Uffizi: torna l’Adorazione dei Magi di Leonardo. Ecco tutte le immagini del complesso restauro

Ultimato il restauro dell’Opificio delle Pietre Dure, gli Uffizi riaccolgono l’incompiuta di Leonardo da Vinci. Esponendola, eccezionalmente, accanto all’omonima pala di Filippino Lippi.

Con la mostra Il cosmo magico di Leonardo: l’Adorazione dei Magi restaurata, dal 28 marzo al 24 settembre 2017, le Gallerie degli Uffizi svelano gli esiti del restauro, durato oltre cinque anni, della celebre incompiuta di Leonardo da Vinci. Il dipinto, avviato nel 1481, su commissione dei canonici regolari di Sant’Agostino per l’altar maggiore della chiesa di San Donato in Scopeto, a Firenze, venne interrotto dall’autore l’anno successivo, a causa del trasferimento a Milano. Come noto, la superficie dell’opera presenta diversi livelli di avanzamento, con porzioni dipinte accanto ad altre appena abbozzate. Una peculiarità che nel corso dei decenni ha favorito la nascita di una sorta di “un’aurea di enigmaticità” e mistero attorno all’Adorazione. Nella realtà dei fatti, tale intrinseca complessità ha assunto i connotati di una sfida per i restauratori. Anche per questo, gli esiti dell’intervento condotto dai professionisti dell’Opificio delle Pietre Dure non mancheranno di sorprendere gli osservatori, in particolare quanti hanno fin qui conosciuto il dipinto esclusivamente attraverso le riproduzioni fotografiche.

UN RESTAURO COMPLESSO FINANZIATO DAGLI AMICI DEGLI UFFIZI

Le indagini diagnostiche hanno delineato, all’inizio dell’iter del restauro, una situazione allarmante sotto due punti di vista. Ai problemi strutturali, con la separazione delle assi del tavolato di supporto, si accompagnava infatti l’alterazione dei materiali superficiali non originali. Uno scenario reso più grave dall’accumulo, sulla superficie pittorica, di stratificazioni di natura eterogenea, associate ai primi segnali di strappo di colore. Sotto la direzione di Marco Ciatti e Cecilia Frosinini, l’azione di pulitura e risanamento del supporto ligneo dell’Adorazione restituisce oggi un’opera di più chiara lettura, specie nella costruzione spaziale e nella definizione dei dettagli e delle figure. In particolare, il work in progress dell’artista, con i vari cambiamenti in corso d’opera impressi sulla tavola anziché su carta – metodo inusuale per l’epoca – risulta ampiamente visibile. Come ha illustrato lo stesso Ciatti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, “grazie al livello di conoscenza reso oggi possibile dalle indagini diagnostiche, di cercare di comprendere la genesi artistica di questo straordinario capolavoro. Impiego volutamente questo termine, “capolavoro”, verso il quale nutro normalmente una certa diffidenza, poiché troppe volte abusato a puro scopo pubblicitario, in quanto alla data della sua realizzazione l’Adorazione dei Magi costituiva una novità sconvolgente per il mondo artistico fiorentino e, a ben guardare, racchiudeva in sé alcune idee pittoriche che l’artista avrebbe sviluppato nelle sue opere successive, dagli studi per la Battaglia di Anghiari, al San Girolamo della Pinacoteca Vaticana, sino alla Vergine delle Rocce, nelle sue due versioni”.

IL PASSAGGIO DI INCARICO DA LEONARDO DA VINCI A FILIPPINO LIPPI

Complice il trasferimento a Milano, a servizio di Ludovico il Moro, Leonardo non pose mai fine alla sua Adorazione; la committenza, quindi, si rivolse a Filippino Lippi. Una vicenda ripercorsa dalla mostra appena inaugurata alla Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi, nella quale l’opera restaurata è affiancata dall’omonima pala di Filippino Lippi, datata 1496, e da tra tavole che si presume appartengano alla predella dell’Adorazione del Lippi. “Si tratta di un’operazione che, per la sua delicatezza e per il livello della sfida imposta, non è da meno del restauro del Tondo Doni di Michelangelo o del Cenacolo milanese in Santa Maria delle Grazie, dello stesso Leonardo” ha precisato il direttore Eike D. Schmidt, annunciando che al termine dell’esposizione l’opera diverrà “l’ospite d’onore” del nuovo allestimento dedicato a Leonardo.

-Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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