Finisce l’epoca Tosatti alla Quadriennale. In eredità un’analisi di 25 anni d’arte italiana

Il lavoro svolto dalla Quadriennale a Roma costituisce un patrimonio di dati, informazioni e riflessioni preziose per lo studio e l’analisi della scena artistica italiana degli ultimi 25 anni. La speranza è che il lavoro non vada perso

Rare, se non rarissime, le mostre che le istituzioni museali italiane dedicano agli artisti emergenti, in un’Italia non interessata alle nuove generazioni creative, forse le uniche in grado di dare segnali di interpretazione di un’epoca dominata da eventi complessi come i cambiamenti climatici o l’avvento dell’Intelligenza Artificiale. Negli ultimi decenni sono pochi i musei che si sono presi la briga di documentare la scena artistica degli anni Duemila: ricordiamo la collettiva Apocalittici e integrati, curata da Paolo Colombo nel 2007 alla palazzina D del Maxxi (tre anni prima dell’apertura del museo di Zaha Hadid), That’s it! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e un metro e ottanta oltre il confinecollettiva firmata da Lorenzo Balbi nel 2018, exIT, nuove geografie della creatività italiana a cura di Francesco Bonami, nelle sale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nel 2002, la rassegna di mostre personali di emergenti Partito Preso, proposta dalla Galleria Nazionale di Roma dal 1995 al 2004 e il premio per la Giovane Arte Italiana, poi Premio Italiapremio Maxxi e oggi Maxxi Bulgari Prize

FUORI. Exhibition view at Quadriennale d’arte, Roma 2020. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma. Photo DSL Studio
FUORI. Exhibition view at Quadriennale d’arte, Roma 2020. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma. Photo DSL Studio

L’esperienza della Quadriennale a Roma

Rassegne episodiche e non sempre incisive, tanto che un curatore straniero che volesse vedere quali sono i campioni dell’arte italiana emergente avrebbe difficoltà ad individuarli online, e non avrebbe nessuna possibilità di trovare le loro opere nelle sale di un museo italiano, fatta eccezione del Castello di Rivoli, l’unico in tutta la penisola ad avere una collezione di arte contemporanea in grado di rappresentare l’arte tricolore degli ultimi trent’anni. In questa assenza di interesse istituzionale nel documentare il presente appare quanto mai lodevole-in quanto unico- il programma di censimento, valorizzazione e documentazione sull’arte italiana del XXI Secolo voluto dal direttore artistico della Quadriennale Gian Maria Tosatti dal 2022 ad oggi. Un progetto articolato ma assai efficace, che ha visto la sua componente espositiva, denominata Quotidiana, svolgersi all’interno di due sale al pianterreno di palazzo Braschi, con una serie di mostre suddivise tra Paesaggio –  bipersonali a cadenza bimestrale – e Porfolio, una rassegna dedicata alla presentazione di una sola opera di un artista italiano under 35 presentato da un curatore. 

Gian Maria Tosatti
Gian Maria Tosatti

Il programma di Gian Maria Tosatti

Nove le edizioni di Paesaggi, per un totale di 18 artisti, e 17  quelle di  Porfolio, tutte ad ingresso gratuito e documentate da agili ma rigorosi cataloghi , abbinati a saggi e riflessioni teoriche di livello scientifico raccolte nella rivista trimestrale Quaderni d’arte italiana, edita da Treccani e suddivisa in numeri tematici, da Italia a Formazione, passando per Identità, Futuro e Strada, mentre l’Annuario d’arte italiana è un volume, che raccoglie i contributi critici usciti nel corso dell’anno, coordinato da Raffaella Perna. Alla pubblicazione cartacea si aggiunge una ampia attività di testi on line, riuniti nella rassegna Panorama, che ha visto ad oggi più di 450 studio visit ad artisti giovani di tutta Italia, redatti da critici e curatori emergenti, selezionati su basi curriculari e meritocratiche, che si affianca all’attività di viafarini, l’associazione milanese no profit che dal 1991 documenta l’attività degli artisti italiani delle ultime generazioni.  Una mole di materiale mai raccolta da un’istituzione italiana, che costituisce un patrimonio di dati, informazioni e riflessioni preziose per lo studio e l’analisi della scena artistica italiana degli ultimi 25 anni, che ci auguriamo possa fornire da base per le selezioni dei partecipanti alla prossima Quadriennale, prevista per il 2025. Un esempio di buona pratica per musei, pubblici e privati, interessati a conoscere le ricerche condotte dai giovani che costruiscono ogni giorno, con grande fatica, tenacia e forza d’animo, il futuro dell’arte italiana.

Ludovico Pratesi 

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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