Le Corbusier, pittore idilliaco

Gare de Cap Martin, Roquebrune – fino a 24 settembre 2016. Dieci anni della vita di Le Corbusier sono raccontati in un hangar ferroviario. Un periodo idilliaco per l’architetto del cemento.

L’esposizione, già tenuta nel 2015 nel Comune di Lège – Cap Ferret, a cura di Tim Bentos e Bruno Hubert, è ora approdata nell’hangar della stazione di Roquebrune e vi rimarrà fino al settembre 2016. Qui, nell’ambito delle iniziative della Fondazione Cap Moderne, vengono ricordati gli anni in cui Le Corbusier (La Chaux-deFonds, 1887 – Roquebrune, 1965), uno dei maestri del Movimento Moderno in architettura, andò a cercare a Le Piquey – nel Bacino di Arcachon, sulla costa atlantica di Aquitania – la pace che il mondo civilizzato gli andava negando.
L’architetto che avrebbe raso al suolo l’intera Algeri per ricostruirla ex novo secondo un piano assolutamente razionalista (1930-33) e, ancora prima, aveva stilato il progetto per la Città di 3 milioni di abitanti (1922), benché amasse “le case fatte di tavole di legno”, frequentò quei luoghi paradisiaci per circa dieci anni, per abbandonarli infine, disgustato dalla costruzione di una strada. Ma, fino a quando godette del distacco dalle artificiosità urbane, trovò qui una nuova fonte di ispirazione per quadri e disegni, nel quali è evidente la matrice purista, che aveva teorizzato, principalmente con Amedée Ozenfant, sulle pagine de L’Esprit Nouveau (1919-25).

Le Corbusier, Pêcheuse, 1928

Le Corbusier, Pêcheuse, 1928

Disegnò di tutto: pezzi di legno confittati nella sabbia, pigne, conchiglie, rondini nella pineta, le imbarcazioni tipiche della laguna, carretti e donne. Un mondo che celebrò nella copertina del suo libro Une maison, un palais (1928), sulla quale accoppia il suo progetto per il Palazzo delle Nazioni a Ginevra (1927) con una baracca di pescatori nella pineta del Bacino e nei quadri, ispirati al soggiorno, che esporrà alla Kunsthaus di Zurigo (gennaio 1938).
Sarà in questi lavori che eleverà a opera d’arte i frammenti naturalistici che nella mostra Mes années sauvages sur le bassin sono godibili grazie alla documentazione filmica a mano dello stesso Le Corbusier e a pannelli fotografici di grandi dimensioni allestiti ad hoc.
Che cosa rimase, poi, di questa esperienza di vita idilliaca, vissuta con la moglie Yvonne e le famiglie del luogo? Il desiderio – peraltro, espresso in una lettera a sua madre (18 agosto 1927) – per questo poeta del cemento, di “poter comprare qui tre pini e quattro metri quadri di sabbia e piantarci una capanna, dove poter venire ogni giorno”. Ma sarà solamente nel 1952, a fianco del ristorante L’Étoile de mer e alla villa E-1027, “manifesto dell’architettura moderna” di Eileen Gray (1878-1976), di fronte al mare di Roquebrune, che avrà il suo notissimo Cabanon in legno di Corsica.

Piero Tanca

Roquebrune – fino al 24 settembre 2016
Le Corbusier: mes années sauvages sur le bassin. 1926-36
GARE DE CAP MARTIN
Avenue de la Gare
+33 (0)6 48729053
[email protected]
www.capmoderne.com

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