La pittura si fa musica jazz con l’artista Damiano Colombi in mostra in Veneto
Con la nuova mostra di questo giovanissimo artista italiano, il LAMB di Mestre si trasforma in una cassa armonica. Le sue opere pittoriche e su carta sono come vibrazioni visive, che accompagnano lo sguardo in un’indagine essenziale e materica

L’illustre Ignoto, mostra dell’artista Damiano Colombi (Bressanone, 1994) curata da Francesco Liggieri, è un’esperienza immersiva che mette al centro la materia, il gesto e il mistero del non detto. Egli dipinge come si suona il jazz: attraverso un sistema di regole interiorizzate che permettono alla materia di sorprendere nel momento stesso in cui accade. Nel progetto pensato per LAMB a Mestre, la pittura non è rappresentazione, ma processo: un dialogo tra intenzione e resistenza, tra impulso e reazione imprevedibile dei materiali. Cera e acrilico si incontrano su superfici preparate con attenzione quasi alchemica, generando tensioni tra secco e fluido, tra il visibile e ciò che ancora sfugge alla forma.
La pittura come partitura secondo Damiano Colombi
Il titolo della mostra, tutt’altro che ossimorico, esplicita una duplice tensione: l’ignoto come interlocutore costante della pittura, e l’illustre come riconoscimento di ciò che normalmente rimane ai margini, taciuto, non rappresentato. Colombi non cerca di dominare l’immagine, ma la lascia affiorare da un campo di forze, dove la materia stessa prende voce. L’essenzialità che persegue non è riduzione estetica, ma epurazione del rumore visivo. Ogni segno è calibrato, eppure vibrante. Ogni colatura è un atto lasciato accadere, ma mai abbandonato.






L’allestimento della mostra di Damiano Colombi al LAMB di Mestre
L’allestimento, ideato con Francesco Liggieri, segue una logica musicale, quasi percussiva. Le opere su tela e carta instaurano un ritmo interno e una coerenza visiva che guidano lo sguardo lungo il percorso espositivo. In dialogo con esse, una grande opera site-specific – pensata e realizzata appositamente per lo spazio della galleria – restituisce al visitatore una pulsazione costante, un tamburo visivo che accelera e rallenta come un cuore. La scelta curatoriale di Liggieri insiste su questa qualità ritmica, valorizzando ogni passaggio luminoso, ogni velatura, ogni sospensione. Grande attenzione è stata riservata all’illuminazione: le luci sono state calibrate per non interferire con la delicatezza delle carte, evitando riflessi e alterazioni cromatiche. Nulla è lasciato al caso, ma nulla è ingabbiato.
Le opere di Damiano Colombi al LAMB di Mestre
Un ulteriore livello di lettura si apre sul piano tecnico. Nei lavori su carta, la paraffina crea una superficie idrorepellente che respinge l’acrilico, costringendolo a trattenersi, a stratificarsi, a esplorare nuove possibilità formali. Nei dipinti su tela, invece, è la cera da pavimento ad agire: un materiale meno neutro, più viscerale, che reagisce diversamente alla luce e alla pressione del gesto. Questa scelta consapevole conferisce alle opere una stratificazione di senso che non è solo visiva, ma anche tattile e percettiva. Qui, il processo si fa ancora più strutturato: leggere geometrie tracciano campi di contenimento entro cui il gesto libero si confronta con forme più rigide. È proprio in questo conflitto che l’opera si compie. Ogni intervento dura pochi minuti, ma è preparato con estrema cura. Come in una sessione jazz, ciò che accade nel momento dell’esecuzione non può essere previsto, solo attraversato. Il risultato è una pittura che vive di differenze interne, di microscosse percettive.
L’urgenza prende forma nell’opera di Damiano Colombi
Questa esposizione incarna una pittura che non si accontenta della prima soluzione, ma continua a interrogarsi sul proprio statuto. Dietro la compostezza formale si nasconde una tensione costante, un’urgenza che si traduce nella necessità del gesto. È un’arte che non ha tempo da perdere, ma che non corre. Si muove per intensità, non per accumulazione.
Asia Miniutti
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