Palazzo Corsini. A Roma riallestita la grande collezione del Settecento

Palazzo Corsini torna a ospitare le opere collezionate dal Cardinale Neri Maria Corsini, grazie alla mostra che riporta a Roma capolavori ormai custoditi altrove

Tra i protagonisti della vita culturale e politica a Roma, nel Settecento, si distingue ‒ per ampiezza e qualità di azione rivolta, in particolar modo, alla tutela e alla valorizzazione dell’arte in ogni sua forma ‒ la munifica, mercuriale e capelluta figura del Cardinale Neri Maria Corsini (Firenze, 1685 – Roma, 1770), nipote e fiduciario di papa Clemente XII.
La sua straordinaria collezione di dipinti e sculture, già ammiratissima all’epoca, è pervenuta sino a noi pressoché intatta, sempre custodita, oggi come allora, nella sua regale dimora ‒ il Palazzo Corsini alla Lungara ‒, ristrutturata e ampliata, su suo mandato, dal celebre architetto fiorentino Ferdinando Fuga. E nella quale, in omaggio all’illustre porporato, è stata allestita una grande mostra, che abbiamo visitato in compagnia del curatore Alessandro Cosma.Nostro intento è riportare l’attenzione su un personaggio che è il fondatore della Galleria Corsini e della collezione che costituisce il nucleo della Galleria Nazionale d’Arte Antica” – chiarisce con visibile entusiasmo ‒ “e far rientrare in sede alcune delle opere che, nel corso del tempo, sono state date in deposito esterno (il deposito esterno è un istituto che l’Italia utilizza da oltre un secolo al fine di decorare le sedi istituzionali, come, ad esempio, le ambasciate e i ministeri. Quasi tutti i musei hanno opere in deposito esterno: noi ne abbiamo più di trecento). Abbiamo quindi recuperato diciotto di questi quadri, rendendoli finalmente visibili al pubblico, e li abbiamo ricollocati proprio dove Neri Maria li aveva destinati”.

Galleria Corsini, Camera delle Canonizzazioni. Foto Alberto Novelli

Galleria Corsini, Camera delle Canonizzazioni. Foto Alberto Novelli

LA COLLEZIONE CORSINI IN MOSTRA A ROMA

Siamo quindi in presenza di un laborioso riallestimento del museo ‒ con oltre settanta dipinti ricollocati nel rispetto dell’assetto originario ‒, impreziosito anche da alcuni importanti prestiti di opere un tempo appartenenti alla collezione del cardinale. Attraversiamo l’anticamera e all’ingresso della prima galleria, il curatore, quasi a voler dissipare una nostra malcelata titubanza, indica un manoscritto custodito in una teca: “Questo è un inventario redatto dal bibliotecario del cardinale: è una descrizione topografica della collocazione dei quadri per pareti, stanza per stanza; e c’è anche l’indicazione del luogo di provenienza delle opere. Le pareti sono state riallestite seguendo questo inventario. E ora, con qualche piccolo aggiustamento, le vediamo proprio come le vedeva Neri Maria”. Prevalgono, ovviamente, i soggetti a carattere religioso. Tra questi, una delicata Madonna di Murillo, pazientemente in posa con il Bambino a beneficio del pubblico. Ma sono ben rappresentati anche i vedutisti, molto richiesti negli anni del Grand Tour: gli oli di Paolo Anesi e di Gian Paolo Panini meriterebbero, da soli, una visita alla mostra.

Luigi Capano

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Luigi Capano

Luigi Capano

Di professione ingegnere elettronico, si dedica da diversi anni all’organizzazione di eventi culturali sia presso Gallerie private che in spazi istituzionali. Suoi articoli d’arte sono apparsi su periodici informatici e cartacei: Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Expreso…

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