Elettronica e arte: il live coding a Torino per un giorno e in un festival durante Artissima

Approda al Bunker di Torino una nuova tecnica performativa: musica da club improvvisata, ma programmata in tempo reale, e arte generativa. L’evento Algo:ritmi diventerà festival a novembre

Si sta gradualmente affermando anche in Italia una nuova tecnica performativa: quella che unisce alla musica elettronica improvvisata, ma programmata in tempo reale, l’uso di proiezioni video che ne mostrano il processo, l’algoritmo impiegato. È il live coding che approda nuovamente a Torino, dopo il private party della conferenza su innovazione e tecnologia, Droidcon, tenutasi alle OGR lo scorso aprile. Questa volta sarà al Bunker, in occasione dell’evento del 6 luglio, Algo:ritmi, a cura di Karin Gavassa e Giorgio Alloatti: una giornata dedicata al live e al creative coding con artisti della scena nazionale e internazionale per esplorare le possibilità artistiche di questo linguaggio espressivo tra musica elettronica e sperimentale, codice, arti visive. 

IL FUTURO IN UN FESTIVAL

Il live & creative coding, nelle sue applicazioni artistiche e culturali si sta diffondendo parallelamente all’attenzione per l’insegnamento del coding fin dai bambini dai 5 anni, come risorsa per stimolare il pensiero creativo e sviluppare l’attitudine al problem solving”, spiega ad Artribune Karin Gavassa ideatrice del progetto. “A livello artistico, gli eventi di live coding sono stati recentemente ospitati dalla British Library a Londra, dal Medialab Prado di Madrid, sostenuto dal fondo dell’Arts and Humanities Research Council in Inghilterra, mentre la prossima conferenza sul live coding ICLC si terrà presso l’Università di Limerick, dopo le precedenti edizioni in Messico e Canada, tra ambiti accademici, clubbing, arte contemporanea“. È il 14 febbraio del 2004, quando meno di una decina di live coder, ovvero musicisti che improvvisano musica programmando in tempo reale, si trovano ad Amburgo per incontrarsi e conoscersi. Da lì nasce la community online TOPLAP che ha il pregio di codificare la pratica di produrre musica con i computer improvvisando (che ha origine negli anni’80), incanalandola in un vero e proprio movimento: il live coding, appunto. Ora quel modello – che si presta molto alla contaminazione tra generi dato che la musica è spesso associata ad attività di arti visive – lo si vorrebbe replicare anche in Italia.

Renick Bell, courtesy Karin Gavassa

Renick Bell, courtesy Karin Gavassa

LA PERFORMANCE DI RENICK BELL

A livello italiano, sto unendo le voci già attive per creare una community che possa dare vita a esperienze a livello internazionale”, continua Gavassa. “Il progetto ha finora raccolto il supporto di DAMS, Synesthesia – la digital agency con sede a Torino – , di collettivi attivi a Venezia e Firenze e Torino, e del Bunker, realtà multidisciplinare torinese, oltre alle connessioni con l’università di Tokyo e altre in divenire”. Intanto, nel corso dell’evento del 6 luglio, sarà possibile conoscere la sottocultura del live coding attraverso la performance di uno dei suoi protagonisti, Renick Bell, musicista, programmatore e docente americano che dal 2006 vive a Tokyo: un assaggio di quanto potrà succedere durante la prossima art week torinese, in un luogo significativo di Barriera di Milano. “La rete di collaborazioni si sta ampliando notevolmente da quando ho realizzato il primo evento di live coding ad aprile”, conclude Gavassa, “in quanto intendo far crescere questa realtà dando vita a un festival il prossimo novembre“.

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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