Intervista ai Verdena sul loro ultimo album Volevo Magia

La libertà, il senso della magia, il rapporto con l’infanzia, la psichedelia. I Verdena a tutto campo, aspettando il loro concerto al festival musicale di avanguardia TOdays, a Torino

Dal 1999 – anno del loro disco d’esordio – ad ora, i Verdena di strada ne hanno fatta pur rimanendo sempre ad Albino, la cittadina bergamasca che ha dato i natali sia ai fratelli Ferrari che, di conseguenza, alla loro avventura musicale. Una scelta, quella di restare nella provincia lombarda, che coincide perfettamente con uno stile di vita particolarmente riservato e lontano da troppe attenzioni mediatiche. Pur avendo raggiunto una certa popolarità sin da subito, i Verdena sono, infatti, sempre riusciti (vuoi per volontà loro, vuoi per quella delle major discografiche) a restare in una sorta di comfort zone nella quale potersi esprimere come e quando volevano: una nicchia anomala destinata esclusivamente a chi è “troppo fuori” per essere mainstream e “troppo dentro” per essere considerato underground. In parole povere, un piccolo miracolo italiano.

VERDENA, Volevo Magia, 2023
VERDENA, Volevo Magia, 2022

Il disco Volevo Magia

Una libertà così estesa da emergere dalla loro identità visiva, spesso amorfa o meglio volubile. Dal punto di vista estetico, infatti, sia le grafiche dei loro album sia i video (spesso firmati da registi di un certo livello quali Francesco Fei, Alex Infascelli e Donato Sansone), appaiono sempre completamente differenti da quello che è venuto prima. Come il loro ultimo disco, Volevo magia (uscito a settembre 2022), il settimo di una carriera più che ventennale. Ma forse è proprio questa loro peculiarità, rintracciabile ovviamente anche nella musica che producono, a renderli unici. La celebre rockband, formata da Roberta Sammarelli, Alberto e Luca Ferrari, sarà protagonista il 26 agosto della nona edizione del festival torinese di musica d’avanguardia TOdays. Li abbiamo intervistati.

VERDENA. Photo Paolo De Francesco
VERDENA. Photo Paolo De Francesco

Intervista ai Verdena

Nel vostro ultimo anno avete pubblicato il settimo disco, siete ritornati sui palchi e avete realizzato il docufilm X sempre assenti: la magia che stavate cercando è arrivata?
La “magia” arriva raramente. Il titolo richiama l’infanzia e le cose che non vanno come vorremmo, è una richiesta di aiuto. Noi siamo veramente contenti dei risultati che abbiamo raggiunto, facendo quello che vogliamo, liberi.

Tra energia dei live e vostra gestione del successo/mantenimento di un basso profilo, quanto collide la sfera del magico con la vostra vita quotidiana?
I rapporti umani sono in un certo senso “magici”. Noi abbiamo sempre cercato la normalità nel nostro lavoro e nelle nostre vite, pur facendo un mestiere che di normale ha ben poco. In questi anni tra un disco e l’altro sono cambiate molte cose, ma alla fine siamo ancora qui con un nuovo tour e un nuovo disco.

Che valore ha per voi la psichedelia anche al di fuori della musica?
La psichedelia al di fuori della musica è abbastanza importante. È come scalare una montagna. Come dice Roky Erickson, è “dove la piramide incontra l’occhio”.

Volevo magia esaspera i testi delle canzoni trasformandoli in puro suono in armonia con gli altri strumenti. Quanta improvvisazione c’è, Alberto, nei testi di quest’ultimo disco?
Non ci piace quando una canzone ha una sola dimensione e per questo non spieghiamo mai i testi. Ormai, però, impieghiamo più tempo a scrivere i testi che la musica, magari si pensa ad una parola, ma poi il giorno dopo ne troviamo una migliore. Direi comunque una settimana per testo e una per musica. Questa poi è sempre di getto. Il testo, invece, è ragionato. Anche la musica è ragionata certo, ma il primo impeto è più spontaneo. Il testo non deve rovinare la musica.
Essendo un album creato in due momenti diversi, soprattutto i brani nati dopo il lockdown hanno risentito molto di ciò che stava accadendo, sia musicalmente che concettualmente.

Per quanto riguarda invece la vostra identità visiva: anche quella, così come la musica che producete, non conserva mai un unico stile distintivo, per così dire.
Ci piace curare gli aspetti visivi, soprattutto copertine, poster e grafiche per il merchandising. Per i video ci affidiamo molto: ad esempio il nostro ultimo video per il brano Crystal Ball è stata un’idea del regista.

Pensate che quest’attitudine sia un vostro punto di forza oppure qualche volta avete avuto ripensamenti o insoddisfazioni derivate dall’identità visiva che stavate dando a voi stessi?
Quel che è fatto è fatto. Siamo contenti guardando indietro a tutto quello che è stato.

La dedizione nel fare quello che volete nei vostri tempi, avulsi da vincoli e compromessi, vi rende praticamente unici nel panorama musicale nazionale. Come fate a mantenerla?
Sinceramente non facciamo nulla di strano, cerchiamo di fare canzoni che soprattutto facciano divertire noi, che ci rendano felici. Questa è la cosa che ci preme di più.

Avete scoperto band italiane che meritano un certo approfondimento, non solo per quello che producono, ma anche per un certo approccio genuino al fare artistico?
Ci sono diverse buone band in Italia. Con noi hanno suonato diversi gruppi stupendi, citerei gli Horseloverfat da Ravenna.

Il 26 agosto sarete al TOdays Festival insieme a band come Sleaford Mods e Wilco (il 25 agosto). Come vi sentite ogni volta che vi alternate con musicisti di un certo calibro?
A volte spaventa. È il bello dei festival, lo scambio di energie.

A tutti gli artisti lettori di certi magazine come il nostro (citando una vostra canzone in Volevo magia), che metodo dareste per produrre arte con responsabilità?
Non crediamo ci sia un metodo. Alla base di tutto deve esserci tanta spontaneità, una gran voglia di sperimentare e di suonare. Noi usiamo la musica come cura a volte.

Valerio Veneruso

http://www.todaysfestival.com/

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Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

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