Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024

Rimini si veste di carta grazie alla Biennale Disegno che anima il bel centro storico grazie a dodici mostre, per un totale di mille opere da ammirare. E non solo: da non perdere il nuovo allestimento delle sezioni dall’Alto Medioevo al Quattrocento del Museo della Città

Dopo una lunga pausa, torna a Rimini la Biennale Disegno che, con la direzione artistica di Massimo Pulini, porta in città una serie di mostre dedicate al viaggio. Un tema particolarmente sentito soprattutto alla fine dell’emergenza pandemica, quando tutti o quasi provavano un irresistibile desiderio di partire, di ritornare a viaggiare. Ma che l’idea di viaggio sia sempre stata radicata nell’esperienza umana è fuori discussione: ecco allora che alcune mostre mettono a fuoco i percorsi lungo la penisola italiana che i giovani europei dei secoli intraprendevano per conoscere la storia e di arte e vivere esperienze formative. Oppure espongono dei taccuini di viaggio, o ancora proiettano i visitatori in luoghi esotici e lontani, come l’Oceania, fino a immaginare un viaggio nel tempo, con le immagini di una Rimini futura e sommersa dalle acque. Una carrellata dei tanti progetti – che in totale ospitano circa mille disegni – allestiti nei luoghi chiave della cultura riminese, e peccato che il Part, museo inaugurato da pochi anni e che avrebbe potuto essere una tra le sedi più prestigiose della Biennale, sia già chiuso per restauri…

Marta Santacatterina

– IL TESORO DELLA WESTMORLAND. I DISEGNI PREDATI DEL GRAND TOUR

Le mostre talvolta non sono solo mostre: accade quando le opere esposte raccontano storie sconosciute e affascinanti. Come quella relativa al carico della Westmorland, una fregata che levò l’ancora dal porto di Livorno a fine dicembre 1779, nonostante i rischi dovuti alla guerra allora in corso tra Francia e Regno Unito. La decisione fu avventata, infatti il bastimento venne intercettato dalle navi da guerra francesi e l’equipaggio della Westmorland non poté far altro che arrendersi. Nelle sue stive la nave trasportava casse ricolme di disegni, incisioni, spartiti musicali, libri acquistati dai nobili inglesi in Italia e che dovevano giungere in Inghilterra.
Invece l’intero tesoro fu acquistato da Carlo III di Borbone che lo destinò alla Reale Accademia di Belle Arti di Madrid, dove ancora si conserva. A Rimini è esposta una piccola selezione di carte che documentano esattamente i gusti di quei giovani aristocratici che compivano il Grand Tour: gli acquerelli di John Robert Cozens –ancora oggi raggiungono cifre da record nelle aste –, le acqueforti di Piranesi, disegni realizzati dagli stessi viaggiatori, e anche il ritratto del bellissimo John Henderson or Fardell, uno dei baronetti che non poté mai entrare in possesso dei suoi souvenir acquistati in Italia.

Rimini, Museo della Città, Manica Lunga
A cura di Massimo Pulini

anonimo arco di settimio severo xviii secolo madrid real academia di sanfernando Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Anonimo, Arco di Settimio Severo, XVIII secolo, Madrid Real Academia di SanFernando

2 – VIAGGIO IN UNA STANZA. UNA COLLEZIONE D’ARTE MODERNA INCORNICIATA ALL’ANTICA. LE OPERE DELLO STUDIOLO RIVI

A che serve la cornice? A nobilitare un’opera, a demarcarla e a segnarne i limiti, e se è dorata anche a illuminare il dipinto, conferendogli una sorta di aura. Se di norma la cornice viene considerata secondaria rispetto a ciò che contiene, la collezione Rivi fa eccezione: “rappresenta un unicum tra le raccolte private in Italia perché unisce in modo sistematico una raffinata selezione di disegni degli anni Cinquanta e Sessanta a preziose cornici antiche, dal XVI al XVIII secolo”, spiega Alessandra Bigi Iotti nel catalogo. Il collezionista ha infatti acquistato la maggior parte delle cornici in funzione dell’opera da incorniciare, ma non sono mancate le cornici che hanno atteso a lungo, nella dimora Rivi, di ricevere l’opera perfetta per loro. E in qualche caso fu lo stesso artista, come fecero Enrico Baj e Carlo Mattioli, a realizzare la cornice dell’opera. Tra i disegni spiccano firme di primo piano, da Giorgio Morandi a Lucio Fontana, e poi Jean Fautrier, gli esponenti dell’informale da Hans Hartung a Emilio Vedova e non mancano gli esponenti della Pop Art, come Mario Schifano. Tutte opere esposte per la prima volta e che ci invitano ad allargare lo sguardo oltre il rettangolo disegnato. 

Rimini, Museo della Città “L. Tonini”, Sale Bilancioni
A cura di Alessandra Bigi Lotti

antoni tapies la guerra del fin del mundo 1981 olio grafite e collage su cartoncino cornice bologna ultimo quarto xvi secolo Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Antoni Tàpies, La guerra del fin del mundo, 1981, olio, grafite e collage su cartoncino; cornice Bologna ultimo quarto XVI secolo

– I MIGLIORI VIAGGI DELLA NOSTRA VITA. DISEGNI E STORIE DI AVVISTAMENTI, ROTTE, TRANSITI

Forse chi intraprende un viaggio in compagnia del suo taccuino e della sua matita sono diminuiti negli ultimi decenni, ma il diario di viaggio è un genere ancora praticato e che riesce sempre ad affascinare e a restituire con immediatezza sensazioni, storie, emozioni. Gli artisti convocati da Eleonora Frattarolo sono 15 e di ciascuno si espongono disegni in bianco e nero, a colori, su carta, su ceramica, in video, divisi in due sezioni: la prima dedicata alla memoria del viaggio e si apre con i taccuini in carta nepalese di Davide Benati, raffinato artista che dialoga con l’arte orientale, ma spiccano anche i Louis Vuitton travel books, dei volumi luxury che coinvolgono vari autori. La seconda sezione si intitola invece “Voyage autour de ma chambre”, perché per viaggiare non è necessario macinare migliaia di chilometri, e basta talvolta volgere lo sguardo a un altrove, che sia una stanza (da notare i lavori di Andrea Barin) o la propria interiorità, come faceva Massimiliano Galliani.

Rimini, Museo della Città “L. Tonini”
A cura di Eleonora Frattarolo

davide benati taccuino di kthmandu acquerello su carta 1977 foto di fabio fantinipg Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Davide Benati, Taccuino di Kthmandu, acquerello su carta, 1977. Foto di Fabio Fantini.pg

4 – RIMINI SOMMERSA. I DISEGNI SUBACQUEI DI SAMUELE GRASSI, SIMONE MASSI, DISEGNATORE RESISTENTE

Tra le tante preoccupazioni che sorgono in conseguenza del cambiamento climatico in atto c’è un innalzamento dei livelli marini tale da sommergere gran parte delle coste italiane, Rimini compresa. Samuele Grassi immagina allora un futuro “a mollo” ma coloratissimo, vivace, popolato da nuovi esseri viventi, da una viabilità d’acqua, dai monumenti più alti che spuntano dalle acque azzurre, come l’insegna del Grand Hotel o il brutto grattacielo vicino alla stazione. Una nuova Atlantide, insomma, oggi pura fantascienza, domani chissà. In alcune sale attigue si visita invece Tengo la posizione, una monografica sull’opera di Simone Massi organizzata in collaborazione con Cartoon Club. L’artista è un acclamato animatore e utilizza una tecnica originale per produrre i suoi disegni che emergono da uno spesso strato di pastelli a olio, rigorosamente o quasi neri, grazie all’incisione con puntesecche o altri strumenti. Il risultato è un linguaggio denso, perfetto per le storie altrettanto intense, scure e poetiche di Massi. Probabilmente appena usciti dalla mostra vi verrà voglia di cercare le animazioni in streaming (e qualcosa si trova).

Rimini, Museo della Città

samuele grassi la migrazione 2021 Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Samuele Grassi, La migrazione, 2021

– CANTIERE DISEGNO

Cantiere disegno – oggi come nelle precedenti edizioni della Biennale – si pone l’obiettivo di tracciare una panoramica sulla contemporanea pratica disegnativa. Per l’edizione 2024 sono stati selezionati 27 artisti – con la partecipazione straordinaria di Carlo Zinelli, artista storico ed esponente dell’Art Brut di cui quest’anno si celebrano i 50 anni dalla morte – che coniugano diverse anime espressive, dal concettuale al narrativo, dal performativo all’istintuale. Nuova è l’accoglienza di affermati artisti internazionali a fianco dei giovani interpreti del mondo del segno. Il tutto è allestito nell’Ala Nuova del museo, vale a dire nei locali dell’ex ospedale e che nella loro condizione pre-restauro ricordano proprio un cantiere.

Rimini, Museo della Città, Ala nuova
A cura di Andrea Losavio

wim delvoye senza titolo tecnica grafite e pastelli su carta cm 725x55 anno 2006 foto rolando paolo guerzoni Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Wim Delvoye, Senza titolo, tecnica grafite e pastelli su carta, cm 72,5×55, anno 2006, foto Rolando Paolo Guerzoni

6  – LA ROSA DI BAGDAD. ALLA RISCOPERTA DEL PRIMO FILM ANIMATO ITALIANO

In un’Italia impegnata a combattere la Seconda guerra mondiale, Anton Giulio Domeneghini, fondatore dell’azienda pubblicitaria Compagnia Ima, raccolse intorno a sé un team di artisti e disegnatori di primo piano al fine di realizzare il primo lungometraggio a disegni animati italiano, che è anche il primo film, sempre italiano, girato interamente a colori e in technicolor. La rosa di Bagdad, una fiaba dall’atmosfera magica e sognante, venne presentata alla Biennale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1949. Per ottenere quel risultato furono realizzati migliaia e migliaia di disegni, oltre ai numerosi “rodovetri” cioè fogli trasparenti di celluloide dipinti sul retro e che consentivano di “muovere” i personaggi – i quali evidentemente derivano dalle contemporanee creazioni disneyiane – e a centinaia di fondali meravigliosi firmati da Libico Maraja, Gildo Gusmaroli e Sandro Nardini: una selezione di questo splendido patrimonio figurativo è esposta al palazzo del Fulgor, una sede ideale visto che l’edificio ospita anche il cinema omonimo (ricordate Amarcord di Federico Fellini?) e una sezione del Fellini Museum.

Rimini, Palazzo del Fulgor, Fellini Museum
A cura di Andrea Losavio

22zirko ministro delle cose belle22 cell su fondale dipinto e sagome applicate china acquarello e tempera cm 48x24 194346 gusmaroli Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
“Zirko, Ministro delle Cose Belle” Cell su fondale dipinto e sagome applicate, china, acquarello e tempera, (Gusmaroli)

7 – CINEMA E LIBERTÀ. I CARTELES DE CINE CUBANI

Nel 1959, anno della “Rivoluzione”, pare a l’Avana che ci fossero più sale cinematografiche che a New York! Il nuovo governo, per promuovere il principio “il cinema è arte”, creò subito l’Istituto Cubano de Arte e Industria Cinematogràficos e due anni dopo chiuse tutte le società di distribuzione hollywoodiane presenti a Cuba, favorendo quindi l’arrivo sull’isola di pellicole francesi, inglesi, italiane, giapponesi, svedesi, per le quali veniva imposto il disegno di una nuova locandina, creata appositamente dagli illustratori cubani. Nascono così i Cartel de cine, opere straordinarie che reinterpretano i film al di là delle logiche commerciali occidentali, senza dover tener conto della censura politica e quindi con la massima libertà di espressione. È divertente giocare a riconoscere, in quelle tante locandine originalissime – molto interessanti gli accostamenti delle varie fasi di realizzazione, dal disegno al bozzetto e infine alla stampa serigrafica – i film che conosciamo e a cui gli artisti cubani hanno dato un’interpretazione sintetica e talvolta inaspettata.

Rimini, Palazzo del Fulgor-Fellini Museum
A cura di Luigino Bardellotto, Adolfo Conti, Patrizio De Mattio

antonio perez niko ceravamo tanto amati 1977 venezia centro studi cartel cubano collezione bardellotto Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Antonio Pérez (ÑIKO), C’eravamo tanto amati, 1977, Venezia, Centro Studi Cartel Cubano, Collezione Bardellotto

8 – THAYAHT. IL FUTURO PRESENTE

È celebre per essere stato l’inventore della tuta: Ernesto Michahelles (1893-1959) in arte Thayaht, nel 1919 ideò infatti il capo di abbigliamento maschile, composto in un unico pezzo, pensando che potesse diventare un abito glamour. Invece era appena nato l’abito da lavoro più popolare in assoluto. Ma questo artista poliedrico, vicino al futurismo di Marinetti, fu anche scultore, designer, pittore, scenografo, orafo, ufologo e inventore, tanto da inventare una lega metallica a cui diede il suo stesso pseudonimo nonché la formidabile “carrovela”, un veicolo azionato dal vento e che testò sulla spiaggia di Pietrasanta. L’esposizione dei suoi disegni, che spaziano in tutti gli ambiti da lui toccati e che solo di recente sono stati resi noti dagli eredi, mette finalmente in giusto rilievo l’adesione di Thayaht al concetto di opera d’arte totale di cui fu, come pensano i curatori, un “effettivo manifesto vivente, con la sobria eleganza di un dandy, capace di rivoluzionare i canoni della moda”, ricordando anche la sua collaborazione con la maison di Madeleine Vionnet, celebre atelier parigino degli anni Venti. 

Rimini, Biblioteca Gambalunga, Galleria dell’Immagine
A cura di Guido Cribiori e Sabrina Foschini

thayaht in tuta 1920 circa Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Thayaht in Tuta, 1920 circa

9 – LE VIE DEI RITI. L’OCEANIA SACRA DI DOMENY DE RIENZI

Questa mostra, anche se non si direbbe, è una delle più riminesi di tutta la Biennale. Protagonista, infatti, è una selezione di disegni estratti dal fondo “Océan” di Grégoire Louis Domeny de Rienzi (1789-1843/1850?) conservato alla Biblioteca Gambalunga. Senz’altro coerente con il tema della rassegna, il progetto espositivo vuole mettere in luce lo sguardo dell’Occidente sulle lontane civiltà dell’Oceania nella prima metà del XIX secolo grazie alle raffigurazioni dei riti, dei costumi, degli oggetti sacri di popolazioni allora pressoché sconosciute. Il viaggio in Oceania dell’esploratore, geografo e narratore De Rienzi fu pubblicato da Firmin Didot tra il 1836-37 e venne corredato da incisioni che derivano in gran parte da disegni di precedenti illustratori – compreso lo stesso De Rienzi che realizzò varie immagini -, componendo così una miscellanea delle tradizioni popolari, delle illustrazioni naturalistiche e di luoghi sacri che riflettono l’interpretazione europea del continente australe.

Rimini, Biblioteca Gambalunga, Sala Des Verge
A cura di Rosita Copioli, Alessandro Giovanardi

gld de rienzi inc mariage costumes de chefs papouas du havre dory papuasia t iii pl 220 bgr gds fdv Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
G.L.D. De Rienzi, inc. Mariage, Costumes de chefs Papouas du Havre-Dory, Papuasia, T. III, pl. 220, BGR GDS FdV.

10 – GROTTE, CASCATE E FORRE. IL GRAND TOUR DELLA NATURA DALLA CALCOGRAFIA NAZIONALE E DAL FONDO PIANCASTELLI

Le opere esposte nelle sale antiche della Biblioteca Gambalunga costituiscono una sorta di contraltare alle celebri mete raggiunte dai viaggiatori stranieri che affrontavano il Grand Tour e che erano protagoniste di disegni acquistati o realizzati in loco: si tratta infatti di carte che ritraggono ambienti naturali rocciosi, non facilmente accessibili e oscuri e che costituivano talvolta tragitti obbligati per raggiungere le grandi città d’arte italiane. Due sono i nuclei esposti: dalla Calcografia Nazionale di Roma giungono alcuni disegni di grande formato – per il momento ancora anonimi – delineati a inchiostro bruno e che raffigurano antri rocciosi e anfratti di boschi, mentre dalla Biblioteca Piancastelli di Forlì arriva uno dei taccuini di Felice Giani in cui l’artista illustra un breve ma accidentato percorso tra Faenza e Marradi, compiuto davvero nel 1794 in compagnia di allievi ed amici. Si tratta di immagini dal tratto incisivo, veloce, che proiettano chi le osserva nello scenario illustrato. E come accade di fronte ad altre opere di Giani, anche in questi disegni si affaccia una precocissima atmosfera romantica, che si diffuse con la generazione successiva di artisti, affascinati dalle forze naturali e dalle emozioni trascendenti. 

Rimini, Biblioteca Gambalunga, Sale antiche
A cura di Massimo Pulini, Franco Pozzi

felice giani seconda caduta del lamone nella strada di marradi 1794 forli biblioteca comunale aurelio saffi fondo piancastelli Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Felice Giani, Seconda caduta del Lamone nella strada di Marradi, 1794, Forlì, Biblioteca Comunale Aurelio Saffi, Fondo Piancastelli.

11 – EVERYTHING SPOKE SO VIVIDLY. DISEGNI DALLA COLLEZIONE FRAC – PICARDIE, AMIENS

Ad Amiens si conserva una straordinaria collezione di disegni contemporanei (più di 1.300 opere di 250 artisti internazionali) e per la prima volta una selezione di opere di 24 artisti, tra cui Giuseppe Penone, André Masson, Marlene Dumas, Enzo Cucchi, Pier Paolo Calzolari, Cy Twombly, lascia temporaneamente il FRAC Picardie per approdare a Rimini. La mostra pone l’accento sui fattori primari del disegno: un gesto veloce, un lampo di creatività e intensità vitale. Le opere coprono un arco cronologico che va dal 1970 ai giorni nostri e la mostra accoglie tutti i differenti linguaggi del disegno, oltre ai diversi soggetti e stili, così da restituire la sensazione di stordimento provata dallo scrittore Stendhal mentre, nel 1817, viaggiava in Italia nel suo personale Grand Tour: il titolo, Everything spoke so vividly, è proprio una citazione dell’autore ed evoca la sindrome che ancora oggi viene definita “di Stendhal”

Rimini, Museo Fellini, Ala di Isotta
A cura di Jan-Philipp Fruehsorge

raymond pettibon pardon i feel rather sneaking to do it just do it i said th i confess not having the faith not me 1993 collection frac picardie amiens Tutto quello che c’è da vedere alla Biennale Disegno Rimini 2024
Raymond Pettibon, Pardon, I feel rather sneaking to do it (just do it! I said). (TH. I confess – Not having the faith. Not me!, 1993. Collection FRAC PIcardie, Amiens

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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