Il Mecenate: i segreti di Villa Arconati svelati in un affascinante documentario

Massimiliano Finazzer Flory narra nel film “Il Mecenate” le gesta che Galeazzo Arconati compì nel Seicento, divenendo probabilmente il primo mecenate della modernità. Il trailer

Il protagonista del documentario Il Mecenate è Galeazzo Arconati e la sua splendida Villa alle porte di Milano, ora sede della Fondazione Augusto Rancilio.

Diretto da Massimiliano Finazzer Flory, il film è stato presentato alla 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e in primavera sarà distribuito in un tour negli USA.  

Il Mecenate: il documentario su Galeazzo Arconati e la sua villa 

Il Mecenate è un docu fiction che mescola piani temporali, racconto e interviste, storia e attualità di un luogo magico, lascito di una grande personalità del passato, che ha contribuito allo sviluppo del tessuto culturale di Milano.

Galeazzo Arconati e il suo spirito di collezionista illuminato rivive così grazie alle parole di esperti come il prof. Pietro Marani, Marco Maria Navoni, Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, conoscitori di mitologia come lo scrittore Matteo Nucci e la prof.ssa Silvia Romani.

Le loro testimonianze evocano l’impegno del grande Arconati nell’acquisire e conservare dodici codici leonardeschi, da lui donati alla Biblioteca Ambrosiana nel 1637 o l’impresa che gli consentì di porre nella sua dimora il colosso del Pompeo Magno della prima metà del I secolo d.C.

Proprio questa mirabile scultura è visibile in tutta la sua maestosità nel film di Flory, che con la macchina da presa ne segue il restauro recentemente eseguito. 

Galeazzo Arconati e Milano 

Appartenente ad una nobile famiglia, alla morte del padre Galeazzo fu affidato allo zio, il cardinale Federico Borromeo, coltivando sin da giovane la sua passione per l’arte, la cultura e il collezionismo – risale al 1622 l’acquisizione dei codici di Leonardo Da Vinci, poi donati all’Ambrosiana.

Tra i suoi interessi c’era anche l’architettura, tanto che divenne Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo, confrontandosi assiduamente con i più importanti architetti dell’epoca.

Rese Villa Arconati, il Castellazzo di Bollate, la massima espressione dei suoi interessi ed aspirazioni: frutto dei suoi progetti, la dimora nobiliare si ispira alle grandi ville romane e fiorentine, con giardini, viali alberati, giochi d’acqua, sviluppati sino al momento della sua morte, avvenuta nel 1648. Qui il mecenate collocò statue, dipinti e opere di ogni genere da lui collezionate.   

La statua di Pompeo Arconati 

Ne Il Mecenate, grande attenzione viene riservata ad una delle opere di maggior pregio presenti nella Villa: parliamo del Pompeo Magno, la scultura romana in marmo alta tre metri e acquisita da Arconati a Roma nel 1621.

La grande statua fu rinvenuta durante i lavori per l’edificazione della Chiesa di Santa Maria della Vittoria e fu condotta nella Villa di Bollate solo nel 1627. Si tratta dell’unica grande scultura di epoca romana presente nel territorio lombardo il cui trasporto, con i mezzi dell’epoca, rappresentò una vera e propria impresa, meritevole di essere raccontata in un film.

Roberta Pisa 

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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