Piccole fiere chiudono. Almeno per il 2013. Affordable Art Fair, anche lei, salterà la data romana prevista per ottobre: la Capitale sconta il prezzo del delirio burocratico

Non crediate che Roma Contemporary, nella sua rinnovata versione dedicata al Mediterraneo ed al Sud Est Asiatico, sia l’unica fiera che per il 2013 opterà per saltare un anno puntando direttamente ad un 2014 auspicabilmente più felice dal punto di vista economico. Pare infatti che per quest’anno neppure Affordable Art Fair, il format britannico di […]

Non crediate che Roma Contemporary, nella sua rinnovata versione dedicata al Mediterraneo ed al Sud Est Asiatico, sia l’unica fiera che per il 2013 opterà per saltare un anno puntando direttamente ad un 2014 auspicabilmente più felice dal punto di vista economico. Pare infatti che per quest’anno neppure Affordable Art Fair, il format britannico di fiere dedicate ad opere a prezzo abbordabile, se la sentirà di lanciarsi tra i marosi di una crisi sempre più tignosa. E così dopo una sola edizione già sarà tempo di passare la mano, almeno per un anno, per la rassegna diretta in Italia da Marco Trevisan. Dopo Roma Contemporary, insomma, Macro Testaccio e Pelanda – gli spazi romani dove la fiera si è svolta ad ottobre scorso  – perderanno per il 2013 anche questa kermesse: e la stagione artistica romana comincia oggettivamente ad impoverirsi sensibilmente.
Troppe poche presenze internazionali tra gli espositori; troppe le gallerie che devono fare delle scelte e, tra le due date che AAF propone in Italia, scelgono l’appuntamento milanese; troppe le pastoie burocratiche che ammorbano la Capitale e che fanno fuggire a gambe levate gli investitori, specie quelli internazionali. Un esempio? Mentre a Milano AAF riesce a pianificare a tre anni avendo come interlocutori gli imprenditori del Superstudio, a Roma la controparte è comunale perché il Comune è l’ente che sovraintende alla Pelanda. E neppure dopo mesi di richieste un imprenditore che voglia ottenere gli spazi per organizzare un evento è in grado di ricevere un sì o un no univoci. C’è di più: la Pelanda è stata da qualche mese – Artribune se n’è occupata – spezzettata in due assessorati: Giovani e Cultura. In questo modo occorrendone l’utilizzo complessivo, diventa necessario raddoppiare i passaggi burocratici e politici.
Affordable Art Fair, ad ogni modo, è lungi dal tirare i remi in barca e, forte delle decine di date in tutto il mondo, sta pensando di reagire alla crisi lanciando sul mercato nuovi format di fiera. Argomenti? I più vari, sebbene col denominatore comune della creatività: si parla in primis di design e giardinaggio…

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Redazione

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