Bologna. 5 stand da non perdere alla fiera SetUp Contemporary

Al via il quinto appuntamento con la fiera collaterale ospite dell’Autostazione di Bologna. Numeri in aumento, importanti partecipazioni internazionali e riflettori puntati sugli under 35. Ne abbiamo parlato con le direttrici Simona Gavioli e Alice Zannoni

Ha alzato il sipario l’edizione numero 5 di SetUp Contemporary Art Fair, la fiera collaterale che quest’anno porta a Bologna ben 16 gallerie internazionali fra le 60 partecipanti. Molte le presenze giovani, grazie a un format ormai solido: commissionare a ogni galleria un progetto firmato da un artista e un curatore under 35. Una scommessa vincente, come sottolineato da una delle due direttrici, Alice Zannoni: “Cinque anni fa nessuno credeva che questa cosa fosse possibile e ci invitavano a desistere. Noi abbiamo osato, raccogliendo una necessità non solo nostra”. Complice la decisione di “mettere in luce e dare spazio anche alla figura del curatore”, solitamente in ombra durante gli appuntamenti fieristici, e uno sguardo attento alle nuove generazioni di collezionisti. Un vero e proprio set up che guarda al futuro, con la promessa di nuove aperture all’orizzonte estero, un probabile trasferimento nel parcheggio dell’Autostazione, e un lavoro sul campo, a contatto diretto con le gallerie e i loro artisti. “Noi ci muoviamo molte volte durante l’anno”, sottolinea l’altra direttrice, Simona Gavioli, “non si può realizzare un progetto competitivo se non si sa che cosa sta succedendo nel mondo”. Un lavoro sinergico, frutto di un network geograficamente diffuso che a Bologna ha trovato un ottimo perno e che nelle prossime edizioni potrebbe sfociare in una serie di focus internazionali. “Vorremmo avere un Paese ospite”, dichiara Gavioli, “ci stiamo comportando come se non fossimo una collateral, ma se non si progetta in grande non si decolla”. Uno spirito che si ritrova nelle 5 migliori opere in mostra che abbiamo selezionato durante la preview.

PAOLO BALBONI – DIE MAUER II (IL MURO) 1961-2016 – SPECIAL PROJECT

Paolo Balboni – Die Mauer II (Il Muro) 1961-2016 - Special Project, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

Paolo Balboni – Die Mauer II (Il Muro) 1961-2016 – Special Project, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

Guarda alla memoria e al presente l’intervento fotografico-installativo di Paolo Balboni. Protagonista il Muro di Berlino, letto sia in termini archivistici – con la raccolta delle pagine dell’epoca tratte dal Resto del Carlino – sia in ottica attuale, grazie agli scatti intitolati all’East Side Gallery, la porzione di Muro rimasta in piedi e considerata un vero e proprio monito da preservare. Uno sguardo composito, che trova il suo punto di arrivo nei dettagli del muro, immortalati da vicino, fra pieghe e crepe.

VALENTINA D’ACCARDI – PERPETUUS. ATTO I – ABC ARTE BOLOGNA CULTURA – SOLO SHOW

Valentina D’accardi – Perpetuus. Atto I – Abc Arte Bologna Cultura – Solo Show, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

Valentina D’accardi – Perpetuus. Atto I – Abc Arte Bologna Cultura – Solo Show, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

La dimensione del ricordo è alla base del progetto di Valentina D’Accardi. Un itinerario visivo e grafico che ripercorre la storia di Pendolino, un personaggio misterioso eppure ben noto ai bolognesi. Un folle innocuo, chiamato così per il dondolio ossessivo che ogni giorno accompagnava la sua permanenza a Porta San Felice. L’artista ha ripercorso le orme di Pendolino, fra l’ospedale psichiatrico e il suo punto di arrivo, traducendolo in una poetica trama di foglie, disegni e frammenti di asfalto.

TERESA MORO – LINEA ITALIANA – GALERIA SIBONEY (SPAGNA) – DRAWING THE WORLD

Teresa Moro, Linea italiana, Siboney, Drawing the World, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

Teresa Moro, Linea italiana, Siboney, Drawing the World, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

Una mappatura sociale e sentimentale del design italiano, condotta sì attraverso il disegno ma non soltanto. Oltre alla riproduzione mimetica, infatti, Teresa Moro ricorre a due altre modalità espressive per contestualizzare i prodotti di arredo che dall’Italia sono giunti nella sua Spagna, e nella sua vita in particolare: alla riproduzione di tavoli e sedute, l’artista affianca fotografie-ricordo scattate in giardini e soggiorni di famiglia che vedono quegli stessi prodotti entrare a far parte della vita di tutti i giorni, più onestamente – e forse con maggiore efficacia – di quanto suggeriscono gli shooting sulle riviste specializzate. A questa collocazione personale fa da contraltare l’intrico di linee colorate che collegano designer, prodotti, produttori e luoghi della produzione; un altro modo efficacissimo di intendere il disegno, o meglio ancora ridurre il segno alla sua funzione più basilare di collegamento – innanzitutto mentale – tra due elementi distanti. E nella linea italiana di Teresa Moro tutto in effetti si collega: processo industriale e oggetto esperito, dimensione progettuale e vissuto quotidiano.

FILIPPO M. PRANDI – VIRIDIAN ARTISTS (USA) – MAIN SHOW

Filippo M. Prandi, Viridian Artists, Main Section, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

Filippo M. Prandi, Viridian Artists, Main Section, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

In un profluvio di immagini enhanced – o “photoshoppate”, per dirla in modo più popolare – colpiscono le serie fotografiche di Filippo M. Prandi per la capacità di essere tecnicamente e visivamente complesse, pur rimanendo nel regno dell’analogico. Anzi, a riprova della “onestà” dell’operazione, tutta condotta per sovraimpressioni su pellicola, l’autore espone in stand le fotografie e i loro negativi. Al di là dell’intento probatorio della scelta allestiva, è già percepibile dalla particolare grana delle stampe che siamo al cospetto di luoghi e tempi realmente esistiti e di cui è rimasta un’impressione chimica su supporto, pur con le dovute manipolazioni. Il senso di messinscena, di costruzione della scena in quello splendido teatro a cielo aperto che è New York (dove Prandi vive), è alla base del fascino degli scatti proposti da Viridian Artists a SetUp: fotografie che si avvicinano al cinema, da cui ereditano innanzitutto il senso del set e della scenografia, per suggerire anche il dinamismo di una storia in corso.

POLISONUM – S.O.S. SETUP OPEN SPACE

Polisonum, S.O.S SetUp Open Space, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

Polisonum, S.O.S SetUp Open Space, SetUp Contemporary Art Fair, Bologna 2017 (foto altrospaziophotography.com)

La nuova sezione di SetUp presenta tra gli altri un progetto dimesso nella presentazione, che viene affidata a pochissimi elementi – un paio di cuffie, una piantina su carta da lucido cui sono collegati dei sensori metallici, tutt’al più un video esplicativo – ma efficaci nel restituire un’esperienza interattiva e molto coinvolgente. Il collettivo romano Polisonum si rivela infatti capace di portare a Bologna il suono – o le tante anime sonore, sarebbe meglio dire – dell’aeroporto di Napoli, collocando sulla mappa le diverse campionature, in corrispondenza dei punti esatti in cui sono state prelevate. Permettendo così al visitatore della fiera, con due o tre semplici tocchi su quella stessa planimetria, di essere anche “ascoltatore” di un luogo altro. E prendere così coscienza della dimensione sonora dei luoghi pubblici, come elemento che arricchisce lo spazio e permette di conoscerlo, invece di essere un mero disturbo.

– Arianna Testino e Caterina Porcellini

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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