Nel 2026 la fiera miart di Milano compie 30 anni e trasloca: trasloco e focus sulla trasformazione (e sul jazz)
Per celebrare il suo trentesimo compleanno, la fiera d’arte di Milano si reinventa ma conferma la solidità delle sue radici, riproponendo il dialogo tra realtà affermate ed emergenti, però in un nuovo spazio. Novità anche tra i contenuti curatoriali. Dal 17 al 19 aprile alla South Wing di Allianz MiCo

Trent’anni di miart all’insegna del jazz. O meglio, lasciandosi ispirare dalla sua capacità di trasformare uno standard noto in un terreno fertile per l’innovazione. Nel confrontarsi con un compleanno importante, la fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano sceglie di gemellare l’edizione 2026 con il centenario della nascita dei musicisti statunitensi John Coltrane (Hamlet, 1926 – Huntington, 1967) e Miles Davis (Alton, 1926 – Santa Monica, 1991), talenti indimenticati del jazz e maestri dell’improvvisazione all’interno di forme conosciute, capaci di perseguire la libertà nel rigore e di assecondare la mutevolezza nella coerenza.

Trent’anni di miart. L’edizione 2026 ispirata dal jazz: “New Directions”
Chiamata a rileggere quello che è stato finora, miart trarrà spunto da questo insegnamento, con un’edizione che si propone di essere al contempo tributo alla storia della rassegna e slancio verso nuovi obiettivi, attualizzazione della memoria e promessa di futuro. Il titolo della fiera che si terrà dal 17 al 19 aprile 2026 (con preview il 16), non a caso, è New Directions, omaggio all’omonimo album pubblicato da Coltrane nel 1963, ma anche dichiarazione d’intenti, in nome della trasformazione.

La nuova sede di miart: la South Wing di Allianz MiCo
Aspettiamoci, dunque, tante novità, a partire dal trasloco della fiera, che occuperà per la prima volta la South Wing di Allianz MiCO, adiacente al padiglione che l’ha sempre ospitata, ma affacciata sul parco di CityLife (la zona è tutta in subbuglio perché qui arriverà la nuova grande sede della Rai). Muteranno di conseguenza gli allestimenti e l’esperienza di visita. Ma la trasformazione riguarderà anche i contenuti curatoriali e il dialogo tra gallerie, artisti e istituzioni, per rispondere alle esigenze di un mercato dell’arte che sta cambiando “tempo e metrica” e interrogare dall’interno i propri sistemi, con una riflessione che spazia dai nuovi modelli di collezionismo al contributo delle tecnologie emergenti.

I contenuti di miart 2026. La storia della fiera in trasformazione
Nel nuovo spazio, i contenuti della fiera – che conferma alla direzione artistica Nicola Ricciardi – saranno articolati su tre livelli, con la conferma delle sezioni storiche Emergent ed Established, messe a confronto tra loro. La prima, curata da Attilia Fattori Franchini, è dedicata alle gallerie emergenti che scommettono sul futuro dell’arte. La seconda, attraverso realtà consolidate, propone progetti che spaziano dal primo Novecento fino agli esiti più contemporanei dell’arte. Accanto ci sarà spazio per inediti progetti curati che saranno svelati nel corso dei prossimi mesi, quando prenderanno forma anche momenti di condivisione con le istituzioni cittadine in funzione di avvicinamento alla fiera, prosecuzione naturale del ciclo Talks Among Friends inaugurato nel 2025.
Livia Montagnoli
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