaborazione con Federica Schiavo, e Stephan Koplowitz, per una residenza fra teatro e arti visive.

Vincenzo Pennacchi, Crepe, 2017. Courtesy Palazzo Collicola, Spoleto 2017

Vincenzo Pennacchi, Crepe, 2017. Courtesy Palazzo Collicola, Spoleto 2017

GALLERIE IN MOSTRA

L’intero piano superiore accoglie la mostra dedicata alla milanese Galleria PACK e al suo fondatore Giampaolo Abbondio. È un viaggio incredibile: lo spazio neutro si è trasformato in un racconto visivo denso di contenuti e suggestioni, ma sempre equilibrato. L’allestimento è firmato da Luigi De Ambrogi, ex gallerista d’avanguardia, che con Abbondio ha condiviso la nascita della Pack e ne delinea il percorso espositivo mettendo in scena ventotto artisti tra i quali: Matteo Basilé, Franko B, Alberto Di Fabio, Zhang Huan, Masbedo, Maria Magdalena Campos Pons. È il secondo appuntamento, dopo quello con Giovanni Bonelli, di Cortesie per gli ospiti. Un gallerista. La sua visione, rassegna ideata nel rispetto filologico del museo e della sua funzione culturale, rifiutando ogni approccio di tipo commerciale. L’invito è rivolto “non tanto alla galleria in quanto spazio fisico” – precisa Marziani, ma ai galleristi che, grazie alle loro scelte, storie, intuizioni hanno lasciato un segno nell’arte contemporanea.
La storia professionale del direttore di Palazzo Collicola e Abbondio risale al 2003, in occasione di una mostra profetica e visionaria dalla quale scaturì fra i due “un’epifania relazionale e progettuale”, racconta Marziani. “Giampaolo è un gallerista che si innamora delle opere, sono i sentimenti a guidare le sue scelte iniziali, mentre una strategia condivisa dà veste e contesto al progetto. Quando sfoglio il libro che documenta i passaggi del gallerista, conclude Marziani, “colgo il valore prezioso di un unicum espositivo”, dalle molteplici sfaccettature ma che guarda “soprattutto alla bellezza come atto di rinascita continua e mai identica…”.

Lori Adragna

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Lori Adragna

Lori Adragna

Lori Adragna nata a Palermo, vive e lavora a Roma. Storico dell’arte con perfezionamento in simbologia (Arte e simboli nella psicologia junghiana). Critico e curatore indipendente, dal 1996 organizza mostre ed eventi culturali per spazi privati e pubblici tra cui:…

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