British Museum: 2500 archeologi hanno chiesto di restituire all’Egitto la Stele di Rosetta

Il museo londinese è nuovamente al centro di una polemica riguardo al tema delle restituzioni. Ora si parla di uno dei suoi manufatti più famosi

Continua la saga che lega il British Museum alle richieste di restituzione di manufatti ottenuti durante le invasioni coloniali. Dopo le proteste greche per ottenere i marmi del Partenone (rinnovate al cambio di governo britannico) e quelle cilene per riavere un Moai dell’Isola di Pasqua, più di 2500 archeologi hanno firmato una petizione chiedendo al museo londinese di “restituire la Stele di Rosetta al suo legittimo proprietario, l’Egitto”. “La confisca della Stele di Rosetta, tra gli altri manufatti, è un atto di invasione della proprietà e dell’identità culturale egiziana ed è un risultato diretto della violenza culturale coloniale contro il patrimonio culturale egiziano”, si legge nella petizione, firmata da molti archeologi inglesi. “La presenza di questi manufatti nel British Museum fino ad oggi supporta gli sforzi coloniali passati di violenza culturale […]. La storia non può essere cambiata ma può essere corretta, e sebbene il governo politico, militare e governativo dell’Impero britannico si sia ritirato dall’Egitto anni fa, la colonizzazione culturale non è ancora finita”.

Visitatori guardano la Stele di Rosetta al British Museum ph ProtoplasmaKid

Visitatori guardano la Stele di Rosetta al British Museum ph ProtoplasmaKid

LA STORIA DELLA STELE DI ROSETTA

La Stele di Rosetta è una stele in granodiorite di 2.200 anni fa incisa con un breve testo in tre lingue diverse, greco antico, scrittura demotica egizia e geroglifici. Fu scoperta dalle truppe francesi nel 1799 durante la costruzione di un forte vicino alla città di Rashid, tradotta in Europa come Rosetta, nel pieno di una campagna napoleonica in Egitto. Il manufatto era stato poi ceduto dai francesi all’Inghilterra, insieme ad altri oggetti trafugati, con la Capitolazione d’Alessandria del 1801. Decenni dopo la scoperta della stele, il 27 settembre 1822 lo storico e linguista Jean-Francois Champollion annunciò di aver finalmente decifrato il codice che legava i tre testi, e quindi di aver garantito un accesso al significato dei geroglifici: per questo è considerata tra i più importanti manufatti archeologici mai rinvenuti.

Esperti che ispezionano la Stele di Rosetta durante il Secondo Congresso Internazionale degli Orientalisti, 1874

Esperti che ispezionano la Stele di Rosetta durante il Secondo Congresso Internazionale degli Orientalisti, 1874

LA STELE DI ROSETTA TORNI IN EGITTO: L’APPELLO

L’iter per la restituzione è cominciato all’inizio di quest’anno, quando il famoso archeologo egiziano Zahi Hawass aveva chiesto il ritorno in patria della Stele di Rosetta e aveva annunciato l’intenzione di far circolare una petizione. A questo primo richiamo ha fatto seguito l’input degli studiosi, avviato a settembre 2022, che esorta anche il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly a richiedere ufficialmente la restituzione del manufatto, insieme ad altri 16 oggetti rimossi illegalmente dal Paese, per rispondere alla dichiarazione del British Museum secondo cui non c’è stata una richiesta formale per la restituzione. “In precedenza era solo il governo a chiedere manufatti egiziani“, ha detto a CBS News l’archeologa Monica Hanna, che ha cofondato l’attuale campagna di restituzione, “ma oggi queste persone chiedono indietro la propria cultura”.

Giulia Giaume

https://www.repatriaterashid.org/

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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