Inaugura il Nuovo Museo di Reggio Emilia riprogettato da Italo Rota. Le immagini

Si conclude con l’inaugurazione degli spazi del secondo piano di Palazzo dei Musei il percorso lungo dieci anni che ha portato alla nascita del Nuovo Museo di Reggio Emilia, il cui progetto architettonico e allestimenti sono a cura di Italo Rota

Il Nuovo Museo di Reggio Emilia riprogettato da Italo Rota
Il Nuovo Museo di Reggio Emilia riprogettato da Italo Rota

“Più nuovo più grande più museo”: è questo il biglietto da visita del Nuovo Museo di Reggio Emilia, nato da un’idea progettuale – o meglio, dalla visione – di Italo Rota, un percorso lungo 10 anni che ha assistito alla trasformazione del Palazzo dei Musei in via Spallanzani, all’interno del quale sono custoditi tesori di ogni epoca, raccolte e collezioni di archeologica, etnografia, storia dell’arte, storia naturale e di storia della città. “Dopo i primi ragionamenti si decise, con la municipalità, di non costruire un nuovo museo, ma di distribuire in 10 anni il budget di una nuova costruzione, offrendolo a una nuova sperimentazione e questa è stata un’idea molto originale: non creare un ennesimo contenitore che forse avrebbe fatto presto a riempirsi, ma lavorare sull’esistente”, spiega l’architetto, curatore e autore degli allestimenti Rota, evidenziando come il Nuovo Museo è frutto del dialogo instaurato con la città, con conservatori e addetti ai lavori, dando così vita non a un semplice “contenitore” di opere ma a un organismo vivo, osmotico, risultato di un’articolata azione di pensiero che precede la pratica architettonica. Con un forte spirito di interazione verso il pubblico e in particolare i cittadini. Il Nuovo Museo inaugurerà al pubblico il prossimo 11 giugno, con una novità (tra le tante): un’importante sezione fotografica, con una mostra permanente dedicata a Luigi Ghirri.

IL NUOVO MUSEO DI REGGIO EMILIA. GLI SPAZI DEL SECONDO PIANO

Con l’inaugurazione del secondo piano del museo si conclude così il decennio di lavori che, a tappe, ha portato alla nascita del Nuovo Museo di Reggio Emilia, con una serie di interventi che, attraverso forme architettoniche, luci, allestimenti e materiali, mettono al centro e infondono nuova linfa interpretative alle opere esposte. Il secondo piano propone un percorso che va dalla Preistoria al Novecento, e ogni periodo storico è contraddistinto da un differente registro espositivo, pensato per fare immedesimare il visitatore e condurlo a riflettere sui contenuti fruiti. Il percorso espositivo si avvale di animazioni video, soprattutto per le sezioni Preistoria e Protostoria, che consente ai visitatori di immergersi in atmosfere e paesaggi propri di queste ere, per poi giungere agli allestimenti pensati per la Venere di Chiozza e l’Ascia risalente all’Età del Rame.

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NUOVO MUSEO DI REGGIO EMILIA. UN PERCORSO ATTRAVERSO LA STORIA DELL’UMANITÀ

Il percorso lungo diverse epoche storiche attraversa anche l’età romana per poi scivolare verso quella moderna, con sale dedicate all’Ariosto, al Mauriziano, agli Estensi, fino all’Ottocento. Le pareti di queste sale sono rivestite in una speciale carta da parati che cambia nuance di epoca in epoca; il percorso è inoltre accompagnato da fotografie con cui gli oggetti esposti interagiscono, come i ritratti del Seicento che entrano in dialogo con quelli di Erwin Olaf, o una vista prospettica del Settecento con uno scatto di Martin Parr. La sezione ottocentesca propone la ricostruzione dello studio di uno pittore dell’epoca, Alfonso Chierici, per arrivare al Novecento, con una sezione fotografica intitolata La trama del visibileche prende avvio dalla Collezione del Festival Fotografia Europea. In questa sezione, un intero spazio è dedicato a Luigi Ghirri, con l’obiettivo di presentare in maniera permanente l’opera di uno dei fotografi più influenti del Novecento, proponendo con cadenza annuale una mostra che ne esplori ricerca e opere.

– Desirée Maida

Reggio Emilia // dall’11 giugno 2021

Nuovo Museo di Reggio Emilia

Via Spallanzani 1

www.musei.re.it

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CuratoreItalo Rota
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Desirée Maida
Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi sulla pittura del Tardo Manierismo meridionale (approfonditi durante un periodo di ricerche presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis) e sull’architettura medievale siciliana. Ha scritto per testate siciliane e di settore, collaborato con gallerie d’arte e curato mostre di artisti emergenti presso lo Spazio Cannatella di Palermo. Oggi fa parte dello staff di direzione di Artribune e cura per realtà private la comunicazione di progetti artistici e culturali.