Annata orribile per i musei di Parigi. Louvre a -70% di visitatori e 90 milioni persi

Anche Orsay e l’Orangerie su numeri simili. Tante le iniziative “alternative”, tra contenuti digitali, crowdfunding, aste e concerti a porte chiuse. E si spera nella svolta del 2021

Era il 2018 quando il Musée du Louvre, uno dei musei più importanti del pianeta, registrava un’affluenza di 10,2 milioni di visitatori. Una macchina da pubblico poderosa, che non poche volte è stata messa sotto attacco dalla critica: un museo o ormai un grande mall dell’intrattenimento culturale? Dopo un 2019 in lieve calo (9,6 milioni di visitatori) eccoci alla situazione imponderabile del 2020. Nell’anno appena terminato il museo ha registrato 2,7 milioni di ingressi, colando a picco con il 72% in meno di pubblico rispetto all’anno precedente.

Thomas Struth, Louvre 1, Paris (1989) © Thomas Struth

Thomas Struth, Louvre 1, Paris (1989) © Thomas Struth

MUSEO DEL LOUVRE: IL 70% IN MENO DI VISITATORI NEL 2020

Uno scenario che nessuno avrebbe potuto immaginare, generato ovviamente dalle conseguenze della pandemia che ha obbligato un drastico calo degli ingressi, tra chiusure forzate (il museo è stato aperto solo 161 giorni rispetto ai suoi consueti 311) e sparizione del turismo internazionale. Se nel periodo compreso tra l’estate e le vacanze di inizio novembre precedentemente i visitatori internazionali rappresentavano il 75% – provenienti soprattutto da Cina, Stati Uniti, Giappone, Brasile – quest’anno il Louvre ha potuto contare soprattutto sui francesi, che sono stati ben l’84% del totale. Tutto sommato lo stesso fenomeno che è accaduto quest’estate in Italia, quando gli italiani sono tornati a frequentare i grandi musei di casa “finalmente” liberi dall’assalto del turismo di massa. Ma questo non è stato sufficiente a migliorare le cose per il Louvre e alla fine il 2020 è costato al museo oltre 90 milioni a causa della perdita delle entrate, ricevendone 46 dai ristori statali. E sarebbe potuta andare ancora peggio se non fosse stato per la grande mostra dedicata a Leonardo da Vinci, cominciata nel 2019 e conclusasi il 24 febbraio 2020, poco prima dell’inizio delle chiusure. Stessa sorte per altri importantissimi luoghi della cultura parigina come il Musée d’Orsay, stimato al -76% e il Musée de l’Orangerie, che perde il 78%.

La Gioconda al Louvre

La Gioconda al Louvre

LOUVRE A PARIGI: LE ATTIVITÀ ALTERNATIVE DEL 2020

È doveroso riconoscere che, seppur nel vertiginoso crollo complessivo, il museo ha saputo valorizzare il proprio patrimonio attraverso iniziative coinvolgenti. La più recente è stato il concerto di David Guetta, tenutosi in streaming davanti alla Piramide nel cortile del museo per una raccolta fondi. A novembre, invece, ha lanciato un’asta guidata da Christie’s e Drouout finalizzata alla costruzione di un nuovo dipartimento di didattica, mettendo in palio esperienze straordinarie come una visita notturna a porte chiuse guidata dal direttore e la presenza all’annuale revisione dello stato di salute della Gioconda da parte dei conservatori.

Louvre, Parigi

Louvre, Parigi

IL MUSÉE DU LOUVRE DIGITAL NEL 2020

Il 2020 poi è stato caratterizzato dalla forte diversificazione dell’offerta digitale del museo, che durante quest’anno ha guadagnato 1,02 milioni di follower, arrivando a contarne complessivamente 9,3 milioni e ha ricevuto 21 milioni di visite sul sito. Molto gettonato è stato anche il film Une nuit au Louvre: Léonard de Vinci, trasmesso in tutto il mondo in associazione con Pathé Live. Con il nuovo anno, si spera di poter voltar pagina e guardare al futuro, come sottolineato anche da Jean-Luc Martinez, Presidente e CEO del Louvre, che ha dichiarato, “gli aiuti dello Stato e una profonda trasformazione del museo saranno essenziali per consentire al Louvre di affrontare una nuova sfida, quella di accogliere di nuovo il pubblico nelle migliori condizioni nel 2024, anno dei Giochi Olimpici.

-Giulia Ronchi

https://www.louvre.fr/en 

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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